SANITA' IN AMBULANZA
 







di Francesco Piccioni




L'avevano pensata bene, la «riforma» della sanità. Assunzioni bloccate fin dal '99, via libera ai rapporti di lavoro precario per ogni tipo di figura professionale, scarico dei costi sulle regioni, e vedrai che alla fine i conti tornano a posto. Invece la macchina non funziona più e i costi continuano a levitare, complici anche la marea di servizi «in convenzione» che pesano sui bilanci pubblici assai più che se fossero esercitati autonomamente.
Ma se i conti si possono tenere sotto silenzio, i lavoratori in carne ossa no. E così parte un ciclo di mobilitazioni che coinvolge la parte più precaria di questo mondo già di suo poco solido (posizioni dei «baroni» a parte). Le sedi della Croce Rossa sono state occupate nei giorni scorsi per chiedere il pagamento delle «competenze accessorie del 2005» e la stabilizzazione dei precari (tra il 50 e il 60% del personale). Giovedì si presenteranno a Roma per una manifestazione nazionale, sotto palazzoChigi, fin dalle nove di mattina.
Precarietà e condizioni di lavoro impossibili costano care anche a quei sindacati che non riescono a rappresentare adeguatamente interessi semplici quanto primari (la stabilizzazione dei contratti, per esempio, con la trasformazione in «tempi indeterminati»). A Napoli, Al cardarelli, sono da ieri in agitazione i lavoratori dei reparti di medicina, che hanno voluto anche «disdettarsi» da tutte le organizzazioni sindacali.
Nel Lazio manifesteranno stamattina, sotto la sede della Regione, sulla Cristoforo Colombo, i precari dell'ospedale Sant'Andrea, del San Filippo, quelli del san Giovanni e del Policlinico. Con loro ci saranno anche barellieri e autisti - precari, naturalmente - che lavorano sulle ambulanze del 118.
Questi ultimi sono protagonisti di una situazione davvero kafkiana. Sono stati assunti a novembre come lavoratori interinali dall'agenzia «Obiettivo lavoro» e «offerti» all'Aris 118 con contratto di tre mesi e ruoliintercambiabili. Nel frattempo si spargevano voci di concorsi per altre assunzioni (200 autisti, 100 barellieri e 200 infermieri). Quindi arrivava la prima proroga di un mese e mezzo, seguita da una seconda che dura tuttora. A fine mese la loro sorte dovrebbe essere decisa dall'esito di una gara d'appalto che selezionerà una società che si incaricherà di gestire il servizio ambulanze e farsi carico anche di loro.
L'incertezza regna sovrana. Anche perché nel frattempo, con un sacrosanto emendamento alla legge finanziaria, la regione ha disposto il monitoraggio di tutte le situazioni di lavoro precario nella sanità in vista del loro «superamento». Dovrebbero essere viaggiate domande e risposte tra uffici regionali e direzioni sanitarie, ma non si sa nulla sui contenuti. Né se e quando le posizioni verranno «sanate». Si tratta di lavoratori giovani, ma non più «di primo pelo» (età media 35-40 anni). Così i precari hanno deciso di «autocensirsi», scoprendo di essere in 1.000«esternalizzati» al Policlinico, 400 al sant'Andrea, 500 al San Giovanni, 250 al san Filippo e infine 100 al 188. La richiesta è semplice: che gli assessorati si facciano garanti che verranno assunti i lavoratori in precaria attività, non qualche «amico degli amici».da Il Manifesto
 
 
 









   
 



 
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