Gli Usa finanziano i nemici del Cremlino
 











Washington continua a foraggiare i nemici del Cremlino. Per questo l’entità dei finanziamenti dagli Stati Uniti a gruppi e movimenti dell’opposizione al presidente in pectore Vladimir Putin sta diventando un problema nelle relazioni bilaterali. La denuncia è arrivata, con un’intervista all’agenzia Interfax, dal vice ministro degli Esteri russo, Sergej Ryabkov. “Washington sta finanziando alcuni gruppi e movimenti in Russia”, ha sottolineato il vice ministro. Mosca dichiara di tollerare poco le ingerenze e i fondi devoluti ai gruppi per la difesa dei diritti, per le Ong e altre organizzazioni non governative. “Siamo davvero preoccupati dal finanziamento da parte di Washington di certi gruppi e movimenti in Russia, le dimensioni di questa attività la stanno trasformando in un problema nelle nostre relazioni”, ha dichiarato. “Devo dire che i nostri partner americani stanno cercando di rispondere a queste nostre preoccupazioni, fornendo anche alcunidettagli specifici su cosa, quando e come”, ha aggiunto. “Stiamo studiando questi materiali – ha chiosato il vice ministro – ma voglio dire che le nostre preoccupazioni non vengono rimosse, poiché la scala di tale attività è piuttosto significativa”. Non è la prima volta che questo avviene e come è noto nel recente passato è stata coinvolta anche Londra dove risiede in esilio dorato il nemico numero uno del Cremlino l’oligarca Boris Berezovsky. Ma nel gennaio scorso e ancora qualche giorno fa le accuse si sono appuntate contro l’ambasciatore americano a Mosca, Michael McFaul, il diplomatico che aveva scatenato forti polemiche, poco dopo il suo insediamento, per aver ricevuto gli esponenti dell’opposizione al presidente in pectore del Cremlino, Vladimir Putin (nella foto).
Ma Ryabkov ha parlato anche dello scudo aggressivo voluto da Washington in territorio europeo e rivolto contro la Federazione russa. Nell’intervista il vice ministro ha dichiarato che Russia e Stati Uniti nonstanno negoziando offerte segrete sulla difesa missilistica. Le dichiarazioni cadono a pochi giorni da quando le telecamere della Fox hanno diffuso il fuori onda da Seoul, dove il presidente americano, Barack Obama, ha assicurato al presidente russo uscente, Dmitrij Medvedev, più flessibilità nei confronti di Mosca dopo l’auspicata rielezione alla Casa Bianca. Secondo Ryabkov “il trambusto che questa frase ha causato negli Stati Uniti non è del tutto giustificabile”. Per poi aggiungere: “Ci rammarichiamo per i tentativi da parte americana di ‘mistificare’ ciò che sta accadendo”. E ha poi proseguito: “Sono pronto a mettere la mia firma sotto la dichiarazione che non sono in corso negoziati segreti e che Mosca e Washington non stanno preparando intese segrete sottobanco sul tema. Non ci sono segreti, né seconde, terze o quarte letture o opzioni allo studio fuori dal campo visivo di politici, militari, diplomatici analisti o media”. Secondo il viceministro “il dialogo va avanti conlentezza perché le posizioni di principio delle parti – è già una questione di principio – non sono passibili di modifiche. Come queste posizioni si possano conciliare non mi è chiaro”, ha concluso. È palese che la strategia perseguita da Washington è quella di alzare la tensione tra la Russia e l’Europa, dislocando armi, basi militari e soldati della Nato in territorio europeo ad un passo del limes russo per contenere la Federazione e allontanarla dal suo naturale alleato, il Vecchio Continente, sia in termini economici che militari.Andrea Perrone

 









   
 



 
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