Un voto senza sorprese. A stargrande maggioranza il Senato approverà il rifinanziamento delle missioni militari all’estero. L’accordo sui fondi per la cooperazione internazionale - 8milioni subito, altri 8,5 promessi nella prossima finanziaria - cancella i dubbi di Pd e Lega, non dell Idv che anche in aula conferma il suo “no” al rifinanziamento. Anche fra democrat e paladini padani c’è comunque chi storce la bocca e non vota, oppure vota ma solo per disciplina di partito. Cronaca di una giornata parlamentare di fine luglio, con l’aula semivuota, e annunci a mezzo addetti stampa che non diventano mai dichiarazioni in aula del senatore di turno. La linea italvalorista è dettata dal leader Antonio Di Pietro: «Violiamo l’articolo 11 della Costituzione che vieta all’Italia di fare la guerra». In mattinata la commissione Difesa del Senato dà il via libera al provvedimento. Come era stato proposto dalle opposizioni, vengono assegnati 16milioni di euro inpiù alla cooperazione internazionale. «Abbiamo trovato l’intesa con le opposizioni», riassume ancor prima del voto il sottosegretario agli esteri Alfredo Mantica. Quanto alla Lega Nord, a parte la posizione «personale» del senatore Roberto Castelli, che la scorsa settimana aveva annunciato che avrebbe votato contro il provvedimento, i mal di pancia svaniscono come per incanto. «Quella di Castelli è una scelta personale - ripete come un disco rotto Giuseppe Esposito (PdL), relatore della legge - che non sposta di un millimetro la coesione della maggioranza sulle nostre missioni all’estero». Del resto anche nel Pd ci sono posizioni differenti, come quella del senatore Ignazio Marino che annuncia il suo voto contrario, mentre Anna Finocchiaro, capogruppo a Palazzo Madama, dopo la parziale garanzia ricevuta sulle risorse destinate alla cooperazione, conferma il sì del partito democratico al testo. «Ora, che anche un ex candidato alla segreteria nazionale come il senatore Marino ha decisodi non dare più il suo voto alle missioni militari - dice il deputato democrat Enrico Gabarra - la nostra posizione può andare oltre la testimonianza individuale». Ma per ora il Pd non toglie l’elmetto. L’aula del Senato ricorda con un minuto di silenzio la morte del caporal maggiore David Tobini, ucciso lunedì in uno scontro a fuoco nella valle del Murghab. La guerra in Afghanistan dura ormai da dieci anni e ha visto quarantuno morti solo fra gli italiani. Roberto Calderoli viene iscritto di diritto nel club dei “responsabili”, anticipa che voterà a favore del decreto «per senso di responsabilità», anche se «in questo momento provo tanta rabbia verso una missione che non condivido e non comprendo». Per questo, il ministro leghista della semplificazione torna a chiedere una exit strategy, a partire proprio dall’Afghanistan. Linea non condivisa dal sottosegretario alla Difesa, Guido Crosetto, che critica il Carroccio: «Non è serio parlare di impegni internazionali come se si fossefra amici al bar dello sport». L’esponente pidiellino sottolinea che «gli impegni si rispettano nella buona e nella cattiva sorte: non è saggio, non è serio, cambiare opinione sull’onda dell’emozione o per un pugno di voti». Ma è anche all’interno dello stesso Pdl che ci si interroga sulle missioni: per il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, «il rifinanziamento delle missioni all’estero è inevitabile anche perchè ci sono delle missioni in corso. Certo purtroppo l’ennesima morte di un soldato, impone la necessità di fare una riflessione seria fuori dagli schemi ideologici». Ma per il presidente leghista della commissione Esteri di Montecitorio, Stefano Stefani, «è chiaro che dall’Afghanistan occorre andar via perchè l’obiettivo primario è portare a casa i nostri ragazzi». «A quanto pare solo l’Italia dei Valori - tira le somme Felice Bellisario - resta ferma nella sue convinzioni e serenamente vota no al decreto volto a rifinanziare le missioni internazionali». Fuori dal Parlamento, PaoloFerrero, segretario di Rifondazione, osserva quel che succede e scuote la testa: «Per l’ennesima volta faccio le mie condoglianze alle famiglie, e dico alla Lega Nord: basta parlare a vanvera, la Lega voti contro il rifinanziamento delle missioni. Non si può continuare a chiacchierare sulla pelle delle persone continuando una guerra ingiusta ed inutile». Riassunto della giornata parlamentare: arriva un altro sì bipartisan, pur nei distinguo - anche questi bipartisan - di chi ritiene la guerra afghana come un pantano da cui bisogna uscire velocemente. Ma non oggi. Forse domani. Frida Nacinovich
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