Querele per chi osa criticare Equitalia
 











Sono in arrivo tempi molto duri per le persone e le organizzazioni che intendono denunciare le storture della normativa sulla riscossione fiscale e sul recupero delle imposte evase. Il presidente di Equitalia, Attilio Befera, ha infatti deciso di tutelarsi agendo contro chi sia potenzialmente in grado di dare troppo fastidio. Una decisione legittima, ma in grado di ingenerare più di una semplice riflessione. Uno dei primi ad essere coinvolti è stato Fabrizio Fadda, militante di una associazione di cittadini che si definiscono “vessati da Equitalia”. Qualche giorno fa la Procura del tribunale di Benevento gli ha fatto notificare un avviso di conclusione delle indagini. Gli inquirenti campani hanno infatti proceduto per verificare una eventuale diffamazione a mezzo stampa ed una violazione della legge sulla stampa. Fadda aveva infatti criticato Befera ed Equitalia per le modalità con cui la società procede al recupero delle somme vantate dal fisco inun articolo pubblicato da un periodico stampato nella provincia di Benevento. Aver definito l’organizzazione presieduta dal direttore della Agenzie delle Entrate “antisociale ed iniqua” è stato ritenuto dannoso per la reputazione di Befera. Un’accusa che i pm dovranno manifestare di fronte al gip nell’udienza preliminare. Durante l’eventuale dibattimento il giudice si ritroverà costretto ad esaminare nel dettaglio il funzionamento di Equitalia. Fadda richiama infatti il meccanismo di more, penali ed interessi che gravano sul quantum originariamente dovuto dal contribuente. In sostanza, nel giro di pochi anni, non è difficile vedersi recapitare cartelle con cifre a quattro zeri per un debito di poche centinaia di euro. Dal canto suo, Fadda respinge le accuse. “Siamo un’associazione di volontariato impegnata nel sociale.  Il nostro unico obiettivo è quello di denunciare norme palesemente inique. Non a caso, in diversi anni di attività, siamo stati ricevuti da parlamentari e persinoda Ministri. Mi dispiace constatare che il presidente di Equitalia ritenga non vero quanto da noi denunciato. Purtroppo questo gesto di Attilio Befera mi conferma di essere dalla parte della ragione. Tra le altre cose, l’avviso di conclusione delle indagini mi è stato notificato mentre a Bologna un piccolo artigiano era costretto a darsi fuoco per richiamare l’attenzione delle istituzioni. Credo che la situazione sia oggettivamente emergenziale”. Abbiamo sentito Fadda a margine dell’ennesimo presidio per evitare lo sgombero di una famiglia gravata dai debiti. Manifestazione che lo ha visto impegnato in prima persona. “Anche oggi siamo riusciti ad impedire all’ufficiale giudiziario di perfezionare uno sfratto ai danni di un imprenditore agricolo di Uta, comune della provincia di Cagliari – ha spiegato Fadda – Speriamo che si possa trovare una soluzione alternativa. Siamo di fronte ad un agricoltore disabile che non saprebbe come far fronte alle necessità della sua famiglia”. Un contestodi grave disagio arrivato nell’aula di Palazzo Madama grazie ad un’interrogazione del senatore dell’Idv Stefano Pedica. Il giornalista eletto nelle liste del partito di Di Pietro ha infatti depositato una proposta di legge per una modifica del sistema di riscossione. Iniziativa che gli ha permesso di venire a contatto con diversi imprenditori sardi gravati dai debiti nei confronti dello Stato. Sul modello di quanto fatto dall’ufficiale giudiziario, Befera dovrebbe riscoprire il valore della mediazione. Un’ottima dote per un dirigente pubblico del suo calibro. Quanto affermato da Fadda non è dissimile dal fuoco di fila a cui è stato sottoposto non più di due mesi fa. Allora erano stati diversi deputati e senatori a denunciare il suo presunto conflitto d’interessi. Essere presidente di Equitalia ed allo stesso tempo direttore dell’Agenzia delle Entrate è ritenuto da molti in contrasto con i principi alla base del buon andamento dell’azione amministrativa. Altre pesanti accuse hanno poiriguardato gli altissimi tassi di interesse. Non sarebbe spiacevole poter assistere ad un dibattito televisivo tra il numero uno di Equitalia e le organizzazioni dei contribuenti. Il risultato sarebbe sicuramente più soddisfacente di quello garantito da una sentenza del tribunale penale. Per entrambi i fronti.Matteo Mascia









   
 



 
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