I lavoratori della Bonduelle Italia sono ’’alla frutta’’
 











Il colosso orto frutticolo con tre stabilimenti in Italia, due nel bergamasco (Costa di Mezzate e San Paolo d’Argon) e uno nella provincia di Salerno (Battipaglia), rischia di subire la stessa sorte della Fiat. 280 dipendenti in agitazione per un possibile passaggio contrattuale che darà sempre meno garanzie. La Bonduelle Italia sta spingendo affinché i lavoratori accettino di modificare l’attuale applicazione contrattuale, passando da quella agroalimentare a quella commerciale. Stefano Previtali (audio) segretario generale Flai-Cgil.
La vicenda
Già a gennaio la filiale italiana della Bonduelle, multinazionale belga attiva nel settore dei surgelati e del confezionamento di ortofrutta, ha chiesto ai 123 lavoratori dello stabilimento bergamasco di Costa di Mezzate di votare per il passaggio dal contratto dell’agroindustria a quello del commercio, che già vincolava i dipendenti delle restanti fabbriche sul territorio italiano. La decisione derivadall’onerosa ricostruzione del nuovo ed ultramoderno impianto di San Paolo d’Argon, che già dal 24 gennaio accoglie i 90 lavoratori da Lallio e dovrebbe ricevere tutti quelli di Costa di Mezzate. Il cambiamento di contratto secondo Stefano Previtali (segretario generale Flai-Cgil) permetterebbe alla Naturalmente Società Agricola (che fa parte del gruppo Bonduelle) di «recuperare i soldi investiti sul nuovo stabilimento. L’azienda non ha mai nascosto che avrebbe tratto beneficio dall’applicazione del contratto commerciale».
Le trattative impossibili
Dopo il fallimento del referendum del 27 gennaio 2011 (sospeso per la difficoltà delle trattative), con cui i dipendenti della sede di Costa di Mezzate avrebbero dovuto scegliere la loro sorte contrattuale, la Bonduelle tramite Naturalmente Società Agricola, ha rimandato l’incontro al 14 febbraio. In questa data, i lavoratori hanno deciso a maggioranza, di mantenere il contratto dell’agroindustria, che garantisce loro condizionimigliori. Ne è conseguita una cortina di ferro: «Ieri l’Associazione industriale di Bergamo ci ha inviato una lettera dicendo che sono interrotte le trattative, a seguito delle richieste insistenti dei dipendenti per l’applicazione del contratto agroindustriale, nonostante la disponibilità da parte nostra a fissare un incontro per lunedì 21 febbraio», denuncia Previtali. I lavoratori di Costa di Mezzate hanno reagito dichiarando lo stato di agitazione con il blocco del lavoro straordinario e proclamando quattro ore di sciopero, due per il 17 e due per il 18 febbraio a fine turno.
Le ragioni della discordia
«Ci sono differenze importanti sul piano economico tra le due tipologie di contratto: quello commerciale stima circa 70 euro in meno al mese per 14 mensilità. Inoltre - continua il segretario generale - la legge prevede che ai lavoratori non si possa ridurre la retribuzione, fermo restando che il suo decurtamento deve essere spalmato su altri istituti contrattuali». Ladiscordanza maggiore è sul piano contrattuale: mentre per le aziende il contratto agroindustriale è più oneroso, ai lavoratori dà maggiori garanzie rispetto a malattia, infortunio o maternità.ami

 

 

 









   
 



 
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