LORO MANGIANO E NOI PAGHIAMO IL CONTO
 











Siamo stanchi di assistere inermi all’atteggiamento irresponsabile dei grandi detentori di patrimoni che pur strafogando nella ricchezza, si astengono da ogni concreto sacrificio per salvare la baracca. Stanchi di questa burocrazia labirintica e sempre da interpretare che fa gioco ai furbetti, ai corruttori e agli evasori – stanchi di leggi e decreti, promulgate e formulate ad hoc, con il solo scopo di affermare l’inedito sistema delle cose, di ribaltare l’ordine precostituito e di eludere ogni regola civile democratica!
I cittadini sono “in braghe di tela” – col culo per terra – e pertanto, se di sacrifici si tratta, vanno richiesti ai ricchi evasori, ai banchieri speculatori, ai ladri e corruttori e ai faccendieri, che per decenni, come vampiri, hanno succhiato il sangue alla parte più debole e indifesa della società, oggi alla flebo.
Dobbiamo assolutamente delegare alla guida del paese, persone comuni, ragionevoli e integerrime per evitareche il ricco ignorante al potere, emani leggi contro la cultura, che l’imprenditore legiferi contro l’ambiente, lo xenofobo contro il diverso, che il corruttore accusi i giudici di uso politico della giustizia, che l’erotomane candidi puttane al parlamento, il pervertito condoni le pene ai pedofili e che l’assassino, reintegri il delitto d’onore del codice Rocco, per motivi passionali.
Ci hanno sempre considerato e trattato alla stregua di bestie ammaestrate che ubbidiscono ad ogni ordine e subdolo desiderio del padrone, per evitare una punizione più gravosa e umiliante.
Questo succede perché siamo divisi, l’uno contro l’altro, in questa guerra fra poveri stupidi, contro altri stupidi che vorrebbero arricchirsi.
Questi signori vanno messi di fronte, alla realtà dei fatti contingenti, evitando, se è il caso, di declinare le loro responsabilità individuali su empiriche cospirazioni e complotti, messi in atto da un ipotetico “nuovo ordine mondiale”.
In questo modo, nonfacciamo che il loro sporco gioco, esimendoli così da ogni oggettiva colpa e onere.
Se in questo paese, ragionevolezza, decoro e onesta intellettuale, fossero i criteri di giudizio necessari, indispensabili e ineludibili per concorrere alla carriera politica e conseguente investitura istituzionale, bene, per questa gente sarebbe giunto il momento di fare le valige e sparire per sempre dalla nostra vita.
Al contrario sono ancora qui, incollati alle poltrone come patelle allo scoglio – ai vertici della politica e dell’imprenditoria, dove la carica istituzionale è ridotta a mera copertura per espletare al meglio e senza intralci di sorta, i loro sporchi e loschi affari. E questo è inaccettabile!
Stipendi stratosferici e tutti quei privilegi e vantaggi che alla faccia della miseria, la politica nostrana distribuisce ai suoi rappresentanti, sono il terreno di coltura che, per un intrinseco automatismo, seleziona i peggiori elementi della società trasfigurando il parlamento, da uncenacolo di etica e di diritto, in un mercato delle vacche dove si prostituisce la dignità a fronte di interesse particolare e impunità.
Qui necessita un moto d’orgoglio, uno scatto di nervi per ripristinare il giusto livello di equità sociale, o non ne usciremo in piedi.
Fino al momento in cui questi signori, non ci vedranno veramente incazzati, determinati e irremovibili, a tal punto da vedere a rischio la loro incolumità fisica, persisteranno nei loro comportamenti criminogeni, certi come sempre, che il branco plebeo (coniglio per definizione) si adeguerà chinando il capo, alle loro decisioni.
Oggi il destino del paese e del mondo più in generale è sulle nostre spalle e se non tiriamo fuori gli attributi, adesso, in questo momento, dimentichiamoci il significato di “futuro”.
Siamo noi adesso, deputati a dettare le regole e progettare il domani delle generazioni a venire, ma a condizione di avere la capacità e il buon senso di rinunciare alle divisioni ideologiche e aquell’amor proprio che troppo spesso abbiamo anteposto alla verità delle cose e all’oggettività dei fatti.
Dobbiamo spalancare le finestre ad un nuovo giorno e fare circolare l’aria, per cominciare a respirare le ragioni di un’esistenza più salubre, sotto ogni aspetto, dove ogni soggetto della comunità abbia pari diritto e tutela, e possa sperare in quella giusta dose di felicità e di sicurezza materiale per guardare al futuro con serenità e fiducia. gianni tirelli, stamaplibera









   
 



 
03-08-2017 - Attacco bipartisan alle pensioni.
25-04-2016 - ’Cambia l’Italia’? Da Roma a Pisa, viaggio in un Paese ostaggio della propaganda renziana
19-01-2016 - Trivelle, la Consulta dice sì al referendum sulla durata delle concessioni
06-08-2015 - Consumatori, nuova procedura senza tribunali e avvocati per le controversie
06-05-2015 - Pensioni, "Impensabile restituirle a tutti"
23-02-2015 - La famiglia cambia mentre la politica dorme Più separazioni e basta matrimoni in chiesa
19-02-2015 - Una persona su tre a rischio povertà peggio dell’Italia solo la Grecia
16-02-2015 - Morire di disoccupazione.
13-02-2015 - Reddito minimo universale: la via maestra per uscire dalla crisi
10-02-2015 - Europa, i napoletani guadagnano meno dei polacchi. E in altre zone d’Italia non va meglio
02-02-2015 - Conguaglio da rinnovo pensione, la prima brutta notizia del 2015
30-01-2015 - Lavoro e democrazia al tempo del Jobs Act
12-01-2015 - Il popolo delle partite Iva in fuga dall’Inps Pressione insostenibile della gestione separata
08-01-2015 - Centro commerciale addio, negli Usa crolla il mito dei templi dello shopping
30-12-2014 - Ecco il nuovo Isee, la chiave per le agevolazioni fiscali

Privacy e Cookies