Berlusconi: da Mediaset neanche un euro
 







Rosario Amico Roxas




Vivaddio...!  Non hanno un euro bucato !  Versata la somma a  CIR, con l’andamento fallimentare di Mediaset che perde ben oltre il 55%, mentre le banche premono per limitare i danni stante le enormi scoperture in profondo rosso, non trovano un euro neanche ad elemosinarlo. La sola via di salvezza sarebbe rappresentata dalle concessioni gratuite che faciliterebbero il rilancio di mediaset e gli investimenti dei risparmiatori in borsa. Ma se tali concessioni vanno in asta pubblica, allora si perfezionerebbe il fallimento  con i registri al Tribunale di Milano. Intanto gli avvocati difensori Ghedini e Longo, anche se in pubblico manifestano ottimistiche certezze, in privato confessano all’ex premier che la multa a CIR potrebbe essere ridimensionata dalla Cassazione, ma sempre sull’ordine di 500 milioni di euro.
Stessa sorte per Mondadori, in perdita dal massimo dell’anno di oltre il 50%, mentre Mediolanum si barcamena ed offreinteressi fuori mercato pur di raccogliere liquidità da investire in acquisti di azioni Mediaset  e Mondadori nel vano tentativo di incoraggiare investimenti che non arrivano (come sono arrivati in altre due occasioni con la legge Gasparri e con gli investimenti americani contestuali all’invio del contingente italiano nella guerra di Bush in Iraq, per salvare dal fallimento l’azienda pilota del cavaliere).
Fallito anche il tentativo piuttosto patetico di stimolare investimenti, sostenendo ".,.se avessi liquidità sufficiente investirei nelle mie aziende"..., ma i piccoli risparmiatori non sono caduti nella trappola e i più oculati sono riusciti a liberarsi di quelle azioni, accettando la vendita in perdita, pur di salvare il salvabile.
L’asta non interessa Mediaset... come dire:"quell’uva è acida, non mi interessa".
Da qui la sua disperazione, perchè vede svanire il suo sogno di grandezza, e con esso il castello di sabbia costruito sulle apparenze, che doveva culminare alQuirinale, anche se, per esorcizzare la sua condizione, la attribuisce ad altri, come suo collaudato sistema. Si è accorto di non avere vie di fuga: se fa cadere il governo allora perde le elezioni; se questo governo prosegue la sua marcia, viene dimostrato che la gravità della crisi è dovuta al suo tergiversare intorno alle sue leggi ad personam e al suo incosciente ottimismo (ristoranti pieni, aerei pienissimi, nazione di benestanti...) nel negare l’evidenza... e perde le elezioni.
Il calo di consensi è dovuto all’acronimo PdL che “non tira”; così giustifica l’andamento da precipizio del suo partito: colpa dell’acronimo, cioè dell’apparenza; non si arrende a riconoscere di avere sbagliato tutto e di far pagare agli italiani un prezzo troppo alto per l’errore di averlo votato.
Intanto fuggono in cerca di salvezza la Craxi, Benetton, la Moratti, e altri in lista d’attesa; gli rimangono fedeli solo i servi, perché l’esser servi non è una condizione sociale bensì una condizionementale.









   
 



 
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