"Nei prossimi giorni, quando sarà più chiaro su quali mezzi oggi e in futuro potremo contare, tireremo le somme e valuteremo se ci sono, o no, le condizioni per continuare". Lo scrive in un editoriale sul Riformista il direttore Emanuele Macaluso, che a proposito del tema dei contributi pubblici ai giornali sostiene che se ci sono stati abusi questo non coinvolge tutte le testate e si deve procedere a una "verifica". "Intanto, prima di una selezione, il contributo pubblico è stato drasticamente ridotto e, anche se si parla di un parziale recupero operato da questo governo, per chi conta solo su risorse chiare come noi, non è possibile progettare il domani". Macaluso aveva rivelato il quotidiano, insieme con Gianni Cervetti, meno di un anno fa, dopo le sanzioni dell’Agcom alla famiglia Angelucci per avere indebitamente ricevuto contributi pubblici per più testate (gli Angelucci erano e sono tuttora editori anche di Libero). I costi del Riformista,prosegue Macaluso, sono stati drasticamente ridotti con tagli alle retribuzioni e alla foliazione. "Tuttavia, non abbiamo più i mezzi per stampare il giornale in Sicilia, dove il Riformista, da domani, sarà inviato con il trasporto aereo e dove continua a funzionare (male) l’abbonamento postale". "In questo quadro - prosegue Macaluso - non sottovaluto le difficoltà politiche ed editoriali che incontriamo per fare crescere significativamente le vendite del quotidiano nelle edicole. Ho più volte ricordato che dietro le nostre spalle non c’è un partito, non ci sono nè il governo nè l’opposizione, nè il Quirinale (come scrivono alcuni imbecilli) nè il Viminale, non ci sono imprenditori o finanziatori più o meno occulti. Siamo noi e i lettori. Punto". Per Macaluso è indubbio che "rimettere in circolo idee e battaglie politico-culturali che richiamano il riformismo e il garantismo è un cammino tutto in salita". "Seguire la corrente, sollecitare proteste e basta e solleticare i mal dipancia, è un impresa giornalistica che rispettiamo percheé è nella logica del sistema democratico, ma sappiamo anche, per esperienza vissuta, che lo sbocco di questa politica è il muro della conservazione". "Anche per questo abbiamo pensato che un piccolo foglio di idee e battaglie riformiste, in controtendenza, era, ed è, utile alla sinistra e al confronto politico". Ma "l’anno scorso con un’impresa garibaldina abbiamo evitato la chiusura di questo giornale - ricorda Macaluso - Ora, i nodi sono venuti al pettine, ma vorremmo continuare e migliorare le nostre prestazioni; per carattere e storia, non ci arrendiamo facilmente, ma vedremo se sarà ancora possibile. Intanto, grazie a tutti i lettori affezionati che ci stimolano a continuare".
|