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Libero, Cala la pubblicità, i soldi pubblici non arrivano. |
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Contratti di solidarietà in arrivo a Libero. Secondo quanto risulta, l’accordo è stato sottoposto venerdì all’assemblea di redazione dal gruppo editoriale, che sta varando un piano di austerity per il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro. Libero si trova a fronteggiare un drastico calo delle entrate pubblicitarie, a cui si aggiunge la "tegola" dei contributi pubblici ai quali, secondo quanto stabilito dall’Agcom nel febbraio 2011, gli Angelucci (editori del quotidiano) dovranno rinunciare: circa 43 milioni, di cui metà erogati nel 2006 e 2007 e il resto richiesto per il periodo 2008-2010. Fondi ai quali, secondo l’Agcom, gli Angelucci non avevano diritto avendoli richiesti per due quotidiani, in quanto anche Il Riformista era, in quel periodo, edito da una società riconducibile al gruppo Tosinvest, la finanziaria di famiglia. Sull’ordinanza dell’Agcom deve ora pronunciarsi il tribunale, ma intanto i soldi pubblici restano bloccati. Erischiano di non arrivare mai nelle casse degli Angelucci. Una situazione difficile che ha già portato alla chiusura della redazione romana della cronaca e potrebbe determinare - oltre ai già citati contratti di solidarietà per i giornalisti - il mancato rinnovo dei contratti a termine e di diverse collaborazioni "eccellenti", ma onerose, in scadenza. Gli ultimi dati di diffusione vedono Libero in calo di oltre il 6% con una media di 101.800 copie al giorno (il concorrente diretto, Il Giornale, ne diffonde poco meno di 159.500). Chi non sembra soffrire troppo il momento di difficoltà è il direttore (e azionista di minoranza) Belpietro che, secondo quanto ha riferito Italia Oggi pochi giorni fa, si è visto rinnovare dagli Angelucci il contratto per ben dieci anni. Una fiducia pressoché illimitata...
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