Libia, bombe vicino agli impianti petroliferi L’Aya indaga per crimini contro l’umanità
 











La Corte penale internazionale ha deciso di aprire un’inchiesta sui crimini contro l’umanità compiuti in Libia dal 15 gennaio scorso”. Lo ha annunciato nel corso di una conferenza stampa a L’Aja il procuratore generale della Corte, Luis Moreno Ocampo.  Tra i nomi degli indagati ci sarebbero anche quelli di Muammar Gheddafi e di tre dei suoi figli, Seifulislam, Khamis e Mutasim. Tra i gerarchi, anche il ministro degli Esteri Moussa Kusa.
Un nuovo bombardamento aereo su Marsa el Brega, il centro petrolifero libico da ieri al centro di una battaglia tra i ribelli e le milizie fedeli a Muhammar Gheddafi. Un testimone ha riferito che sulla città della Cirenaica è stata sganciata almeno una bomba: “Ho sentito il rumore dell’aereo, poi l’esplosione e poi ho visto il cratere”, ha detto Mohammed Shibli. L’ordigno sarebbe caduto vicino alla facoltà di ingegneria petrolifera, a circa 2 km dal terminal del greggio. “C’è stato un bombardamento aereocirca un’ora e mezzo fa”, ha detto un altro testimone, Awadh Mohammed, “l’ho visto con i miei occhi”.
Intanto, secondo fonti militari, circa quattrocento marine americani sono arrivati nella base americana di Souda Bay a Creta, pronti a imbarcarsi a bordo delle unità da guerra USS Kearsage e USS Ponce che incrociano nel Mediterraneo. Tale operazione avviene nel quadro di un riposizionamento della flotta statunitense “legato alla situazione libica”. La Kearsage e la Ponce dovrebbero attraccare nelle prossime ore a Souda Bay. Nel Mediterraneo sono attesi, secondo fonti non confermate, anche un sottomarino e una torpediniera Usa che dovrebbero essere seguite da due altre unità nelle prossime settimane. Il sottosegretario al dipartimento di stato Philip Gordon, che si è incontrato ad Atene con il ministro degli esteri Dimitri Droutsas ha tuttavia escluso che sia in fase di preparazione un’operazione militare contro la Libia. Gordon ha detto che “stiamo semplicemente preparandoci a farfronte a tutte le eventualità”. Souda Bay è una base navale strategica della Nato e ospita anche una base aerea greca cui fa capo la US Naval Support Activity.
E’ evidente che continui la strategia della minaccia di Gheddafi, mentre i ribelli si stanno dirigendo in massa verso la città nell’est del paese, per rafforzare le loro posizioni in previsione di una nuova controffensiva delle truppe del colonnello. Il raìs ha promesso ieri che ci saranno migliaia di morti nel caso di un intervento militare degli occidentali in Libia; nella parte orientale del paese, ormai controllata dai ribelli, ha intanto inviato truppe e aerei caccia. Nuovi raid aerei si registrano questa mattina anche sulla città di Ajdabiya, in Cirenaica, che ieri insieme a Brega è riuscita a resistere agli attacchi condotti dalle brigate fedeli al leader libico. Il bilancio ufficiale dei combattimenti di ieri è stato di almeno 12 morti.
Dall’Europa intanto arrivano misure concrete contro il regime: da oggi èoperativo il blocco dei beni dei sei principali componenti della famiglia Gheddafi e di 20 stretti collaboratori del regime libico. Il regolamento Ue che dispone il congelamento di tutti i fondi e le risorse economiche di queste 26 persone è stato pubblicato oggi sulla Gazzetta Ufficiale dell’Ue ed è entrato immediatamente in vigore.
Secondo Al Jazeera, Gheddafi sarebbe favorevole al piano di pace proposto da Hugo Chavez. Nel corso di un colloquio telefonico di ieri tra i due leader, il presidente venezuelano ha proposto di creare una missione internazionale formata da paesi amici per mediare tra i dirigenti libici e i ribelli. Già lunedì il capo di stato venezuelano aveva lanciato l’idea di creare una missione internazionale di pace formata da molti paesi amici, che può esercitare un ruolo di mediazione tra il colonnello libico e gli insorti, condannando ogni intervento militare, che, secondo lui, sarebbe “una catastrofe”.

 









   
 



 
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