Fiore: altro che cupola la sanità è nell’anarchia
 











Ass. T. Fiore regione Puglia

Le indagini della Procura, per come si stanno profilando, confermano una sola cosa: sino ad oggi una «cupola» nella gestione della sanità non c’è stata. Anzi, sarebbe ora che vi fosse. Tommaso Fiore sciocca la platea del consiglio regionale, riunito per discutere delle nuove vicende sulla sanitopoli pugliese, e risveglia un dibattito - sollecitato in Aula dall’opposizione - che per lunghe ore è sembrato aggrovigliato sulle consuete schermaglie.
Il «tecnico» chiamato a guidare la sanità da quel 6 febbraio 2009, quando fu lanciata la notizia di un’indagine a carico di Alberto Tedesco, spiega infatti di non aver mai avuto «la sensazione che vi fosse una testa a dirigere tutto, piuttosto il contrario: ho trovato un grande disordine e molti margini di autonomia, cresciuti così tanto da risultare permeabili al malaffare». Ecco spiegati i mille rivoli delle inchieste aperte dalla Procura, ecco il tentativo del medico prestato alla politica di mettereordine: «ho provato in questi anni a smentire quel meccanismo. Oggi si sa che una “cupola” c’è e che, decapitando me, si possono determinare stravolgimenti nell’intero sistema».
Qualcosa, Fiore, ce l’ha da dire anche sulla politica. C’è n’è troppa nella sanità? Per niente. «Ritengo che ci sia scarsa politica nella sanità - dice - la verità è che la politica è invasiva nella sanità proprio perché è debole: non riuscendo a fare il suo mestiere tenta di entrare nelle minuzie quotidiane della pubblica amministrazione». Mai, insomma, una parvenza di «governance» del sistema.
Un esempio? La legge regionale che riposizionava le indennità dei dirigenti Asl, impugnata dal governo, avrebbe consentito di evitare che lo stipendio di un «direttore amministrativo equivalesse a quello di un qualsiasi funzionario: il risultato è che oggi - ammette Fiore allargando le braccia - non riusciamo a sostituire il direttore sanitario dell’Asl di Bari Calasso, interdetto all’attività, e che alleselezioni per dirigenti partecipano solo pensionati che vogliono “arrotondare”».
Tocca a Nichi Vendola, invece, aprire il dibattito con il riepilogo delle vicende giudiziarie (dai 26 indagati le misure di custodia cautelare si sono ridotte a 6, di cui diverse revocate) e le «assunzioni di responsabilità» da parte del suo governo, tra dimissioni di Tedesco e azzeramento delle deleghe in giunta. «Non ci siamo mai sottratti» scandisce il presidente, elogiando - per la prima volta - l’atteggiamento dell’ex assessore indagato: «Ci si difenda nel processo, come chiede Tedesco, e non dal processo. Non si rivendichi l’intangibilità di casta portando la contesa politica su un piano di barbarie».
Vendola ammette «alcuni errori» compiuti sin dal 2005, ma confessa anche le sue sofferenze: «in questi due anni per le inchieste ho pensato persino di schiantarmi». Mai però, avverte, cedere alla battaglia a colpi di intercettazioni e schermaglie tra politica e toghe.
«La battaglia politicasi fa con tutti i mezzi ed io ho avuto il riconoscimento, anche da avversari, di essere una persona che fa battaglia con strumenti politici». Il malcostume c’è ed è «strutturato », dice, ma i «segnali forti» e le scelte conseguenti che la politica doveva assumere, nel rispetto degli altri poteri costituzionali (autorità inquirente e giudicante), ci sono stati. Le nomine? «La legge assegna poteri ai governi regionali, la si cambi: non mi piace lo spoil system, l’ho dimostrato confermando dirigenti voluti da Fitto ».
Sì, aggiunge, «sono stato iscritto 3 volte nel registro degli indagati ma tutte le volte (compresa la querela per diffamazione di Tato Greco, presente in Aula) archiviato».
La «barbarie» delle intercettazioni, intanto, va avanti. La sanità, ben o mal governata che sia, continua ad essere oggetto di contese e, talvolta, di malaffare. I cittadini aspettano, i pazienti sperano.
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ORE 12:46 - VENDOLA: NELLA SAINTA’PUGLIESE ANCHE BUONE PRASSI
«Nella sanità ci sono buone pratiche e non solo opacità. Tutto il Sistema sanitario nazionale ha luci e ombre». Così Nichi Vendola, presidente della regione Puglia, alla presentazione dei risultati del servizio di telecardiologia pugliese. «Le ombre legate ai procedimenti penali – ha continuato – è bene che siano diradate dalla giustizia, che ha il compito di accertare i fatti penalmente rilevanti. Noi politici dobbiamo occuparci delle ombre politiche, legate al diritto alla salute che riguarda una parte crescente di popolazione». Le ombre, ha concluso Vendola, «sono trasversali alla geografia, non hanno confini e vanno da sud a nord e da nord a sud».
ORE 12:55 - VENDOLA: NOMINEREMO DIRETTORI PER MERITO
La Regione Puglia sta riformando il sistema di selezione dei manager delle asl e delle aziende sanitarie con un modello che «non sia legato a un rapporto di soggezione con la politica». A spiegarlo è Nichi Vendola, presidente della regione Puglia, amargine della presentazione dei risultati della telecardiologia pugliese.
«Abbiamo organizzato un modello – spiega – per cui la prima platea di aventi diritto verrà formata e poi selezionata. I selezionati vivranno un ulteriore forma di approfondimento del loro profilo formativo, e poi ci sarà un’ulteriore selezione. Ci saranno quindi degli step di formazione e selezione con expertise al di sopra di ogni sospetto».
Secondo il presidente pugliese questa potrebbe essere «la prima esperienza in Italia di produzione e selezione di un management sanitario che non sia legato ad un rapporto di soggezione con la politica». Al momento di scegliere il dirigente dunque, la politica «si troverà a disposizione un numero limitato di persone – conclude – che avranno superato vagli di selezione meritrocratica formidabili. Tra quelle persone si sceglierà il direttore generali e le altre persone probabilmente entreranno nel sistema sanitario. Sono molti infatti i luoghi della governance di unmondo così complesso».deLa Gazzetta del Mezzogiorno-Bepi Martello









   
 



 
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