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Scandalo "Sanitaservice da commissariare" |
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Per molti lavoratori potrebbero non esserci stati i requisiti. Nell’elenco le indicazioni dei -referenti-, tra i quali l’indagato Granatiero. Una ispezione amministrativa sugli 80 nomi della lista di Sanitaservice. Per verificare se tutti gli ausiliari transitati dalle cooperative alla società in-house della Asl di Foggia avevano i requisiti per 1’internalizzazione. La Regione vuol vederci chiaro: per escludere il sospetto che su quei due fogli, su cui quasi tutti i nomi riportano a penna un riferimento che sembrerebbe essere uno «sponsor», si possa essere giocata una partita poco chiara. In questi giorni, dunque, l’assessore Tommaso Fiore chiederà all’amministratore della Sanitaservice, Antonio Di Biase, di fornire le copie dei documenti che riguardano gli 80 internalizzati. Un requisito fondamentale per il transito nell’azienda pubblica era che gli ausiliari fossero dipendenti delle cooperative al 31 dicembre 2007. La disposizione è statasempre rispettata? Oppure le cooperative, in vista dell’internalizzazione, hanno cominciato ad imbarcare gente che sarebbe poi stata assunta nella società strumentale della Asl? Non sarebbe la prima volta: è successo ad esempio a Barletta, dove la Cgil ha denunciato che nelle liste degli interna-lizzati figurano mogli, figli e parenti di sindacalisti. Ma il caso Foggia è un po’ più complicato, ed il motivo è proprio quella famosa lista che risale a fine 2008. E questo non solo perché tra i presunti «sponsor» figura per quattro volte il nome Granatiero, che potrebbe essere quel Raffaele Granatiero ex capo degli appalti della Asl recentemente finito ai domiciliari per una storia di gare truccate. Ma anche perché un bel blocco di nomi (diciannove, tutti quelli relativi agli ospedali di Manfredonia e Monte Sant’Angelo) riporta a penna la dicitura -nuovi- assieme al cognome di un ex manager dell’azienda sanitaria del capoluogo dauno. Tutto lascerebbe pensare, insomma, che una parte diquelle assunzioni siano state utilizzate con procedure clientelari. H modo per escludere il sospetto è, appunto, verificare se gli internalizzati possedevano il requisito principale. Le primissime fasi delle internalizzazioni, del resto, nel 2009 erano finite pure nel mirino della procura di Bari. Che ne aveva chiesto conto proprio a Fiore, sentito come testimone dal pm Giuseppe Scelsi.
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