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La Giunta ha approvato – a seguito della sentenza della Corte costituzionale n. 68/2011 che abrogava alcuni articoli della legge 4/2010 e dell’approvazione del piano di rientro sanitario, alcuni adempimenti in materia di personale sanitario stabilizzato. In particolare, la Regione ha preso atto della sentenza della Corte costituzionale che, dopo la sottoscrizione dei contratti di lavoro del personale sanitario legittimamente sottoscritti tra le parti, ha fatto venir meno il titolo giuridico per la continuazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Le aziende sanitarie dovranno così notificare agli interessati, la risoluzione dei contratti di lavoro a tempo indeterminato per l’impossibilità sopravvenuta, correlata alla declaratoria di incostituzionalità delle disposizioni normative regionali che hanno permesso la stabilizzazione. I manager delle Aziende Sanitarie dovranno disporre la risoluzione dei contratti per "incostituzionalitàdelle norme regionali che hanno permesso la stabilizzazione». In pratica è venuto meno il titolo giuridico per la continuazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Se è vero che le sentenze della Corte Costituzionale non possono essere sottoposte a nullità da alcun tribunale, è altrettanto vero che la giurisprudenza degli ultimi anni ha riconosciuto l’illegittimità delle modifiche contrattuali dei dipendenti da parte della pubblica amministrazione. Si preannuncia, dunque, una valanga di ricorsi al giudice del lavoro da parte delle centinaia di medici, dirigenti e amministrativi il cui contratto di assunzione è antecedente alla sentenza della Consulta. De Leonardis: “Salvare i posti di lavoro nella sanità” “La delibera della giunta regionale che obbliga i direttori generali delle Asl a comunicare entro 15 giorni a tutti i dipendenti con assunzione a tempo indeterminato la cessazione del loro contratto di lavoro, pur in attuazione della sentenza della Corte Costituzionaledel 23 febbraio scorso, rischia di produrre effetti devastanti e una serie di ripercussioni negative che dobbiamo in ogni modo cercare di scongiurare”. Giannicola De Leonardis, consigliere regionale Udc e presidente della settima commissione Affari istituzionali, invita l’assessore alla Sanità Tommaso Fiore e l’intera giunta a “cercare un’altra soluzione, per salvaguardare la professionalità acquisita e dimostrata nel tempo da professionisti da anni al servizio delle varie aziende sanitarie; per scongiurare una pioggia di ricorsi al tribunale del lavoro, che di fatto paralizzerebbe l’intera attività e minerebbe la serenità di migliaia di operatori, con ovvie ripercussioni sull’utenza; per evitare disparità di trattamento, proprio in sede di giustizia, tra chi ha potuto usufruire del percorso di stabilizzazione avviato dalle Asl che hanno recepito in tempo le precedenti normative regionali e chi invece è rimasto vittima delle lentezza amministrativa di altre Asl”. “Parliamo dipersone che, in possesso di un contratto di lavoro a tempo indeterminato, possono aver contratto dei mutui, avere gettato le basi per un futuro che adesso diventa improvvisamente nebuloso. Di famiglie che possono entrare in crisi, di famiglie che possono non formarsi, di famiglie che possono rimanere schiacciate da una situazione disastrosa”, ricorda ancora De Leonardis. “E parliamo di sanità pubblica, che non può e non deve precipitare nel caos, mettendo a rischio la salute di migliaia e migliaia di cittadini. Per questo è necessaria una soluzione ragionevole, coinvolgendo magari anche il governo nazionale e mettendo da parte il clima da campagna elettorale permanente, nell’esclusivo interesse della comunità pugliese e dei cittadini tutti” conclude De Leonardis.
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