Recentemente eseguito al teatro Tasso di Sorrento, ultimo concerto della rassegna “Sorrento Jazz”, “Ancient & traditional songs and others” è stata la particolare esibizione del gruppo musicale “Lello Petrarca, Enrico Del Gaudio & Banderumorose” svolta con la partecipazione del cantante Pino De Vittorio. Una voce e cinque strumentisti, quindi, (Lello Petrarca al pianoforte, Enrico Del Gaudio alla batteria, Giulio Martino al sassofono, Aldo Vigorito al contrabbasso e Leonardo Massa al violoncello), per un concerto che unisce musica popolare antica, pagine rinascimentali e barocche e l’arte dell’improvvisazione in un florilegio di poco più di dieci ampi brani diversi. «Sono oramai tre anni - spiega Del Gaudio – che portiamo avanti questo particolare progetto musicale per l’Italia, ospitati anche da importanti stagioni concertistiche come quella dell’Associazione “Alessandro Scarlatti” di Napoli, il “Leuciana Festival”, “I luoghi delBarocco”, affascinante rassegna dedicata proprio alla musica del Seicento, ed altre ancora». Come nasce l’idea? «Dal mio incontro, avvenuto parecchi anni fa, con Pino De Vittorio, che ci portò all’osservazione dell’esistenza di ampi spazi per l’improvvisazione presenti nella musica jazz come in quella barocca, modalità esecutiva poi praticamente estinta nell’attuale prassi esecutiva di musica classica dal Settecento ad oggi, anche in questi spazi, come le cadenze dei concerti per strumento solista ed orchestra, ad essa espressamente riservati, dove vengono invece eseguite “improvvisazioni” scritte dagli autori stessi o da altri compositori. Da qui la nostra intenzione di recuperare e valorizzare in qualche modo questo importante ed intenso momento comunicativo, al tempo stesso attirando l’attenzione su musica di grande fascino e massimo interesse, come quella del XVI e del XVII secolo, di cui, tra l’altro, l’Italia ha una enorme tradizione, di massima rilevanza,molto eseguita all’estero, ma proprio nella nostra nazione abbastanza trascurata. L’entusiasmo poi subito manifestato da Lello Petrarca ha fatto sì che il gruppo musicale “Banderumorose” fosse interamente coinvolto. Musicisti insigni, come Josquin des Près, Henry Purcell o Claudio Monteverdi, diventano allora cardini delle nostre esplorazioni artistiche e delle nostre proposte esecutive. ». Un progetto che prevede ulteriori sviluppi? «Certamente. Ad ampliarlo è già prevista la prossima partecipazione del coro “Mysterium vocis” del maestro Rosario Totaro, estimatore dei nostri risultati. Una più che naturale evoluzione del nostro progetto che ci porterà ad un programma quasi tutto imperniato sulla grande scuola madrigalistica italiana, da Gesualdo da Venosa ad Adriano Banchieri, a Claudio Monteverdi e ad altri ancora». Quali sono stati i maggiori problemi incontrati? «Il maggiore forse è stato il recupero del materiale, per quanto copioso inItalia, per l’interpretazione esatta dei segni e l’abbondanza di versioni differenti. Lo scopo dei nostri concerti sarà quindi anche quello di sensibilizzare l’attenzione degli esperti per una riscrittura univoca e quanto più possibile fedele agli originali. Noi ci limitiamo ad interpretarli, anche provocatoriamente, secondo il nostro personale gusto, al di là di qualunque attenzione che possa essere definita strettamente storica».
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