Michele Emiliano, sindaco del Pd di Bari, Monti è uomo della destra, va mandato a casa il prima possibile
 











Sindaco Emiliano

Alla vigilia dell’Assemblea nazionale del Pd, il sindaco di Bari, Michele Emiliano, sceglie per mandare un chiaro messaggio a Bersani: "Dobbiamo definire un’agenda rapida su ciò che Monti deve ancora fare e poi bisogna andare alle elezioni il più velocemente possibile". E avverte: "Monti è un esponente della destra finanziaria europea. E’ una persona per bene, ma costituisce l’assoluto opposto rispetto al posizionamento politico che deve avere un partito di sinistra come il Pd". Poi, parlando di alleanze, rispolvera la foto di Vasto e difende Vendola: "Non riesce a dialogare con Bersani e Di Pietro. Il governatore pugliese può essere utilizzato per la costruzione di una alleanza reale, ma Vendola deve essere trattato al pari degli altri leader"
Il Pd, in questo incondizionato appoggio a Monti, sta perdendo la sua identità di sinistra?
"Io non parlerei di un appoggio incondizionato. Il Pd è un partito di persone serie. Sfuggealla nostra capacità votare a favore di qualcuno e poi criticarlo a spada stratta come invece fa il Pdl, che pure vota gli stessi provvedimenti che votiamo noi. Ma hanno una abilità trasformistica molto più intensa. Così riescono a fare una cosa con la destra e contraddirla con al sinistra. E’ il principio di non contraddizione che sta frenando il Pd dal mostrare tutta la sua sofferenza nel sostenere il governo Monti".
Perché sostenere Monti allora?
"Sono motivi legati agli indirizzi che il Presidente Napolitano ha dato a tutta la nazione: la salvezza patria. Ma le garantisco che da Bersani all’ultimo dei militanti il governo Monti non è il governo del Pd e non lo sarà mai".
Alcuni, anche nel Pd, sostengono che Monti sia un uomo di destra, secondo lei?
"Monti è un esponente della destra finanziaria europea. E’ un uomo che sta in mezzo alle banche e alle istituzioni finanziarie da sempre. E’ espressione di quel mondo e ha ricoperto ruolichiave per conto di quel sistema. Che è legittimo, certo, e Monti è una persona per bene, ma che costituisce l’assoluto opposto rispetto al posizionamento politico che deve avere un partito laburista, riformista di sinistra come deve essere il Pd. Noi dobbiamo difendere coloro che non contano un granché nel mondo, non difendere le ragioni di chi è già forte".
Oggi e domani si terrà l’assemblea nazionale del Pd, quale linea dovrebbe uscire dall’incontro?
"Noi dobbiamo definire un’agenda rapida su ciò che Monti deve ancora fare e poi dobbiamo andare alle elezioni il più velocemente possibile".
E quali provvedimenti devono essere ancora presi?
"Bisogna fare questa ’fase due’ per la crescita. Se noi non lavoriamo su ipotesi di sostegno della domanda tutte queste manovra recessive che Monti ha fatto non avranno alcuna utilità perché ci sarà un crollo delle entrate tributarie. Siamo entrati in un circolo vizioso che è l’inverso dell’acceleratorekeynesiano degli investimenti. Oggi prevalgono invece le idee di Von Hayek sul monetarismo e di Friedman che hanno portato il capitalismo allo sfacelo".
Domenica ci sarà un incontro Vendola, De Magistris e il leader della Fiom Landini. Sta nascendo un nuovo soggetto politico più di sinistra?
"Assolutamente no. Non stiamo costruendo un quarto polo. Di partiti ce ne sono già abbastanza in Italia".
Quali le motivazioni di questo incontro?
"Con l’Idv e Sel bisogna capire qual è il programma che si può mettere in comune per allearsi. Vendola ritiene che nel Pd e nell’Idv gli interlocutori fondamentali siano il sottoscritto e il sindaco di Napoli. Questo è grave perché significa che Vendola non riesce a dialogare con Bersani e Di Pietro".
Vendola si sente ’snobbato’ dagli altri due leader?
"Secondo me isolare Vendola nel suo ruolo di costruttore della sinistra è un errore. Il governatore pugliese, sia pure con moltecontraddizioni, può essere utilizzato per la costruzione di una alleanza reale. Ma Vendola deve essere trattato al pari degli altri leader".
Quindi lei vede di buon occhio l’alleanza di Vasto?
"E’ meglio strappare quella foto. Era una immagine triste e asfittica. Dobbiamo rifare una bella foto in cui Di Pietro, Bersani e Vendola siano nel mezzo del popolo italiano con quelle persone che da sole non contano nulla e che hanno bisogno dello Stato e di un partito di sinistra per avere un ruolo nella storia".Tommaso Cinquemani-affaritaliani.it









   
 



 
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