Lo sviluppo della ricerca scientifica oltre i miti e i falsi divieti
 











Scienza e tecnologia migliorano la qualità della vita. Tutti dovrebbero godere dei benefici recati dal sapere e dalle sue applicazioni tecnologiche. L’ineguaglianza sociale va combattuta con le armi della conoscenza. Anche a livello planetario: perché tre miliardi di persone vivono in condizioni di estrema povertà e muoiono di fame o per malattie facilmente curabili. Eppure c’è chi alimenta paure verso le tecnologie. E non si insegna a dialogare con il mondo della ricerca. Lo scienziato Carlo Alberto Redi, docente di zoologia all’Università di Pavia, non risparmia strali polemici nel suo vivace pamphlet: “Il biologo furioso. Provocazioni d’autore tra scienza e politica” (Sironi editore). Con notevole ironia discute questioni cruciali: dall’origine della vita alla biologia sintetica, dagli ogm alle cellule staminali. Temi sui quali politici navigati e blasonati intellettuali televisivi sparano sentenze ignorando le più elementari nozioniscientifiche. L’Unione Europea è in ritardo; perché sta tralasciando la cura dell’istruzione superiore e della ricerca. Gli scienziati devono fare i conti con le ristrettezze economiche e la politica: “una politica che ha smarrito ogni slancio progettuale e si è appiattita a copertura ideologica della mera logica del profitto”. I giovani vanno incoraggiati ad accostarsi al metodo della ricerca: “per apprezzare la bellezza dell’obiettività dell’indagine scientifica, per capire che intelligenza e curiosità sono le doti che hanno concesso all’uomo di uscire dalle caverne”. Ormai omologati sui temi economici e sociali, i politici cercano di differenziarsi sulle questioni bioetiche. Lo scontro si sposta su alimentazione forzata, eutanasia, fecondazione assistita. Senza tuttavia avvertire la necessità di ascoltare quanto la comunità scientifica ha da dire al riguardo.
Le conoscenze sulla biologia delle cellule staminali sono ancora molto limitate, avverte Redi. C’è bisogno di ricerche suvasta scala per giungere ad applicazioni terapeutiche. I media presentano in termini trionfalistici e insieme pericolosi le scoperte fatte in laboratorio. Raramente tentano di spiegare ai cittadini la reale situazione, senza creare false aspettative o timori infondati. Così, il dibattito sulle cellule staminali è falsato: è chiara la possibilità di arrivare a efficaci terapie. Esse però sono ritenute lecite o illecite in base a convinzioni ideologiche e religiose sulla natura dell’embrione. L’opinione pubblica dovrebbe invece poter comprendere le opportunità e limiti intrinseci alla biologia delle staminali. Senza confondere i fatti scientifici con fantasie, paure, pregiudizi ideologici e irrazionalità.
Una fonte di staminali molto sottovalutata è il cordone ombelicale. Sono nate banche del cordone ombelicale. Ma i cittadini dovrebbero sapere che solo “la raccolta solidaristica dei cordoni (il dono a banche pubbliche) assicura un corretto uso terapeutico delle cellule staminali inessi contenute”. Sono invece mode prive di ogni fondamento scientifico e terapeutico quelle che spingono per fini commerciali a una conservazione privata, a uso esclusivamente personale. Nel nostro Paese la donazione di cordone ombelicale è un atto solidaristico regolato per legge. È vietato istituire banche per la conservazione privata. Possibile invece fuori dai confini nazionali. Ma la conservazione “autologa”, cioè per fini personali, è inutile dal punto di vista clinico-assistenziale. Purtroppo, massicce campagne di marketing hanno conquistato la fiducia di personaggi dello spettacolo e dello sport. I mass media hanno così creato false aspettative nella gente comune. Si è alimentato un lucrativo mercato di oltre 30 milioni di euro nella sola Italia. Un vero spreco dal punto di vista terapeutico.
La biologia sintetica porterà presto a creare nuove forme di vita che, come le macchine, possono svolgere determinati compiti. Vietare la sperimentazione come vorrebbero certibioeticisti sarebbe un errore. I giuristi dovrebbero elaborare norme per consentire alla ricerca di proseguire e far sì che i risultati vadano a beneficio di tutti.
Da tempo assistiamo a una confusione di ruoli inaccettabile: “Politici, filosofi, teologi e pensatori di varia estrazione si occupano di ‘natura’ umana (che compete solo alla biologia) anziché di ‘condizione’ umana, con un bagaglio di cultura biologica basata non su testi autorevoli e riconosciuti, ma sui titoli di giornali scandalistici e su convinzioni personali, pregiudizi ideologici e religiosi”. Perché mai i politici non si fanno affiancare da un consigliere scientifico prima di rilasciare interviste? Perché mai la Chiesa cattolica si arrocca su posizioni insostenibili invece di ricollocare i propri principi nelle conoscenze attuali? Eppure la Chiesa su altri temi di biologia, come gli Ogm, mostra apertura. Tra pochi anni i tribunali saranno chiamati a dare una risposta ai cittadini nati con gravi patologie che sipotevano evitare; poiché diagnosticabili già al momento del loro concepimento. La libertà e lo sviluppo della ricerca sulle staminali sono oggi condizioni necessarie per il futuro della medicina e della qualità della vita dei cittadini. Solo la laicità delle istituzioni può assicurare che sia raggiunto un punto di equilibrio tra le varie posizioni.
Le staminali embrionali giocheranno un ruolo cruciale nella medicina rigenerativa. Scienziati autorevoli come Camillo Ricordi, dell’Università di Miami, esperto di trattamento del diabete con staminali, ritengono “un crimine vero e proprio non utilizzare gli embrioni crioconservati in sovrannumero per fare ricerca”. Non bisogna aver paura delle nuove conoscenze. Si tratta piuttosto di evitare nuove disuguaglianze. Promuovendo grazie ai progressi della ricerca il benessere dell’intera umanità.
Altro tema controverso è quello degli ogm. Impiegati in diversi ambiti: biomedico, industriale, ambientale, agroalimentare. Hanno consentito laproduzione di una molecola di grande interesse farmacologico come l’insulina. O la modificazione di un batterio che lo rende capace di degradare il petrolio (per risanamenti ambientali dopo incidenti). Si creano anche modelli animali di patologie umane, utili per portare rapidamente i risultati della ricerca al letto del malato. Severe linee guida regolano gli esperimenti che avvengono nei laboratori di tutto il mondo. La quasi totalità degli ormoni umani impiegati in medicina sono prodotti grazie a biotecnologie che impiegano ogm. La biodiversità non è in pericolo. Le tradizionali tecniche agricole e d’allevamento hanno peraltro creato organismi del tutto inadatti a sopravvivere negli ecosistemi naturali. Così da poterli considerare come innaturali. Al contrario, gli ogm e le biotecnologie possono aiutare a salvare la biodiversità animale, vegetale e microbica. Redi stigmatizza quindi a più riprese il ruolo dei media che puntano a colpire emotivamente il pubblico. È difficileaffrontare le problematiche legate agli ogm su base razionale e scientifica. Occorre “azzerare l’attuale analfabetismo biotecnologico dei decisori politici e di gran parte della società”.
Il monopolio nel mercato delle biotecnologie alimentari non è certo una buona cosa. Ma “è ingenuo e imprudente pensare di combattere i monopoli agroalimentari rifiutando le grandi potenzialità benefiche derivanti dalle biotecnologie in campo alimentare”. Ad esempio, il pomodoro san Marzano è stato sterminato da una virosi. Eppure non si consente la coltivazione della varietà geneticamente modificata insensibile a questa virosi. Circola perciò uno pseudo san Marzano con altissimi costi di produzione e commercializzazione. Va ridefinito ciò che s’intende per “naturale” e far sì che università, istituti di ricerca e organizzazioni non-profit rendano disponibili liberamente a chi ne ha bisogno i nuovi ogm prodotti e, più in generale, gli strumenti delle biotecnologie.
Il progresso scientifico piùche sui fatti si basa sull’incertezza, che ne è parte integrante. I giornalisti non sempre ne tengono conto. Nel tentativo di semplificare e rendere comprensibile il lavoro degli scienziati e attirare l’attenzione del pubblico si omettono le necessarie precauzioni volute dalla scienza. A volte sono gli stessi scienziati a usare i media per annunci trionfalistici. In ogni caso, va riconosciuto che ricerca, scienza e applicazioni tecnologiche conseguenti sono il motore dell’evoluzione umana. C’è “un ritardo a livello internazionale nell’affermarsi di una riflessione politico-culturale capace di individuare i punti di contatto tra avanzamento della ricerca scientifica e autonomia dei singoli sulle scelte bioesistenziali”.
Il dibattito sulle applicazioni delle scienze della vita testimonia quanto strettamente siano legati scienza e diritto. La reciproca mancanza di conoscenza è terreno fertile di ogni pregiudizio, sia pro sia contro la scienza. Entrambi i pregiudizi sono dannosi. InEuropa, conclude Redi, “c’è bisogno di più scienza”. Tutti dovrebbero contribuire a sradicare i pregiudizi antiscientifici. Per aiutare a discernere false promesse e reali benefici della scienza.Pasquale Rotunno-rinascita









   
 



 
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