Virus del Nilo a Treviso, dopo i casi di due anziani ammalati
 











La febbre del Nilo a Treviso, dopo la notizia dei due anziani malati - una novantenne in condizioni critiche e un ottantenne in miglioramento - gia’ ricoverati all’ospedale Ca’ Foncello.
"La direzione sanitaria dell’azienda Ulss 9 - si legge in una nota - comunica che gli esami di laboratorio hanno confermato in un paziente affetto da doppia grave malattia metabolica cronica, immunocompromesso e gia’ sotto monitoraggio da alcuni giorni, l’infezione da virus del Nilo. Il paziente si trova ora ricoverato in area intensiva. Stanno proseguendo tutte le procedure previste dai protocolli epidemiologici".
"Gli altri due pazienti di cui si e’ data notizia sabato scorso continuano ad essere ricoverati - aggiunge l’Ulss - Di questi, l’uomo ottantaquattrenne mostra ulteriori segni di miglioramento".
Il virus diffuso nel luogo d’origine da un tipo particolare di zanzara - aedes aegypti - agisce attaccando il sistema nervoso e colpisce soprattutto lepersone anziane o già debilitate.
"Questo virus - dice Emanuela Zamparo, presidente della Società italiana di medicina dei viaggi e delle migrazioni -  fa parte del genere Flavivirus, della famiglia Flaviridae, lo stesso che provoca la febbre gialla e prende il nome dal latino flavus, giallo. E’ quindi parente stretto dei più noti che causano encefaliti o febbri emorragiche come la ’giapponese’, la febbre di St. Louis, la Dengue ed altre. Ma non è altrettanto pericoloso". Nella gran parte dei casi il West Nile è asintomatico e solo 20 volte su cento scatena sintomi febbrili. Per questo è facile che una persona si ammali senza neanche rendersene conto.
"Certo può essere anche aggressivo - dice la dottoressa Zamaparo - ma succede una volta su cento: in quei casi può provocare gravi forme di encefalopatia o meningoencefaliti". Negli attuali focolai che stanno interessando soprattutto la Macedonia e in particolare la zona di Salonicco, a essere infettati sono in prevalenzaanziani e  persone immunodepresse.
Al momento non esiste un vaccino che protegga dal virus e le uniche strategie sono il controllo del territorio con interventi di disinfestazione. "In ogni caso - dice Emanuela Zamparo - è sempre bene adottare un po’ di buon senso, soprattutto adesso che la fine dell’estate si avvicina. Sia che si tratti di zanzara del Nilo (abbastanza improbabile) sia di zanzara tigre, è importante che ogni cittadino provveda alla cura del proprio ambito privato. Bisogna, ad esempio, evitare ristagni di acqua nei giardini, nei cortili, sui balconi o in altri spazi abitativi".









   
 



 
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