Non fatevi ingannare dal titolo, sappiamo che il nostro - pardon, loro - premier si è tenuto a galla per anni con i lavori più disparati. Di molti si è vantato anche nella sua esilarante autobiografia, che troppi hanno preso sul serio. Il Berlusconi croupier è l’ultimo scoop di Milena Gabanelli e della squadra di Report su come il governo abbia barato su L’Aquila e sui giochi on line, da cui doveva tirar fuori i fondi per la ricostruzione. E le carte sono truccate se è vero che un’azienda del premier, la Glaming (è al 70% di Mondadori), partecipa a questo business. Le regole della partita - come specifica la Gabanelli su Reportime, lo spazio che ha sul sito del Corsera -, a detta di Mondadori sono state seguite con scrupolo ed etica, peccato che siano state scritte (anche) da Berlusconi medesimo. Provate a giocare a poker con giocatori professionisti, tenendo gli assi nella manica e guardando loro le carte: se vi scoprono, passerete un brutto quartod’ora. Qui è chi svela l’inganno, invece, ad essere attaccato. Eppure Report - che di cause non ne perde, le loro inchieste durano mesi - è un’eccezione nella nostra informazione e nella nostra tv. Sigfrido Ranucci (scoprì lo scandalo del "Fosforo bianco", arma di distruzione di massa che gli americani usarono a Fallujah) si è "solo" letto bene una montagna di carte e ha fatto il bravo giornalista, incrociando dati e andando sul campo. Potrebbero farlo tutti, magari meno bene di questo eccellente collega, ma non succede. E allora guardiamoci Report, la domenica sera su RaiTre, perché è tra le poche cose che rende ancora il nostro un paese civile e la televisione degna d’essere guardata. E non solo per l’ennesimo scandalo scovato riguardo al premier, anche per la citazione di un personaggio come Thomas Sankara, parlando della debitocrazia. Un eroe della sinistra africana, un rivoluzionario vero, ucciso dai grandi capitali occidentali, da chi vedeva male (Cia, Francia & C.) la lottadel suo Burkina Faso contro Fmi e affini. E’ la prima volta che lo sento citare, in Italia, sul piccolo schermo. Grazie due volte, Report. Boris Sollazzo
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