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Visite svolte in ospedale ma compensi presi sottobanco, induzione a cure a pagamento presso strutture private, prestazioni in regime libero-professionale in orario istituzionale, falsificazione degli atti per indennità di esclusiva e ancora ingiusti profitti ai danni del Servizio sanitario nazionale. Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Lazio e Piemonte sono le Regioni verso cui c’e’ stata la maggior mobilita’ sanitaria interregionale nel 2010. E’ quanto emerge dalle tabelle sui saldi di mobilita’ interregionale per il riparto delle risorse per il Servizio Sanitario Nazionale per l’anno 2012, approvata dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome nella riunione del 29 febbraio scorso. I dati mostrano in particolare che la Lombardia e’ la regione che vanta i maggiori crediti (dalle altre regioni per le prestazioni sanitarie offerte ai loro cittadini), pari a oltre 768 milioni di euro, seguita dall’Emilia Romagna con 555 milioni, ilVeneto con 305, il Lazio con 317 milioni e il Piemonte con 224 milioni. Le regioni con un saldo negativo invece, cioe’ dove il rapporto tra i debiti da pagare alle altre regioni e i crediti per le prestazioni elargite hanno il segno meno, sono la Campania con -298 milioni, la Calabria con -236 milioni, la Sicilia con -201, la Puglia con -173 e il Lazio con -102. Questa la fotografia delle irregolarità commesse dai medici dipendenti del Ssn nell’ambito della loro attività libero profesionale, scattata dai carabinieri dei Nas che, nel corso dell’indagine svolta nel 2011 e denominata “Tra le mura", ha portato a verificare l’attività di 704 medici denunciandone oltre la metà, 356 (di cui 337 in intramoenia e 19 in extramoenia) per un danno stimato di 4 milioni di euro. Questi risultati sono stati illustrati dal generale Cosimo Piccinno nel corso di un’audizione alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul Ssn, presieduta da Ignazio Marino. Come abbiamo visto il 94,6% deireati è legato all’attività intramoenia e per questo ha ricordato Marino, è “essenziale una regolamentazione chiara dell’attività intramoenia e un impegno preciso del ministro Balduzzi in questo senso”.
Entrando maggiormente nel dettaglio della relazione illustrata dal generale dei Nas, i reati contestati ai medici denunciati vanno dal peculato per denaro percepito ‘in nero’ per visite mediche fatte per conto dell’ospedale, alla concussione per aver indotto i pazienti a rivolgersi alle strutture private per le cure, all’abuso d’ufficio per attività libero professionale svolta nell’orario di lavoro istituzionale. Tutto questo si riverbera non solo sulle casse del servizio sanitario, ma anche sulle liste di attesa, infatti, come ha riferito Marino, per ottenere un controllo senologico ci sono reparti “in cui servono 426 giorni, o 190 per una visita oculistica, mentre i medici, in teoria presenti nelle strutture pubbliche, esercitavano tranquillamente la loro attività neglistudi privati in ‘orario d’ufficio. Tutte queste irregolarità, secondo il comandante dei Nas, dimostrano comunque delle ‘falle’ nel sistema dei controlli”. Dunque che fare? “Una soluzione – secondo Marino – non può che passare per la creazione di una Agenzia di controllo indipendente dalla politica, che svolga l’attività di valutazione e controllo del funzionamento dell’assistenza. Ma anche, più semplicemente, raccolga dati sulle strutture del Ssn. Questa agenzia dovrebbe avere anche poteri sanzionatori e di sospensione, tanto sul pubblico quanto sul privato. E soprattutto che sia pienamente indipendente dalla politica. Una soluzione che ho proposto è che le nomine, tutte tecniche, avvengano a metà legislatura e durino fino a metà della successiva. Per il resto, l’ingerenza della politica potrebbe essere superata con un albo nazionale, concorsi per esami e titoli per direttori sanitari e amministrativi e trasparenza. L’urgenza c’è tutta: d’altra parte, per sapere quanti posti lettoci sono basta un Pc”. Al di là di questa o altre soluzioni è certo che interventi per un migliore controllo del sistema appaiono senz’altro necessari se consideriamo il complesso dell’attività ispettiva dei Nas che, come ha ricordato il generale Piccinno su un totale di 19 mila controlli nel 2011 nell’ambito dell’attività di sicurezza sanitaria, hanno portato all’arresto di 129 persone e di altre 7 mila segnalate all’autorità giudiziaria. Le strutture chiuse o sequestrate sono state 551, 4 milioni i medicinali/dispositivi sequestrati. Un compleso di irregolarità nel settore ospedaliero che hanno riguardato l’esercizio abusivo della professione, l’anomala gestione degli stupefacenti, l’utilizzo dei reagenti scaduti, utilizzo dei dispositivi non sterili, l’utilizzo di dispositivi non sterili o riutilizzo di dipositivi monouso, ma anche la somministrazione di medicinali guasti o imperfetti, l’irregolare smaltimento dei rifiuti ospedalieri, il cattivo stato di conservazione dialimenti. Senza contare che al momento è in corso un’altra operazione dei Nas denominata “Damage control” che sta svelando un presunto danno per ulteriori 27 milioni di euro e alla denuncia di 300 persone.
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