|
Spett. RAI Ufficio dei rapporti col pubblico E p.c. Egr. Direttore Generale E p.c. Spett. Commissione di Vigilanza RAI E p.c. alla mia mailing list I giornali ci informano oggi della chiusura degli uffici RAI di New York. Ed è una notizia che lascia letteralmente esterrefatti. Non solo non si capisce la necessità di un taglio così drastico, dopo quelli che gli italiani all’estero hanno già dovuto subire inseguendo la (falsa) logica della riduzione dei costi a tutti i costi, ma il provvedimento appare persino brutale nel modo in cui viene attuato. Benché l’opportunità di questa scelta (più morale che amministrativa in questo caso) riguardi la coscienza di chi ne ha la responsabilità, rimane, sul piano del palinsesto, il nodo mai sciolto di perpetuare programmazioni scelte da pseudo-giornalisti palesemente legati a scorie politiche che nemmeno la novità tecnocratica del governo Monti può scalfire. La situazione politica e finanziaria italianasta profondamente mutando negli ultimi mesi, soprattutto sul piano politico, con maggioranze e partiti già in fase di rapido disfacimento, ma l’influenza di certi potentati politici sulla RAI non tende minimamente a diminuire. Su bassi calcoli di convenienza è basata oggi la nostra informazione e la nostra democrazia? Perché non si cominciano i risparmi dalle palesi manipolazioni dell’informazione alla Ferrara (Qui Radio Londra)? Perché non si tagliano un po’ di puntate al superprotetto Bruno Vespa? È proprio necessario dovercelo dare quattro sere alla settimana? Lavora gratis Vespa? Perché non la si smette di buttare soldi dalla finestra con trasmissioni, vero insulto alla crisi, come quella dei “pacchi”, che regala centinaia di migliaia di euro ogni giorno (e fino ad un milione di euro alla volta) solo per mostrare al pubblico televisivo più propenso alle banalità che esiste al mondo qualcuno particolarmente dotato di fortuna sfacciata? È comprensibile che l’offerta diprogrammi scadenti, lo sperpero dei soldi e il taglio dei servizi e dei programmi intelligenti è nell’interesse di chi ha convenienza a liquidare il servizio pubblico dell’informazione, e spalancare così la porta ai privati, che la usano per fare guadagni invece che per informare, ma non si deve pensare che tutti gli utenti della televisione siano degli sprovveduti incapaci di valutare la qualità dei programmi e dei servizi offerti. Tutto quello che c’è da fare adesso alla RAI è tagliare i “programmi-plagio” mascherati da informazione e le spese folli mascherate da necessità di servizio. Poi naturalmente è necessario allontanare i “pro-consoli” dei partiti e i super-raccomandati. In poche parole, per risolvere i problemi RAI, è sufficiente togliere le mani (sporche) dalla RAI. I giornalisti veri non mancano. Grazie, saluti dal Texas. Roberto Marchesi
|
|