Indignados a Wall Street, ma i media li ignorano
 











Sulla spinta dell’esempio spagnolo e di quello nord africano da 12 giorni migliaia di persone provenienti da ogni parte degli Stati Uniti hanno dato vita a un movimento di occupazione simbolica di Wall Street. I media mainstream ne parlano poco (o niente), ma il movimento "OccupyWallStreet" sembra determinato a portare avanti questa protesta pacifica con tenacia e determinazione, nonostante gli interventi della polizia newyorkese che non ha lesinato l’uso della forza. Gli attivisti hanno piazzato le tende nello Zuccoti Park, ribattezzato "Liberty Square" e hanno creato un blog, una sorta di diario quotidiano della protesta dove è possibile trovare video e foto, oltre che un servizio di live streaming e tutte le informazioni sul presidio (https://occupywallst.org/). Tra gli slogan ricorrenti del movimento di "Occupa Wall Street" ce n’è uno in particolare che è diventato un po’ il simbolo della protesta, tantoche gli attivisti di autodefiniscono così anche nei comunicati ufficiali: "We are 99%", "Noi siamo il 99%", a sottolineare il carattere popolare delle rivendicazioni, contro lobbies e corporation e contro lo strapotere del Dow Jones. "La cosa che abbiamo in comune è che noi siamo il 99% che non tollera più l’avidità e la corruzione dell’1%", dicono i manifestanti. Non sono mancati negli ultimi giorni anche volti noti nel presidio di "Liberty Square". Susan Sarandon e Michael Moore hanno portato il loro sostegno ai manifestanti, mentre Noam Chomsky ha annunciato la sua solidarietà. Ma nei giorni passati ci sono stati anche molti momenti di tensione con decine di arresti e cariche della polizia sui manifestanti. Ma, come detto, non sembra proprio che la protesta degli indignati d’oltre oceano stia volgendo al termine. Secondo alcuni tweet (#occupywallstreet) questa notte al presidio di Zuccotti Park hanno dormito in 1.500. E oltre a questo si assiste ad un "contagio" in altre città comeSan Francisco e Chicago, mentre a Boston i manifestanti hanno marciato fino alla Bank of America.
Fabrizio Ricci, rassegna.it

 









   
 



 
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