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Torna lo spettro degli appalti truccati nella sanità a Foggia. I carabinieri del Nas di Bari hanno eseguito 6 misure cautelari in carcere ed agli arresti domiciliari nei confronti di 2 medici, 3 dirigenti d’azienda ed un funzionario dell’Asl di Foggia ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, falso e truffa ai danni del servizio sanitario nazionale. Il giro d’affari è di circa 240mila euro. In manette sono finiti il dirigente dell’area patrimonio dell’Asl Nazario Di Stefano e lo pneumologo Paride Morlino, mentre hanno ottenuto i domiciliari Matteo Manzella, anch’egli pneumologo e i dirigenti di due aziende nazionali, Jacopo Bellinati, Michele La Gioia e Giovanni Viesti. L’indagine ha scoperto numerose truffe a danno della Asl di Foggia con prescrizioni, da parte dei medici specialisti arrestati, di ventilatori polmonari: in pratica venivano richiesti non solo i dispositivi, ma erano indicati marca,modello e aziende produttrici. In questa maniera i coinvolti favorivano illecitamente due s. p. a. operanti nel settore, la Medicair Italia e Vitalaire Italia, oltre a far lievitare i prezzi corrisposti per le forniture dalla Asl, superiori a quelli di listino, senza ricorrere alle procedure pubbliche di acquisto, secondo la normativa vigente. Le indagini sono condotte da Antonio Laronga, sostituto procuratore presso il tribunale di Foggia. In alcuni casi, è stato accertato che alcuni ventilatori polmonari venissero prescritti per pazienti già in possesso delle stesse apparecchiature funzionanti. LE ALTRE INDAGINI - L’azienda sanitaria foggiana è stata più volte al centro della cronaca. E’ del mese scorso, infatti, l’avviso di garanzia ricevuto dal direttore generale, Ruggiero Castrignanò, accusato di favoreggiamento nei confronti di Antonio Di Biase, amministratore unico di Sanitaservice, l’azienda che vede l’Asl come socio unico incaricata della stabilizzazione deiprecari della sanità. Utilizzando il suo ruolo in seno all’azienda sanitaria locale, Castrignanò avrebbe favorito l’assegnazione di una Bmw X3 a Di Biase, indagato per il reato di peculato proprio perché lo scorso mese di agosto si sarebbe appropriato della vettura e l’avrebbe utilizzata anche per questioni prettamente private, come la partecipazione a matrimoni. LA TRUFFA DI MARZO - A marzo i nas di Bari scoprirono una truffa ai danni del sistema sanitario nazionale messa a segno da due funzionari dell’asl di Foggia e due imprenditori. I coinvolti furono Raffaele Granatiero, Nazario Di Stefano, nonché il tecnico installatore Giovanni Bruno e Vincenzo Nuzziello, noto imprenditore foggiano e fratello del consigliere regionale Anna Nuzziello. L’imprenditore fu arrestato anche nel febbraio 2006 per motivi simili. Ieri un nuovo blitz e ancora il suo nome. L’oggetto dell’indagine fu una gara d’appalto deliberata nel 2008 per l’acquisto di attrezzature sanitarie che servivano amarchiare i ferri delle sale operatorie degli ospedali di Manfredonia, Cerignola, San Severo e Lucera, per renderli sempre riconoscibili in caso di furto. Un’eventualità che non valeva certo lo stanziamento di 208mila euro per acquistare tutta la strumentazione, fra l’altro mai collaudata ed utilizzata, tanti che il gip Carlo Protano ritiene inesistente il presupposto che ha dato vita alla gara, ovvero "l’urgenza di acquistare queste attrezzature per evitare l’interruzione del servizio". LE FALSE DETERMINE - Due mesi dopo il 9 maggio, il servizio sanitario nazionale fu beffato ancora una volta con una truffa del valore di oltre un milione di euro, con tanto di firme, fatture e determine false. La guardia di finanza di San Severo arrestò Giuseppe Contessa, infermiere all’ospedale Masselli Mascia di San Severo, nonché consigliere comunale di Futuro e Libertà a San Nicandro Garganico e il 48enne Liberato Volpe, presidente della società cooperativa CSS di Isernia. Per loro le accusesono di falso e truffa aggravata ai danni del servizio sanitario nazionale. Secondo le indagini i due, attraverso le società cooperative, avrebbero presentato fatture per servizi mai prestati o differenti dalle attività contenute nelle determine dirigenziali. In questi documenti spesso erano apposte anche firme false di dirigenti Asl. Piero Russo-repubblica.it
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