Sanità Puglia:nominati Direttori Generali...
 











Quella licenziata a mezzanotte di ieri potrebbe essere l’ultima delibera importante firmata da Tommaso Fiore. Con la nomina dei cinque direttori generali è destinata a cominciare una nuova era della sanità pugliese. Gli indizi che portano alla sostituzione in corsa dell’assessore alla Sanità sono molti. Il primo è molto pratico. Le nomine che hanno segnato una vittoria del metodo di drastico rinnovamento proposta dal Pd rispetto alla conservazione della squadra di lavoro che avrebbe preferito Fiore.
L’assessore è arrivato al tavolo proponendo due nomi per ogni casella. L’opzione offerta alla giunta era sempre la stessa. La riconferma del precedente direttore o la nomina di un nuovo numero uno.
Quest’ultima ipotesi è stata applicata in tre dei cinque casi all’esame della squadra di Vendola: Giovanni Gorgoni nella Bat, Valdo Mellone a Lecce e Vito Scattaglia a Taranto. Mentre la riconferma è toccata a
Domenico Colasanto e Paola Ciannamea cheperò sono stati spostati di banco. Colasanto passerà da Taranto a Bari, la Ciannamea da Lecce a Brindisi, con buona pace della continuità invocata da Fiore.
Ma, criteri delle nomina a parte c’è anche un motivo più sottile che spingerebbe l’assessore alla Sanità verso l’uscita dalla giunta. Riguarda il rapporto che lega il governatore Vendola al professore anestesista. Da tempo Fiore ha consegnato nelle mani del presidente della Regione Vendola la sua lettera di dimissioni. E le dimissioni sono sempre state respinte al mittente. Ma l’assessore alla Sanità negli ultimi giorni dell’estenuante procedura per la nomina dei nuovi vertici della sanità pugliese ha avvertito che qualcosa è cambiato. "Penso che anche il presidente abbia cominciato a riconsiderare la mia posizione" ha confidato ai suoi più stretti collaboratori.
Suonano da commiato anche le parole scelte da Vendola per ringraziare Fiore del lavoro svolto per la nomina dei direttori generali: "Chapeau a un uomo che siedesulla poltrona più agognata del potere e spera di poter tornare presto a formare gli anestesisti che opereranno nella sanità pugliese del domani". Se non è un addio poco ci manca.
Nonostante il successo politico ottenuto il Pd alza la posta. "La scelta dei nuovi direttori generali delle Asl pugliesi va nella direzione dei criteri di discontinuità e rinnovamento proposti dal Partito democratico Tuttavia - sottolinea il capogruppo Antonio Decaro - vista la fase di innovazione avviata, ci aspettavamo venisse presa una decisione su tutte e sei le Asl della Puglia".
“Come il più antico degli stratagemmi della vecchia politica- - ha dichiarato Dino Marino Presidente della Commissione Sanità della Regione Puglia - la giunta ha nominato i nuovi direttori delle ASL, subito dopo aver incassato, in consiglio regionale, il voto sulla legge di assestamento di bilancio. Sono stati cambiati 5 direttori generali, mentre a Foggia, dove la sanità pugliese vive la situazione più drammatica,(ospedali che sono tenuti aperti solo dalla volontà degli operatori, medicina del territorio ferma al palo, servizi ai cittadini tagliati, servizi di emergenza ai limiti della legalità, gli ospedali che si dovevano riconvertire ormai sono chiusi, spesa fuori controllo, processo di stabilizzazione affossato ) si aspetta la scadenza naturale, che dovrebbe essere a novembre”.
Il riferimento è per il mancato cambio di vertice a Foggia rinviato al prossimo autunno. Una decisione che ha fatto infuriare il presidente della commissione Sanità, Dino Marino:
“Da un anno il governo della sanità nella nostra provincia semplicemente non c’è, mentre c’erano tutte le ragioni anche legislative per mettere fine alla gestione infelice dell’asl foggiana. Infatti, ci sono leggi come quella sul lavoro nero o l’art. 3, comma 27, della L.R. n. 40 che non sono state applicate e che prevedono la rimozione del direttore generale. A questo punto, Vendola e Fiore devono venire a rendersi conto di personadi qual è il livello di offerta sanitaria assicurato in questo territorio e si devono assumere tutte le responsabilità. Non bisogna mettere la testa sotto la sabbia. Ancora una volta la richiesta di innovazione e di ricambio formulata dal PD è stata in parte elusa dal continuismo delle scelte operate”.
“Mi ero illuso – conclude Marino - che i criteri tanto sbandierati di individuazione dei nuovi direttori potessero portare ad un cambio di passo. Invece c’è il serio rischio che il Piano di Rientro sia diventato il grimaldello per cancellare e restringere i diritti alla salute dei cittadini pugliesi”. repubblica-Paolo Russo









   
 



 
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