Libia, i ribelli: non vogliamo stranieri
 











I ribelli libici respingono l’ipotesi di un dispiegamento di una forza di pace dell’Onu sul territorio del Paese nordafricano. Il piano prevede che 200 osservatori di pace accompagnino il Paese verso le elezioni e la creazione di un solido sistema democratico. "Non ci aspettiamo richieste di questo genere dalla loro leadership", ha spiegato al termine di una seduta del Consiglio di sicurezza il capo della commissione del Palazzo di Vetro che ha elaborato il piano, Ian Martin, "e’ chiaro che i libici vogliono evitare qualsiasi impegno militare straniero sul proprio territorio". Pero’, ha aggiunto Martin, il Consiglio nazionale transitorio e’ interessato a mettere in piedi una efficace "forza di polizia".
L’Onu, secondo quanto riferito nei giorni scorsi dal sito di giornalismo investigativo Innercitypress che e’ venuto in possesso del piano, prevede elezioni entro nove mesi, da svolgersi sotto il monitoraggio di una forza di pace costituita da 200osservatori disarmati e 190 poliziotti in qualita’ di addestratori. Uno staff di 61 civili, inoltre, verrebbe dislocato in parte a Tripoli e in parte a Bengasi. Un governo di transizione, infine, dovrebbe portare il paese nordafricano alle urne.
Sulla querra in Libia interviene anche Franco Frattini. La resa di Muammar Gheddafi, e la fine della missione della Nato in Libia, sono legate alla caduta di Sirte, la citta’ natale del Colonnello assediata in queste ore dai ribelli. "Siamo ormai alle ultime battute di un’azione militare indispensabile e che deve accompagnare la caduta del regime ed evitare i suoi colpi di coda del regime - ha detto a Radio 24 il ministro degli Esteri Franco Frattini -. Prima dell’estate la Nato aveva deciso di prorogare la missione fino a fine settembre", ma "le valutazioni vengono fatte giorno per giorno". "La missione - ha sottolineato il capo della Farnesina - si concludera’ quando la Libia sara’ dichiarata liberata. Gli ultimatum con cui i ribelli hannointimato i soldati del Colonnello ad arrendersi entro sabato "fanno intendere che se Sirte cadra’, come mi auguro entro sabato, questo sara’ il pilastro definitivo della caduta del regime". Quanto al Colonnello, gli eventi lo "costringeranno" ad arrendersi.
"Muammar Gheddafi e’ in Libia". Il ministro degli Esteri ha espresso questa convinzione. "La mia personale opinione", ha detto, "e’ che possa aver trovato un rifugio in Libia. Credo che un’uscita dal Paese avrebbe dato molto nell’occhio e non
sarebbe sfuggita agli intercettori della Nato".









   
 



 
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