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Gli articoli di stampa di questi ultimi giorni mi obbligano ad alcune precisazioni. Innanzitutto sono dell’avviso che quasi sempre la verità è più semplice del teorema e della supposizione. A me preme ribadire che la scelta inequivocabile dell’Azienda è per la legalità. La politica deve fare politica e per il vero da noi non interferisce con la gestione. Noi della Direzione Generale vogliamo Amministrare questa Azienda in maniera nuova ed innovativa. Rendere il Presidio Ospedaliero rapidamente più sicuro, più tecnologico e più competitivo. Ciò impone scelte coraggiose, abili e abbastanza forti. Avverto che ci sono in giro molti scettici. A noi interessano i fatti, solo i fatti. Stiamo ricostruendo a pezzi l’Ospedale, stiamo immettendo risorse umane di grande valore e stiamo migliorando le tecnologie. Qualcuno dice che stiamo accumulando anche debiti. Invero il nostro disavanzo viaggia su 20 milioni di euro. Cospicuoma non eccessivo se paragonato con quelli degli ospedali di Bari, Brindisi, Lecce e Taranto. Il nostro problema essenziale è quello di recuperare e rimodulare le attività sanitarie. L’Ospedale è in affanno perché non attrae più: vecchi gli edifici, obsolete le tecnologie, ridotti i ranghi di personale medico ed infermieristico. Il rimedio non può essere il ritorno in maniera ossessiva all’equilibrio di bilancio che ci porterebbe speditamente alla emarginazione e fuori mercato. Di contro una politica di investimenti nelle discipline strategiche quali l’oncologia, i trapianti, la cardiochirurgia, il sistema della emergenza-urgenza, i grandi impianti, può salvarci dal sicuro naufragio consentendoci di ritornare saldamente alla nostra vera missione aziendale. Siamo o non siamo un policlinico ospedaliero - universitario? Solo dopo una fase caratterizzata da un forte impiego di capitali in strutture e tecnologia può rinascere un nuovo equilibrio finanziario ad un livello diqualità molto più alto ed avanzato dell’attuale. Questo è il nostro vero obiettivo che è anche l’obiettivo della Regione di cui la Direzione Generale è espressione. Non è cosi che si agisce nel privato? C’è qualcuno che non condivide? Dica perché, con serie argomentazioni e accetti democraticamente il confronto. Abbiamo trovato un Azienda stremata e piegata. Senza dirigenti. Ci siamo anche noi messi a lavorare come fossimo ordinari funzionari, e per stato di necessità abbiamo acquisito delle indispensabili collaborazioni di buon livello che ci hanno aiutato a risalire, a costruire una progettualità complessiva e a produrre azioni concrete. Mi chiedo quali azioni di stimolo sono state esercitate negli ultimi venti anni se oggi nonostante investimenti miliardari, che hanno prodotto solo contenzioso, abbiamo ereditato un ospedale vecchio e malandato. Ma questo non è un mio problema. Il mio sguardo è rivolto in avanti. Dobbiamo costruire edessere protesi verso un futuro migliore. Ed è ciò che stiamo facendo con metodo e razionalità. Ma le difficoltà risultano a volta insormontabili. La vicinanza del Presidente della Giunta Regionale, dell’Assessore Regionale alla salute e del Direttore Generale dell’ARES ci danno forza per andare avanti. Intanto oggi noi stiamo subendo continue vessazioni. I miei dipendenti vengono minacciati, si richiedono atti in ogni momento e in gran quantità, si denuncia sui giornali l’esistenza di “assi” che non esistono ma a cui si vorrebbero attribuire scelte delicate ed importanti. Se tutto questo nasce dallo scetticismo e dalla diffidenza, dico, fateci lavorare e poi giudicateci sulle cose realizzate. Per di più invito tutti a starci vicino per fare meglio insieme perché la posta in gioco è il destino e il tipo di sviluppo degli Ospedali Riuniti che in definitiva significa sostenere una Sanità più moderna, più ordinata, più decorosa e più veloce nel soddisfarela domanda sanitaria. Mi chiedo in quale debacle ci saremmo trovati oggi se per tempo non avessimo avvertito l’urgenza di rinnovare entrambe le TAC stante i recenti cedimenti tecnici delle vecchie ed obsolete tecnologie. La nostra vera forza resta comunque la moderazione e la strenua volontà di operare per il bene comune in armonia ed in accordo con tutti e nel rispetto delle norme. Noi non ci riteniamo infallibili, ed è per questo che ricerchiamo volentieri e di buon grado il dialogo e il confronto, ma mai agiremo per la difesa di interessi che non siano quelli della gente. Stiamo realizzando in maniera silenziosa e discreta una vera svolta, c’è molto entusiasmo negli operatori, i primi risultati già si vedono. Si vuole impedire tutto questo? È anche possibile ed alquanto facile: basta manipolare e distruggere la verità. Ma attenti, di questi tempi, ingannare troppo a lungo non è più possibile. C’è qualcuno, come si diceva nel primo ottocento, più intelligente diVoltaire e questo qualcuno è la “gente” ossia, come diciamo oggi, l’opinione pubblica. Tommaso Moretti
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