Libera, firme contro i corrotti
 











don Luigi Ciotti

"Corrotti per il bene comune restituiscano  cio’ che hanno rubato". si chiama così la campagna lanciata da Libera, l’associazione di Don Luigi Ciotti e da Avviso Pubblico (la rete degli enti locali per la formazione civile contro le mafie). Una mobilitazione - iniziata un anno fa - che ha raccolto un milione e mezzo di cartoline che saranno consegnate al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Nell’appello-cartolina  Libera e si rivolge a Napolitano per chiedere di intervenire affinché governo e parlamento  adeguino il nostro codice alle leggi internazionali anticorruzione 1, a  partire da quelle stabilite  dalla Convenzione di Strasburgo del 1999.
Libera e Avviso Pubblico chiedono che venga resa operativa la norma che prevede la confisca e il riutilizzo sociale dei patrimoni  sottratti dai corrotti al bene  comune. Sull’esempio dei beni confiscati ai mafiosi. "La corruzione inquina i processi dellapolitica, minaccia il prestigio e la credibilità delle Istituzioni, inquina e distorce gravemente l’economia, sottrae risorse destinate al  bene della comunità, corrode il senso civico e la stessa cultura  democratica" sostengono el associazioni. Che ricordano
come la corruzione sia "una tassa occulta", che trasforma risorse  pubbliche in profitti illeciti.
"Stando alle cifre è come se ogni  italiano fosse costretto a versare 1.000 euro l’anno nelle  casse del malaffare e dell’illegalità" spiegano. Per questo è necessario ratificare le convenzioni internazional: quella di Strasburgo, del 1999, che prevede l’introduzione nel nostro codice penale di delitti importanti, come la corruzione realizzata con favori e regali invece che con la classica mazzetta, la corruzione tra privati, l’auto riciclaggio. Inoltre è necessario modificare i termini di prescrizione, oggi troppo brevi, prevedere la possibilità di operazioni sotto copertura e introdurre la figura delcollaboratore di giustizia per i reati di corruzione, come avviene per quelli di mafia. E Per concludere la confisca dei beni per indirizzarli verso un uso sociali. Le norme ci sono, si tratta di attuarle.
Disco verde dalle Regioni. "Il nostro parere è positivo" dice il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani - Ciò significa che le Regioni partecipano allo sforzo di riduzione dei costi. Ci auguriamo che di qui in avanti cresca il tasso di equità della manovra".









   
 



 
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