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Inizia citando (come l’anno scorso), Marcello D’Ortae il suo fortunato «Io speriamo che me la cavo». Poi, il presidente della Regione, Nichi Vendola, inizia la sua «arringa difensiva» sull’operato suo e della sua giunta e sugli sforzi compiuti per mettere a posto i conti. In precedenti occasioni, sempre davanti ai giudici della Corte dei conti, il governatore aveva usato toni anche aspri. Stavolta no. Parte da quella «radiografia impietosa», che emerge dalla lettura della relazione annuale del procuratore facente funzione e dice che «va ascoltata con rispetto». Poi la prima precisazione: i dati non possono essere sganciati dal contesto. E spiega: «Anche quest’anno, la Puglia ha visto confermato il giudizio positivo dell’agenzia di rating Moody’s. Uno degli argomenti di questo giudizio positivo è la costante capacità di riduzione di un debito consolidato che si avvia, in un quinquennio, verso il dimezzamento». Quindi annuncia: «Siamo prossimialla conclusione della ri-contrattazione esemplare, un esempio di amministrazione virtuosa, di due contratti di fmanza derivata conclusi da una gestione precedente alla nostra e contenenti alcune clausole capestro». E ancora: «Abbiamo ereditato Istituti autonomi per le case popolari che erano veri e propri bubboni e manteniamo da sei anni, da quando siamo al governo, un commissariamento affidato a viceprefetti. Abbiamo affrontato il problema della qualificazione della spesa. E tutto questo potendo contare su un numero di dipendenti che pari a quello dei soli dirigenti di un’altra regione del Sud. Non si qualifica la spesa se non si qualifica l’amministrazione pubblica». Il presidente entra nel merito dei problemi della spesa sanitaria. «Quanto incide la spesa sanitaria sul Prodotto interno lordo? Proviamo a comparare la spesa della Puglia a quella di altre regioni e vediamo: è proprio verc che siamo noi ad esagerare? Vogliamc parlare di tagli alla spesa? Si può certamente esserevirtuosi quando si taglia, ma ci sono tagli che generano essi stessi la decuplicazione della spesa Per questo, piuttosto che ai tagli io penso all’abbattimento della mobilità passiva e penso a portare qui, in Puglia, le eccellenze e le strutture che evitino ai pugliesi di andare a farsi curare altrove. Per fare questo, però. bisogna investire, non tagliare». Quanto poi all’esistenza di un caso Puglia sui conti della sanità pubblica Vendola tira fuori paralleli con altre realtà locali e osserva: «Constato che non c’è una sola isola felice, in Italia sulla quadratura di conti. I1 caso di unc dei più importanti ospedali della nazione, il Niguarda di Milano, lo conferma. E poi c’è la recente relazione del governatore di Bamkitalia e ci sono le cronache giudiziarie a parlarci di infiltrazioni criminali, in particolar modo della ndrangheta, nel sistema sanitario lombardo. Certo, non bisogna generalizzare, Quel che è certo, quando parliamo di gestione della spesa sanitaria, è che tuttoè possibile fare tranne che uccidere l’ammalato per evitare di sostenere le spese per le SUE cure». Quindi la chiusura con un riferimento a coloro che fanno i «guardiani del debito». II presidente Vendola chiarisce: «Se non si introducono politiche per la crescita, tenere sotto controllo il debito non serve a nulla. Io credo che occorra puntare sulle politiche di crescita, tenendo come punti cardine il risanamento e le politiche ambientali».
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