Chiavi, sbarre e cucito in un cd i suoni del carcere
 











Le chiavi dei secondini nelle serrature, quel tintinnio di metallo che esclude alla libertà e la mandata a sfondare il silenzio. Le sbarre delle celle, le macchine da cucire dei laboratori dove le donne recluse rivendicano il loro posto nel mondo. Le forbici, gli aghi, il taglia e cuci, il ritmo del laboratorio del carcere: si suona la musica del lavoro, le note di chi si affaccia al mondo e dice esisto anch’io. E poi la voce delle detenute, i testi delle loro canzoni, la vita vista da dentro. Va in scena nel penitenziario Borgo San Nicola di Lecce il concerto operaio delle lavoratrici di Made in carcere, il marchio della cooperativa Officina creativa che produce accessori nei penitenziari di Lecce, Trani, Milano e Vercelli. "I suoni del lavoro - Concerto per forbici, chiavi e macchine da cucire": una performance unica, la prima tappa di un’ambizione più grande, quella di uscire presto con un cd. Produzioni musicali, da affiancare a quellequotidiane di borse, accessori e shopper bag colorate griffate dal messaggio ’sì a una seconda chance’
Per catturare i suoni della casa circondariale sono arrivati da New York. Gli artisti del "Found sound nation", collettivo fortemente impegnato nel sociale che lavora nelle carceri, ma anche nelle scuole, con gli anziani e i giovani a rischio. E’ arrivato con i suoi strumenti a incidere
la batteria di vibrazioni captate nella fabbrica e nei corridoi per remixarle e offrirle come base. "Un’emozione unica", racconta Christopher Marianetti (fisarmonica, piano), arrivato in Salento con Jeremy Thal (french horn) ed Elena Moon Park (violino e ukelele). "Durante il concerto le donne hanno pianto. Sono quelle con cui abbiamo lavorato per tre giorni, italiane, romene, moldave, slave, di 30 o 50 anni. Non abbiamo chiesto perché sono detenute, abbiamo guardato i loro occhi e raccolto le loro storie. Per noi non sono prigioniere, sono nostre collaboratrici". "La realtà dei laboratori èincredibile - continua Chris - lì le detenute hanno la possibilità di impegnarsi e guadagnare anche per le loro famiglie, non passano il loro tempo a poltrire in cella. Con noi questa volta c’era il percussionista di Sting David Cossin, ma l’idea è quella di coinvolgere importanti nomi della musica, parlarne ai nostri amici a New York e trovare artisti anche in Italia".
Al progetto sonoro partecipano Officina creativa, Sound Res (realtà salentina che ogni anno fa incontrare artisti locali e star internazionali) e la canadese Musagetes foundation. In prima linea c’è Luciana Delle Donne, ex dirigente di banca e fondatrice di Made in carcere. "Realizzare il sogno di fare musica in questi luoghi, dare voce a 67mila detenuti; ci abbiamo creduto e siamo a un passo dal realizzarlo. Troppo spesso dimentichiamo che nelle carceri vivono persone, non fantasmi". La vendita del cd servirà a finanziare i laboratori del marchio e l’acquisto di attrezzature e macchinari. "Non sappiamo ancora quandosarà pronto il primo cd - spiega Chris - ma le tracce ci sono tutte. Abbiamo inciso la musica delle macchine, poi quella delle forbici, delle chiavi. Le registrazioni sono state passate al mix e campionate per creare nuove sonorità: ritmi originali, per svelare universi sconosciuti".Alessia Ripani-la repubblica









   
 



 
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