Ambiente, blitz di Greenpeace all’Enel maxistriscione contro il carbone di Brindisi
 











"Enel killer del clima". E’ lo striscione srotolato sulla facciata del palazzo dell’Enel a Roma, in viale Regina Margherita, da alcuni attivisti di Greenpeace, protagonisti questa mattina di un blitz contro il carbone. L’intenzione, spiega un comunicato dell’associazione, era quella di "denunciare gli impatti ambientali, climatici e sanitari dell’energia prodotta dall’azienda" utilizzando appunto il carbone. In tre, quindi, si sono calati dal tetto e hanno aperto lo striscione di oltre 70 metri quadri. Gli attivisti hanno poi transennato l’ingresso dell’edificio per marcare la "scena del crimine" e consegnato ai vertici dell’azienda un "avviso di garanzia" in cui si ipotizza il "reato di grave danno ambientale, climatico e sanitario, reato di profitto indebito tramite danno sanitario e ambientale a persone ed ecosistemi".
Con la sola centrale di Brindisi, dice ancora nella nota Greenpeace, "Enel scarica sulla collettività danni ambientali esanitari per 700 milioni di euro e ne intasca una cifra simile in profitti extra". Quindi, "oggi siamo entrati in azione notificando all’Enel l’avvio di un indagine che il Ric di Greenpeace, il reparto investigazioni climatiche, ha appena iniziato e che porterà alla luce, da qui ai prossimi mesi, tutti i reati
e i misfatti connessi allo sporco business del carbone" ha dichiarato Andrea Boraschi, responsabile della campagna clima ed energia di Greenpeace. Enel è stata "iscritta al registro degli indagati" da Greenpeace sulla base dei dati dell’agenzia europea per l’ambiente (Aea), "che segnala che la centrale a carbone di Enel Federico II è l’impianto industriale più inquinante in italia per emissioni in atmosfera (il diciottesimo in Europa)".
L’associazione ha lanciato oggi anche una piattaforma online, www.facciamolucesuenel.org, con la quale recluta ’investigatori’ per seguire e partecipare a tutta l’indagine che i Ric diGreenpeace condurranno nei prossimi mesi. L’impianto di Brindisi, si legge ancora nel comunicato di Greenpeace, "causa annualmente danni ambientali, climatici e sanitari stimati tra i 536 e i 707 milioni di euro (questi importi riferiti ai dati del 2009). Una cifra sostanzialmente equivalente agli extra-profitti lordi che Enel ricava dal sito nel quale produce a un costo assai minore rispetto a quello di vendita. In altre parole, i guadagni dell’azienda sono equivalenti ai danni che produce su ambiente e salute. E che non paga.  Da poche settimane, quattro dirigenti della centrale di Brindisi sono indagati per omicidio colposo e lesioni colpose, in relazione agli impatti mortali e patologici che le emissioni della centrale avrebbero sulla popolazione del territorio; mentre 12 dirigenti della stessa centrale sono indagati, tra l’altro, per gettito pericoloso di cose e danneggiamento alle colture".
L’azienda ha incontrato alcuni rappresentati dell’associazione. "E’ stato fattoloro notare - fanno sapere dall’Enel - che ancora una volta stanno sbagliando indirizzo. I dati parlano chiaro: nel 2011 il 42% della energia elettrica prodotta da Enel è priva di qualunque tipo di emissioni, compresi i gas effetto serra. Inoltre, Enel è tra i maggiori produttori al mondo di energia elettrica da fonti rinnovabili. Ma l’impegno a rendere sempre più efficienti anche le centrali termoelettriche prosegue anno dopo anno- dice ancora il comunicato - nel 2010 le emissioni di gas effetto serra delle centrali dell’Enel si sono ridotte rispetto al 2009 in termini assoluti del 4,8% e quelle specifiche, cioè per chilowattora prodotto, del 5,7%. La produzione di energia elettrica da carbone in Italia è ferma al 13% del totale contro una media europeo di più del doppio (27%) con punte del 44% come in Germania. Nel mondo circa la metà dell’energia elettrica è prodotta con questo combustibile".
Le centrali Enel a carbone in Italia "sono tra le più efficienti: le emissioni dipolveri, ossidi di azoto e anidride solforosa sono meno della metà rispetto alle percentuali fissate a livello europeo a tutaela della salute e dell’ambiente. Nella
centrale di Brindisi stiamo inoltre sperimentando, tra i primi in Europa, la tecnologia della cattura dell’anidride carbonica che in prospettiva permettera’ di azzerare anche questo tipo di emissione ritenuta responsabile dei cambiamenti climatici a livello mondiale, ma non certo a livello nazionale o regionale. Basti pensare che ogni giorno le centrali a carbone cinesi
producono quello che tutte le centrali a carbone italiane producono in un anno". Conclude quindi l’Enel: "Attribuire a una singola centrale o a un singolo gruppo energetico la responsabilità di risolvere un problema globale di queste gigantesche dimensioni dimostra la miopia di chi lo sostiene".










   
 



 
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