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E’ occasionale che alcune tra le più importanti strutture sanitarie private/accreditate siano al centro di vicende, anche giudiziarie, che rischiano (anche ingiustamente) di minarne la credibilità e l’efficienza? Può la sicurezza sui luoghi di lavoro sanitari influire sulla qualità delle prestazioni assistenziali? Il sistema sanitario nazionale sta attraversando una fase in cui l’attacco al pubblico è affiancato da una operazione che getta schizzi di fango su un certo tipo di privato, a tutto vantaggio di un modello che guarda all’assicurazione privata di stampo statunitense. L’attacco al mondo del lavoro nel sistema sanitario privato è risaputo. Oltre tutto, rispetto a quello che accade nel pubblico, ci sono lavoratrici assunte con la Bossi/Fini che hanno il permesso di soggiorno legato al contratto di lavoro e non "rischiano" il licenziamento per non rischiare di diventare clandestine, lavoratrici che hanno contratti all inclusive- appartamento - orario di lavoro - iper mansionamento, costrette a turni massacranti e orari inauditi. Ci sono operatrici delle ditte di pulizia iperflessibili, part-time, con orari spezzati fra mattino e pomeriggio (e 450 euro di stipendio). E questo nel pubblico succede di rado. Ma c’è una dimensione particolare che andrebbe approfondita: la sicurezza sui luoghi di lavoro, che spesso non vuol dire solo sicurezza per gli/le operatori/ici ma troppo spesso anche per i malati. La vicenda è ancora poco chiara e merita di essere osservata più attentamente. A indagini aperte e prime iscrizioni sul registro degli indagati il condizionale non può mancare. Che interesse può avere un datore di lavoro a non tenere in giusta considerazione la tutela, in termini di salute, dei propri lavoratori? E comunque, se l’applicazione della tanto decantata L.626/94, oggi D.Lgs.81/08, che riassume in un unico Testo Unico tutte le facce del poliedrico concetto di sicurezza, se l’applicazione diqueste avveniristiche e tanto invidiate leggi, come dicevamo, ha un prezzo, è possibile che si risparmi sulla sicurezza per contrarre la spesa? La risposta naturalmente è affermativa ma le motivazioni sono varie. I protocolli di osservazione del personale sanitario (visite, esami del sangue, ecc.) sono cadenzati nel tempo e dipendono da alcuni fattori, non ultimo lo stato di salute del dipendente e la specifica valutazione del rischio al quale il dipendente è esposto per motivi di lavoro. E’ tacito che un lavoratore che opera in un reparto con pazienti affetti da malattie respiratorie (semplifichiamo) sarà "osservato/valutato" per il rischio diretto di contrarre malattie specifiche (come ad esempio la tbc) ed indiretto di trasmissione delle malattie a terzi (familiari, colleghi, pazienti). Quando lo stesso personale cambia servizio o reparto, cambiano i protocolli di osservazione/valutazione anche se di norma andrebbe considerato che alcune patologie eventualmente contratte nelprecedente servizio o reparto dovranno essere controllate nel tempo, vista anche la specifica peculiarità di alcune malattie di, diciamo, positivizzarsi dopo periodi anche lunghi. In termini di spesa (l’unico metro che sembra interessare il sistema), per l’accertamento dello stato di salute di un infermiere che opera in un servizio neonatale ed ha operato precedentemente in una bronco-pneumologia (per non semplificare) questo corrisponde naturalmente ad un impegno economico maggiore (esami specifici per la neonatologia e per alcune malattie trasmissibili potenzialmente contratte in bronco-pneumologia). Tutto questo, naturalmente andrebbe protocollato, reso cioè fruibile da qualsiasi struttura (medico competente) tenuta ad osservare le procedure a garanzia della tutela dei lavoratori sui luoghi di lavoro. Ma chi controlla i controllori? Secondo aspetto: un infermiere non più idoneo a svolgere alcuni aspetti professionali (quando non addirittura tutti) deve essere disposto in altroservizio che non confligga con quello che ha determinato la non idoneità (parziale o totale, temporanea o perenne). Ad esempio, di norma, un infermiere con un’ernia del disco deve essere disposto in un servizio dove non si debbano movimentare pazienti che pesano più di 20 Kg; ne consegue, spesso, che l’infermiere è disposto in un reparto di prima infanzia, cioè in una pediatria dove l’esiguo peso dei ricoverati non lo metta a rischio ulteriore di malattia. Purtroppo però spesso succede che quell’infermiere si ritrova in un turno con organico inferiore al dovuto (la carenza di personale, si ricordi, è conseguenza dei tagli) e invece di sollevare un solo bambino di 20 Kg, è costretto a mobilizzarne 4 o 5 in un’intera giornata di lavoro: la legge è garantita, la salute no! E ancora, di fronte alla grave carenza di personale di assistenza, e non solo, ed in considerazione anche di modelli assistenziali che ne prevedono sempre un minor uso (il modello per intensità di cure) è facileche aumenti esponenzialmente il personale con "ridotte" capacità lavorative. Non dimentichiamoci che ad esempio l’età media degli infermieri, complice anche il blocco del turn over, cresce esponenzialmente di anno in anno. Se ne deduce che è estremamente facile, in una popolazione di infermieri con 45-50 anni di età e 20-25 anni di lavoro in corsia, individuare patologie "fisiologiche" che inesorabilmente rischiano di avviare quel personale verso compiti e mansioni "meno gravose" (ed economicamente meno vantaggiose visto che buona parte del salario è legato alla turnistica e a servizi particolarmente "pesanti"). Se ne deduce che osservare strenuamente i tempi previsti dalla norma per sottoporre a visita di controllo il personale rischia di aumentare i non idonei al servizio. In ultimo, una considerazione: il soggetto che dispone, dopo un attento studio, le condizioni di idoneità ai compiti lavorativi di un infermiere è il medico competente, che spesso proprio in base allevalutazioni che esprime, rischia di disporre lavoratori/ici verso altri ambiti lavorativi depauperando il personale, non diversamente sostituibile, di servizi e reparti. Da chi dipende questo professionista? Dal datore di lavoro che nello specifico è il direttore generale. E nella brunettiana logica della meritocrazia quando verrà premiato questo dirigente, quando garantirà più infermieri in servizio nei reparti a turnare (magari non indagando più di tanto o per nulla) o quando ne disporrà a decine in servizi ambulatoriali con carichi di lavoro minori? Sabino Venezia Dopo anni di schiavitù… è ora di affermare la nostra volontà di cambiare per e con i lavoratori per e con i cittadini… Affermiamo il diritto al lavoro e il diritto alla salute contro lo sfruttamento, il clientelismo, l’abbandono dei malati… 1- Rispetto e piena attuazione delle norme in materia di diritto alla informazione, relazioni sindacali, partecipazione alla vita democratica, come richiamato dellenorme specifiche, non ultima quella relativa allo Statuto ai sensi della L.142/90; 2- Rispetto e piena attuazione delle norme in materia di anti-mafia, con particolare riguardo agli appalti, forniture e altri rapporti con soggetti esterni; 3- Indagine conoscitiva affidata ad un gruppo di lavoro costituito da rappresentanti di tutti i servizi, reparti e divisioni, ospedalieri e territoriali, alfine di costruire una mappa dei bisogni,delle risorse formali e informali presenti sul territorio; 4- Ri-organizzazione dei servizi ospedalieri e territoriali in moduli Dipartimentali e nei Distretti socio-sanitari, in ottemperanza ai riferimenti normativi vigenti nello specifico, attivando gli stessi moduli, in modo compatibile ed efficace, sia pure parzialmente,richiedendo le necessarie deroghe alla Regione, ove conseguenti; 5- Ri-determinare il bilancio nella direzione degli investimenti in conto capitale e spesa corrente che destinino almeno il 25% alla prevenzioneprimaria (igiene pubblica e ambientale, medicina del lavoro, tutela materno-infantile, prevenzione delle tossicodipendenze nella sua accezione più ampia, medicina scolastica), ri-equilibrando la restante spesa nel senso dell’attenzione alla prevenzione secondaria e terziaria ( con particolare riferimento agli anziani ai portatori di handicap, ai non autosufficienti, ai disagiati mentali, ai tossicodipendenti,realizzando strutture e attività sul territorio, in ambito domiciliare, comunque alternative alle forme di Istituzionalizzazione viepiù frequenti e non compatibili peraltro con la ricerca di un più corretto e conveniente rapporto costi/benefici) nonché all’assistenza e alla riabilitazione, in tal modo garantite in continuità con le attività di prevenzione, primaria, secondaria e terziaria, alfine di attivare SERVIZI VERI PER BISOGNI VERI DELLA GENTE, NON ASSISTENZIALISTICHE, BENSI’ GESTITI SOCIALMENTE. Nessuna prospettiva di cambiamento è possibile senza il pieno rispettodelle norme in materia di relazioni sindacali e di contrattazione, per l’affermazione dei diritti-doveri dei lavoratori e dei cittadini e per il concretizzarsi di una cultura e pratica della solidarietà. Essenziale è che: la prima forma di “risanamento” è quella morale, nonché quella legata all’individuazione di responsabilità personali e patrimoniali, facendo pagare a chi ha truffato e degradato la Sanità ad un mercato o meglio al proprio supermercato, in quanto vanno indispensabilmente recuperati i beni materiali e finanziari sottratti alla gente!! Come se non bastasse scandaloso attribuzione incarico Direttore Area Gestione Patrimonio Dr. Cervia Cesare, come da riferimento alla nota n. 4130/D.G. del 14 luglio u.s. pubblicata sul sito internet della ASL della Provincia di Foggia relativa all’avviso in oggetto: ASL FG "Avviso pubblico per l’attribuzione di n. 1 incarico a tempo determinato ai sensi dell’art. 15-septies, comma 2° del d.lgs.502/92 e s.m.i. di direttore dell’Area Controllo di Gestione". Errata determinazione. ASL FG Deliberazione n. 1254 del 25/08/2011 "ammissione candidati Avviso per l’attribuzione di n. 1 incarico a tempo determinato ai sensi dell’art. 15 septies, comma 2 del d.lgs. 502/92 e s.m. e i. di direttore dell’Area controllo di gestione ». Errata determinazione ASL FG Deliberazione n. 1255 del 25/08/2011 «costituzione Commissione esaminatrice, Avviso per l’attribuzione di n. 1 incarico a tempo determinato ai sensi dell’art. 15 septies, comma 2 del d.lgs. 502/92 e s.m.i. di direttore si Area controllo di gestione. ». Errata determinazione. “denuncia” l’ illiceità e la irregolarità in ordine ai seguenti elementi normativi: . a) l’indizione dell’Avviso pubblico avrebbe dovuto essere preceduto da un atto deliberativo e pubblicato sul BURP, a partire dalla cui data poi far decorrere i termini (entro e non oltre 15 giorni) di presentazione delle domande di selezione comparativa daparte degli eventuali soggetti interessati. b) La legge 23 dicembre 2009, n. 191 disposizione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ai commi 71 e 72, ribadendo che gli enti del Servizio sanitario nazionale concorrono agli obiettivi di finanza pubblica prescrivono che gli stessi nel triennio 2010-2012 adottino le misure necessarie per ridurre le spese, di qualsiasi natura, del personale e che, nell’ambito degli indirizzi fissati dalle regioni, anche in connessione con i processi di razionalizzazione ed efficientamento della rete ospedaliera, per il conseguimento degli obiettivi previsti dal comma 71, predispongano un programma annuale di revisione della consistenza di personale dipendente, anche a tempo determinato, finalizzato alla riduzione della spesa complessiva per il personale; fissano parametri standard per l’individuazione delle strutture semplici e complesse, nonché delle posizioni organizzative e di coordinamento, rispettivamente delle aree della dirigenza edel personale di comparto del Servizio sanitario nazionale. c) La legge regionale Puglia 24 settembre 2010, n. 12 denominata "piano di rientro 2010-2012. Adempimenti", con l’art. 2 vieta ai direttori generali delle Aziende sanitarie locali di procedere alla copertura, mediante incarichi a tempo indeterminato e a tempo determinato, dei posti resi si vacanti a partire dalla data di entrata in vigore della presente legge, consentendo, nel rispetto dei limiti di spesa di cui all’art. 2, comma 71 della richiamata legge 191/09, solo la copertura dei posti disponibili per mobilità tra enti ed aziende del Servizio sanitario regionale. Deroghe alla legge in parola sono consentite solo ed esclusivamente in caso di comprovata necessità e urgenza, accertata l’impossibilità di garantire l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza con il personale in servizio e là dove risultassero inefficaci le procedure di mobilità e comunque sempre entro i limiti di spesa previsti dal più volterichiamato art. 71 della legge finanziaria 191/09. d) Il DIEF del Servizio Sanitario Regionale di Puglia per l’anno 2010 e per il triennio 2010-2012, dicembre 2010, definisce le linee, gli indirizzi e gli adempimenti del Piano di Rientro 2010-2012, conformandosi a quanto il legislatore nazionale ha sancito con la legge 191/09 e ponendo in capo ai direttori generali delle AsI della Regione Puglia la responsabilità di rispettare i vincoli di spesa decisi con il piano di rientro e gli adempimenti che da esso derivano. Al punto 11) del DIEF "razionalizzazione della spesa per consulenze ed incarichi sanitari e non sanitari" testualmente viene stabilito che" .... le Aziende sanitarie e gli istituti pubblici del SSR riducono la spesa per consulenze ed incarichi sanitari e non sanitari (ex arto 15 septies D.lgs. n. 502/92) secondo quanto di seguito riportato al fine anche di valorizzare adeguatamente le professionalità interne..... omissis.... L’affidamento di incarichi in assenza deipresupposti di cui alle norme vigenti ed ai seguenti indirizzi costituisce illecito disciplinare e determina responsabilità erariale. Le Aziende sanitarie e gli enti pubblici del SSR sono obbligati ad alimentare puntualmente il sistema di monitoraggio degli incarichi di consulenza attivato dalla Regione Puglia". e) Inoltre, si fa rilevare che la deliberazione ASL FG n. 491/2011 "Proposta copertura perdita di esercizio 2010 ai sensi dell’art. 33, cc 1, 2 e 3 L.R. 30 dicembre 1994, n. 38" richiamando la deliberazione D.G. 490 del 29.04.2011, attesta a C 64.290.560,65 la perdita di esercizio dell’Azienda per l’anno 2010, alla cui copertura non può provvedersi con mezzi propri, e riversa alla Regione l’onere del ripiano. f) Per quanto attiene alle deliberazioni 1254 e 1255, discendenti dall’avviso suddetto e relative all’ammissione dei candidati per l’attribuzione di un incarico di direttore dell’Area controllo di gestione e alla costituzione della relativa commissioneesaminatrice, si fa osservare che il quadro normativa in materia di incarichi e consulenze esterne come definito dall’art. 7, comma 6 del d.lgs. 165/2001, nella versione novellata dalla legge 248/2006 (cfr. Art. 32) elenca in modo puntuale i presupposti necessari ai fini del conferimento dell’incarico dai quali si ricava che la prestazione deve essere altamente qualificata e che le PP.AA. disciplinano e rendono pubbliche procedure comparative per il conferimento degli incarichi di collaborazione. La legge 133/2008 e l’applicazione giurisprudenziale dei principi in essa contenuti in materia di responsabilità amministrativo-contabile, nel ribadire il carattere di eccezionalità del conferimento di incarico ne ammette la liceità soltanto a particolari condizioni quali situazioni di urgenza o di particolare complessità dell’oggetto e sempre in carenza di idoneo personale interno. Infine e con riferimento alle (( linee di indirizzo e criteri interpretativi sulle disposizioni dellalegge 30 dicembre 2004, n.311 (finanziaria 2005) in materia di affidamento di incarichi di studio o di ricerca ovvero di consulenza (art. l,commi Il e 42))) come approvate nell’adunanza del 15 febbraio 2005 delle Sezioni riunite della Corte dei Conti in sede di controllo, sono da considerare i seguenti criteri di valutazione della legittimità dell’affidamento degli incarichi esterni : • Rispondenza dell’incarico agli obiettivi dell’amministrazione; • Inèsistenza all’interno della propria organizzazione della figura professionale idonea allo svolgimento dell’incarico, da accertare per mezzo di una reale ricognizione; • Indicazione specifica dei contenuti e dei criteri per lo svolgimento dell’incarico; • Proporzione fra il compenso corrisposto all’incaricato e l’utilità conseguita dall’ amministrazione. • Giurisprudenza contabile e normativa vigente in materia definiscono le condizioni, in via eccezionale e salvo che non esiste uno specifico divieto in proposito, checonsentono una deroga al principio della necessaria utilizzazione del personale dipendente per lo svolgimento dei compiti istituzionali ed autorizzano il conferimento di incarichi a professionisti esterni alla P.A. : a) eccezionalità del conferimento, rispondente agli obiettivi dell’amministrazione quali complessità, straordinarietà delle esigenze da soddisfare o dei problemi da risolvere tali da richiedere conoscenze e competenze eccedenti quelle normali del personale dipendente ovvero urgenza ed inderogabilità dell’attività da svolgere comunque di interesse pubblico generale e speciale; b) temporaneità e specificità dell’incarico oltre alla congruità del relativo compenso, cioè il consulente privato deve svolgere un incarico non continuativo, a carattere temporaneo, ben determinato nell’oggetto e non particolarmente gravoso sul piano finanziario; c) insufficienza organizzativa: assenza o carenza organica di un’apposita struttura della P.A., ovvero mancanza di personalesotto il profilo quali-quantitativo riscontrabile da puntuale e reale ricognizione, che non consente lo svolgimento di una determinata e dovuta attività. Le predette condizioni debbono coesistere e della loro sussistenza deve darsi atto nella motivazione del provvedimento di conferimento dell’incarico. I presupposti testè specificati incontrano un limite negativo generale come conseguenza del principio rappresentato dal precedente punto b): l’incarico di consulenza non deve mai risolversi nell’instaurazione surrettizia di un vero e proprio rapporto di lavoro anche temporaneo, mediante l’inserimento del professionista esterno nell’organizzazione amministrativa dell’ente. In merito all’avviso ed alle conseguenti deliberazioni assunte, il comportamento della Direzione aziendale non sembra conforme né alla normativa vigente né ai principi costituzionali che la presiedono né in linea con la giurisprudenza normativa-contabile. 1.l’incarico da attribuire riguarda compiti specificidel dirigente responsabile dell’u.o. Controllo di gestione. Non esiste alcuna relazione del dirigente responsabile dell’ufficio o della struttura di Staff della Direzione generale che attesti la mancanza di professionalità interne e quindi che fornisca un elemento giustificativo del conferimento di incarico stesso. Tutto quanto malgrado sia pacifico che le Amministrazioni e gli enti pubblici devono svolgere i loro compiti istituzionali avvalendosi del proprio personale e che il ricorso a personale esterno rivesta carattere di eccezionalità. La regola suddetta promana dal principio costituzionale di buon andamento della pubblica amministrazione e dalla necessità di perseguire l’economicità, l’efficienza e l’imparzialità della stessa (art. 97, co. 1, Cost.) nonché il principio pure di derivazione costituzionale della necessità del metodo concorsuale per l’accesso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni. Né tanto meno può dirsi rispettato il dettato costituzionale invocandol’applicazione dell’art. 15 septies del d.l.vo. 502/92 e s.m.i., per altro messo in mora dal DIEF regionale per il 2010. 2.l’avviso è fuorviante riguardo ai requisiti specifici dell’incarico di direzione del controllo gestione, limitandosi alla declaratoria generica del possesso della laurea in giurisprudenza, economia e commercio o altra equipollente nonché di attività svolta in qualità di dirigente per le funzioni di controllo direzionale o in funzioni quinquennali dirigenziali apicali. Dalle disposizioni legislative sopra richiamate e in base ai documenti contabili presentati dall’Azienda ed alle presenti controdeduzioni l’avviso pubblico (?) del Direttore Generale e la selezione che con le deliberazioni in oggetto si è avviata risultano provvedimenti inopportuni e del tutto inutili. Pertanto si invita l’Azienda a desistere dalla sua determinazione e ad interromperne le procedure amministrative che potrebbero configurare illecito disciplinare e responsabilità erariale cosìcome specificato al punto 11) del DIEF citato al precedente punto d). "La criminalità organizzata viene favorita da atteggiamenti di disimpegno, di passività e di immoralità nella vita politico-amministrativa. C’è infatti una mafiosità di comportamenti quando, ad esempio i diritti diventano favori, quando non contano i meriti, ma i legami di comparaggio politico” “Igruppi di potere locale si presentano verso la base come trasmettitori di risorse più o meno clientelari, più o meno soggette all’arbitrio, all’illegalità, al controllo violento”. “le leggi del clientelismo soverchiano le leggi della giustizia amministrativa”. Anni di governo della ASL hanno portato: all’occupazione mafioso-clientelare e decine di lavoratori, all’interno di quei legami di comparaggio politico di cui parlano i Vescovi nel loro documento sul sud; alla connivenza con poteri criminali e illegali, tramite appalti, una progressiva privatizzazione tesa e svilire il lavoro degli operatori e deiservizi pubblici (in Ospedale, nelconsultorio familiare, nel centro di Igiene Mentale, nel CMAS…). All’assenza di una vera politica di decentramento degli interventi socio-sanitari e ambientali che risponderebbero alle reali esigenze dei cittadini, non ai bisogni di sistemazione di questa o quella cricca di clienti………….; allo spreco enorme di risorse umane e finanziarie provenienti in vertà dalle tasche e dalle tasse dei lavoratoti e dei cittadini, accumulando debiti per milioni e portando l’ASL verso una bancarotta fraudolenta………altro che manager……. alla repressione di memoria stalinista dei lavoratori della Asl che si battono per garantire servizi efficienti ed efficaci, perché lo sfascio serve ai padroni della Asl per attaccare da un lato gli stessi lavoratori e sindacati, dall’altro per giustificare appalti ad altri sprechi ovvero affari, affari, affari………. E’ ora che le forze politiche sane, l’osservatorio locale sulla criminalità, i cittadini facciano sentire laloro voce ed impongano giustiziaimpedendo così a truffatori di continuare a governare la Asl. Vogliamo una nuova amministrazione che si fondi sui principi costituzionali, sulla certezza del diritto, sul diritto alla salute, al lavoro, eliminando quei comportamenti mafiosi di cui parlano i Verscovi italiani Provengono dalla “vecchia e nuova“ Amministrazione e sono tutti intenti a consolidare le loro posizioni illegittime e a curare interessi personali e incrociati con gli altri “ attori”, litigando tra di loro solo quando la torta non viene “adeguatamente” spartita (così si preparano delibere personali per indennità, sono in tutte le commissioni…!). Il procuratore regionale facente funzione della Corte dei Conti della Puglia, Carmela De Gennaro, nella sua relazione letta all’inaugurazione dell’anno giudiziario 2011 si e’ soffermata su alcune leggi in materia sanitaria della Regione, in particolare sugli articoli della legge regionale 4 del 2010, quella sullainternalizzazione estabilizzazione del personale sanitario bocciate da una recente sentenza della Corte Costituzionale. Le norme censurate dalla Consulta, per il procuratore, "non solo si pongono in contrasto con i principi fondamentali gia’ evidenziati nelle precedenti sentenze (ragionevolezza, imparzialita’, coordinamento della finanza pubblica, principio del pubblico concorso) ma, in specifiche ipotesi, quale ad esempio quella di cui all’articolo 26 (incremento del trattamento economico dei direttori generali, dei direttori sanitaria ed amministrativi) contravvengono anche all’obbligo di copertura finanziaria (articolo 81 dellaCostituzione), in virtu’ del quale le leggi istitutive di nuove o maggiori spese debbono recare una ’esplicita’ indicazione del relativo mezzo di copertura, obbligo a cui il legislatore regionale non puo’ certo sottrarsi". Dopo le ultime vicende era necessario azzerare tutti i vertici della sanità, il direttore generale Castrignanò Ruggero non può piùritenersi idoneo,"perchè indagato". Non è più ammissibile che nelle Asl ci siano persone che hanno un rapporto con la politica invece di averlo con i pazienti: Di Stefano Nazzario- coad.amministrativo-, De Vita Leonardo –Diret.Amministrativo-, Fiorentino Giuseppe –Diret.Affari Generali-, Liberatore Armando – Diret. Personale-, Cervia Cesare-illegittimo-, De Francesco Romolo –ex Dir.patrimonio-,Ricciardi Claudia –inseviente-, Turci Stefania –coll. Amministrativa-… “I suindicati dipendenti dell’ASL svolgono mansioni illegalmente a dispetto delle vigenti leggi”, non si può restare indifferenti davanti ai problemi che attanagliano la sanità , sulle tante ombre che aleggiano sull’ Asl, non possono mantenere lo “status quo ” La ASL di Foggia necessita di un cambiamento di rotta radicale. Alla Regione Puglia c’è stato un "sistema di occupazione dei posti di alta amministrazione e successivo asservimento degli uomini-chiave per successivi fini privati e/o comunquecertamente poco istituzionali". E la "prassi politica dello spoil system era, di fatto, talmente imperante nella sanità regionale da indurre il governatore Nichi Vendola, pur di sostenere alla nomina a direttore generale di un suo protetto, addirittura a pretendere il cambiamento della legge per superare, con una nuova legge ad ’usum delphini’, gli ostacoli che la norma frapponeva alla nomina della persona da lui fortemente voluta". E’ quanto scrive il gip del tribunale di Bari Giuseppe de Benedictis nel provvedimento con il quale è stata chiesta al Senato l’autorizzazione all’arresto per il senatore Alberto Tedesco del Pd, all’epoca dei fatti assessore alla sanità pugliese. "L’invasività della politica non era una cosa sporadica o una prassi che riguardasse soltanto le nomine dei primariucci. Ma, purtroppo, tutte le decisioni e gli indirizzi di politica sanitaria erano orientati quasi esclusivamente in una prospettiva clientelare". Non usa mezzi termini il giudice Giuseppe DeBendictis nelle 316 pagine di ordinanza di custodia cautelare. Non c’è la cupola, dice, ma come testimonierebbero le intercettazioni telefoniche, tanto malaffare. E’ solo uno spaccato della maxi-inchiesta sfociata nel blitz dei carabinieri che hanno arrestato cinque persone. "Non vi è alcun dubbio - scrive il giudice- che il sistema fosse incentrato sulla rigorosa applicazione di logiche affaristiche e clientelari, sorrette dalla già ricordata equazione nomina del dirigente amico - ricambio dei favori da parte dei dirigente stesso, favori che conducevano, tramite le turbative d’asta e gli abusi di uffici, ma anche le concussioni per i funzionari meno ’docili’, alla spartizione illecita degli appalti in favore degli imprenditori che garantivano futuro sostegno elettorale ai politici (che, quindi, li ricambiavano con tali appalti), e, sempre nell’ottica dei politici, di acquisizione del maggior numero possibile di consensi, anche delle nomine dei primari, che poi si sdebitavano invario modo (visto il potere di spesa a ciascuno di essi garantito dalla legge)". Sulle nomine vi è stata inoltre - scrive il giudice - "la consapevolezza dei responsabili politici - di tutti i responsabili politici - di operare per fini di spartizione partitica e/o correntizia, riconoscendo al più ai propri dirigenti un limitato potere di proposta". Per il gip, il sistema "non risulta circoscritto a singoli esponenti della maggioranza di centro-sinistra ma assurge a logica di strategia politica al fine di acquisire consenso e rendere stabile la maggioranza di governo". Secondo il giudice, inoltre, il modo di suggerire le nomine da parte dell’assessore Tedesco offre "uno spaccato desolante del modo in cui venivano scelti i dirigenti delle Asl, ossia per l’affidamento che davano ai politici, previa verifica di tale importantissimo requisito". Il giudice cita in proposito la nomina dell’indagato Tommaso Antonio Stallone a direttore amministrativo dell’istituto di ricerca e cura acarattere scientifico ’De Bellis’ di Castellana Grotte (Bari), fatta assai rapidamente - evidenzia il giudice - il giorno prima dell’entrata in vigore di un decreto che decurtava del 20% compensi dei nuovi contratti. Paolo Albanese, addetto alla tutela del presidente della Regione, è accusato di concorso in concussione. Insieme al direttore sanitario della Asl Bari, Alessandro Calasso, con il capo delle segreteria politica di Tedesco, Mario Malcangi, e con il consigliere comunale di Terlizzi Sigrisi (Pd), anche quest’ultimo indagato, ha indotto - secondo l’accusa - "mediante continue e assillanti pressioni integranti una non resistibile coazione" il direttore sanitario dell’ospedale di Terlizzi, Pantaleo Marrone, a trasferire una sua partente, l’infermiera Maria Rosselli, assegnandola al reparto di oculistica. I fatti risalgono al 12 gennaio 2009. L’inchiesta sulla gestione degli appalti nella Sanità pugliese comincia nel 2008 e incrocia anche quella sulle escort di GianpaoloTarantini e le protesi fornite dalla sua società, racchiuse in una parte dei dieci filoni d’indagine che hanno portato anche alle dimissioni del vicepresidente del consiglio regionale Sandro Frisullo. Il procuratore di Bari Antonio Laudati descriveva quell’incrocio di affari e politica come un "tipo di criminalità complessa, organizzata". Si riferiva al sistema d’affari tra appalti, nomine e finanziamenti ai partiti che vede coinvolti politici e imprenditori di caratura nazionale. Agli atti ci sono intercettazioni telefoniche incrociate e delibere, conversazioni ambientali e architetture di società finanziarie. L’indagine più importante in questo senso è quella condotta dal sostituto procuratore della Dda, Desirèe Digeronimo. Anni di indagini, di microspie nelle stanze della politica pugliese a partire da quella dell’allora assessore regionale alla Sanità, Tedesco. Anche il presidente Vendola fu chiamato a dare spiegazioni, in qualità di persona informata sui fatti, sul tenoredi alcune intercettazioni telefoniche con il suo assessore. Per lui fu chiesta l’archiviazione. LE INTERCETTAZIONI Il 20 novembre del 2008 il presidente della Regione parla con il suo assessore alla Salute di una nomina per un direttore generale. Dice Tedesco: "quello non ha i requisiti sta come direttore generale, quello che vuoi nominare!". Vendola risponde: "O Madonna santa, porca miseria la legge non la possiamo modificare?". Tedesco: "Eh?". Vendola: "Non possiamo modificare la legge in una delle prossime..." Tedesco: "Eh, mica eh...". "È il 18 novembre 2008 quando Paolo Albanese, il poliziotto della scorta di Vendola, chiama Mario Malcangi, il segretario di Tedesco, avvisandolo che la cognata Roselli, finalmente, è stata preavvisata del trasferimento a Terlizzi dalla dirigente del personale come lui aveva più volta richieste. Malcangi: "Allora la mandiamo a Terlizzi in oculistica (...) Digli... digli al tuo Presidente che diciamo stanno le persone che sanno...sanno fare i ricottari". A. "Ma lo so! Mario io lo so... ". M.: "Tu puoi fare una cosa, se non ti fa schifo..., vai da Marrone, tu lo minacci, tanto tu sei il capo della scorta... ". A.: "Eh... eh!". M.: "Tanto tu lo puoi minacciare, la pistola c’è l’hai... Gli dici che questa operazione l’abbiamo fatta io e te in due minuti (...) Poi quando mi arrestano mi porti le arance". A.: "Mario, e che problema c’è!". L’assessorato regionale alla Salute ha una"«importanza strategica duplice (sia economica che politica)" e ciò è "ampiamente sottolineato" dallo stesso ex assessore Alberto Tedesco, ora senatore del Pd, in una delle telefonate con il sindaco di Bari, Michele Emiliano (Pd), intercettate dalla procura nell’ambito dell’indagine che ha portato alla richiesta di arresto per il senatore del Pd, Alberto Tedesco. Lo scrive il gip del tribunale di Bari nel provvedimento restrittivo notificato agli indagati. Nella telefonata Tedesco si "lamentava aspramente delladecisione che il Governatore regionale, Vendola, voleva prendere nella primavera del 2008, sostituendolo alla guida di tale assessorato, che lui stesso definisce politicamente un ’sottosistema’, con una persona ritenuta più ’vicinà allo stesso Governatore Vendola (ossia Lea Cosentino), che così lo avrebbe avuto direttamente ’in manò, togliendolo al partito di cui il Tedesco era rappresentante". Questo il testo della telefonata tra Tedesco ed Emiliano riportato nel provvedimento cautelare: Tedesco: no, questa cosa lui (Vendola, scrive il gip) se la è completamente rimangiata, nel senso che ha detto... ha detto che non e... che non ci sono novità dal punto di vista diciamo dall’interesse diverso da quello politico, solo che... Emiliano: dice che è spezzato un filo ma... dice lui a noi...di fiducia... Tedesco: cioè!... Emiliano: personale... Tedesco: e se mi dice su che cosa si è spezzato poi!... Emiliano, ma niente!... secondo me, questa è una operazione tuttapolitica, perchè lui dice: ’io, in questa maniera, mi impadronisco del sottosistema e, ovviamente nelle prossime elezioni, l’Assessorato anzichè stare in mano al Pd sta in mano a mè, questo è tutto il discorso... o quanto meno sta in mano ad una logica che è diversa da questa...». La decisione del presidente Vendola da adottare ai danni di Tedesco "ufficialmente nasceva dal fatto" che vi era stata un’interrogazione urgente in Consiglio regionale con la quale si sollevava "il problema del conflitto d’interessi dell’assessore Tedesco" i cui più stretti famigliari hanno più società che operano nel settore sanitario. "Il 3 agosto 2008 il sindaco Emiliano – scrive il giudice - contatta nuovamente Tedesco chiedendo di essere aggiornato sulle scelte del ’management’ sanitario che riguardano la Asl barese, dovendo curare gli equilibri delle varie correnti del suo partito e alla notizia della prossima sostituzione del direttore sanitario dell’Asl Bari, Lonardelli, con Calasso (cuginodel sindaco stesso), Emiliano affermava che tale cambiamento avrebbe provocato inquietudine nell’assessore Mario Loizzo, ma Tedesco replicava affermando che il Loizzo (allora assessore regionale ai trasporti, ndr) era già rappresentato da Lea Cosentino (ex dg della Asl Bari), che aveva imposto il suo candidato". Tedesco è al telefono con l’allora direttore generale della Asl di Bari, Lea Cosentino e parlano di una nomina, accennando alla "cabina di regia" che l’assessore vorrebbe costruire per gestire tutte le scelte. C’è da scegliere un direttore generale in fretta, perché sta per cambiare la legge. Tedesco: "Enzo lo sistemiamo non ti preoccupare!". Cosentino: "Ma ce la fate per venerdì?". Tedesco: "Senti, io gli proporrò di convocare la Giunta per domani!": Cosentino: "C’è San Nicola, facciamo una bella cosa!": Tedesco: "San Nicola aiuta! Aiuta San Nicola! Cosentino: "Guarda Alberto per come stiamo combinati soltanto un santo di quella portata!". Tedesco:"Solo un santo può aiutarci!". Tedesco è al telefono, nella primavera del 2008, con il sindaco e segretario del Pd, Michele Emiliano. Tedesco: "Questa cosa lui (ndr, Vendola) se la è completamente rimangiata, nel senso che ha detto... ha detto che non e... che non ci sono novità dal punto di vista diciamo dall’interesse diverso da quello politico, solo che... ". Emiliano: "Dice che è spezzato un filo ma... dice lui a noi... di fiducia... personale... ". Tedesco: "E se mi dice su che cosa si è spezzato poi!...". Sanità: azzerare tutti i vertici dell’Asl “Dopo le ultime vicende è necessario azzerare tutti i vertici della sanità, ci sono alcuni direttori generali che non possono più ritenersi idonei, non solo perchè hanno misure di interdizione sulle spalle ma anche perchè rappresentano la fine di una stagione . Non è più ammissibile che nelle Asl ci siano persone che hanno un rapporto con la politica invece di averlo con i pazienti. non si può restare indifferentidavanti ai problemi cheattanagliano la sanità pugliese, sulle tante ombre che aleggiano sulle Asl della regione e sulle indagini a carico di quasi tutti i manager,funzionari, direttori, amministrativi, che le dirigono, così come non ci si può più rifiutare di azzerare i vertici delle Asl preferendo mantenere lo status quo ”. Riteniamo indispensabile di azzeramento dei vertici delle Asl ma, ad oggi, non ci è pervenuta né una risposta né una spiegazione sul perché ci si ostini a non voler lanciare questo segnale forte che tutta la Puglia si aspetta”. “ La sanità pugliese necessita di un cambiamento di rotta radicale non possiamo permettere che ‘occulte’ manovre politiche abbiano la meglio sui diritti dei cittadini”. Ricordiamo al Presidente, Nichi Vendola, e all’assessore regionale alla sanità, quando abbiamo già detto : se sulla chiusura degli ospedali, per senso di responsabilità, non siamo scesi in piazza, su sprechi, indagati, clientelismo, nomine e malagestione siamo pronti a farlo”. Benvenuto Michelangelo
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