Piano di rientro, la mappa dei tagli partiti in guerra per primari e reparti
 











La "fase due" del riordino ospedaliero. Nuovo vertice tra l’assessore regionale alle politiche della salute, Ettore Attolini e i capigruppo del centrosinistra. Sul tavolo c’è la road map per escludere dal taglio degli ulteriori 800 posti letto previsti dal piano di rientro del deficit sanitario, gli ospedali di Fasano e di Trani. L’assessore Attolini ha ricordato a tutti di prediligere criteri oggettivi e che ogni modifica va fatta comunque a saldi invariati, per garantire i risparmi da cui dipende il visto ministeriale sul piano di rientro. E sulla base di quelli Fasano e Trani andrebbero chiusi perché hanno un basso indice di ricovero dei residenti. Certo un presidio ospedaliero in centri densamente abitati come Fasano e Trani, giustificherebbe le pressioni politiche del centrosinistra, del Pd in particolare che nel pacchetto ha inserito anche i punti nascita di Ostuni e Manfredonia. Le polemiche non mancano. "Da giorni - afferma il capogruppo delPdl, Rocco Palese - appaiono tabelle, cartine, conteggi su aperture e chiusure affidato a inaccettabili riunioni carbonare tra partiti della sinistra. Ad oggi - aggiunge Palese - non esiste alcun atto formale da parte del governo regionale su questa famigerata "fase due". Lunedì (oggi, per chi legge) - conclude l’esponente di opposizione - formalizzeremo una richiesta di audizione dell’assessore per mettere in un atto formale i dettagli della fase due del Piano da approvare in aula".
A BARI E PROVINCIA
Vengono meno 160 posti letto, chiude il polo di Conversano
Nella Asl di Bari ci sono da tagliare 161 posti letto. Le linee guida che porteranno ad avere in tutto 4.806 posti letto che garantiscono lo standard di 3,8 posti letto per mille abitanti, sono la disattivazione di due punti nascita per incrementare i posti letto di neonatologia, la modifica della rete delle cardiologia e il potenziamento di riabilitazione e lungodegenza. Va quindi riconvertitol’ospedale di Conversano che avrà il 118, poliambulatorio, day service chirurgico, ortopedico e oculistico, ospedale di comunità con 8 posti letto e diagnostica con Tac e risonanza magnetica. All’ospedale di Terlizzi da disattivare cardiologia, ostetricia e oculistica, ma ci saranno 10 posti letto in più di chirurgia generale (di cui due di chirurgia plastica). Ci saranno anche pneumologia e day service multispecialistico. A Molfetta spariscono chirurgia generale e nefrologia. Al "Di Venere" dermatologia conserverà solo l’ambulatorio.
NELLA BAT
Solo 2 letti ogni mille abitanti triste record della nuova provincia
Nell’Asl Bat sono da tagliare 19 posti letto. Quelli pubblici saranno 750, cui vanno aggiunti i 100 della Casa della Divina Provvidenza. Lo standard è molto basso: 2,2 posti letto per mille abitanti. Questo fenomeno di spiega perché gli abitanti della Sesta Provincia quando si tratta di ricoverarsi preferiscono farlo negli ospedali delle due provinceconfinanti. Quindi o a Bari, al Policlinico, o nella Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo. Qui è previsto un punto nascita in più, portando a tre (Andria, Barletta e Bisceglie) quelli dove consentire i 3500 parti stimati. Ad essere disattivato sarà comunque il punto nascita di Canosa. L’ospedale a rischio chiusura è quello di Trani ma potrebbe essere tra quelli ripescati. La rete sanitaria, qui, prevede ad Andria l’area dell’emergenza-urgenza, a Canosa quella medica riabilitativa, a Barletta quella oncoematologica e a Bisceglie quella infettivologa.
IN PROVINCIA DI BRINDISI
Mesagne verso la chiusura al Perrino arriva l´unità spinale
Sono 92 i posti letto ulteriori da tagliare nella Asl di Brindisi. Quelli a disposizione sono in tutto 1242, compresi i 1114 pubblici. Ci saranno più posti di riabilitazione ma soprattutto arriva l´unità spinale. Fasano sarebbe da dismettere ma forse ce la farà a restare ospedale. Non sarà possibile invece salvareMesagne. La riconversione del "San Camillo" vede la presenza del 118, il day service chirurgico, ortopedico e oculistico, l´ospedale di comunità e l´hospice. Potrà ancora fregiarsi del termine "ospedale" perché qui ci saranno i 20 posti letto di medicina generale legati al "Perrino" di Brindisi. A Ostuni forse salterà la disattivazione del reparto di ginecologia i cui posti letto risultano assegnati a Francavilla Fontana e Brindisi. A San Pietro Vernotico salta la geriatria e Ceglie Messapica perde 20 posti letto di neuroriabilitazione. Anche il "Perrino" paga i tagli della seconda fase con la disattivazione dei 10 posti letto di malattie endocrine e dermatologia.
NEL TARANTINO
Manduria perde anche pediatria la città dell´Ilva punta su oncologia
La Asl di Taranto non sarà interessata in questa seconda fase dal taglio dei posti-letto. Anche qui la media è sotto lo standard perché tra pubblico e privato, i 1681 posti letto permettono una dotazione di 2,9 postiletto per mille abitanti. La chiusura di due punti nascita sarà funzionale al potenziamento di altri punti nascita, come quello del "Ss Annunziata" dotato di neonatologia e terapia intensiva neonatale. Nella provincia previsti 16 posti letto in più di oncologia e il trasferimento di geriatria da Taranto a Grottaglie dover sorgerà anche una piastra ambulatoriale con centri antidiabete e antipertensione. Sono da chiudere i reparti di ostetricia e pediatria a Manduria, lungodegenza e day hospital onologici a Martina Franca.
IN PROVINCIA DI FOGGIA
Si riduce anche il centro di Padre Pio Accreditati 180 ricoveri in meno
Nella Asl di Foggia ci sono da tagliare altri 90 posti letto ma non ci sarà la disattivazione di ospedali. I posti letto pubblici sono 631, esclusi gli 808 degli Ospedali Riuniti di Foggia. Nella provincia ha un peso Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo che da una dotazione di 1041 posti letto si vedrà accreditati 887. Sottoosservazione c´è il "San Camillo" di Manfredonia: la seconda fase del riordino ospedaliero prevede la disattivazione di ostetricia e pediatria, ma probabilmente sarà previsto un punto nascita e sarà potenziato con tre posti letto in più, il reparto di gastroenterologia. All´ospedale "Lastaria" di Lucera saranno dismessi i reparti di cardiologia, ginecologia, unità coronarica ma è prevista l´attivazione di day hospital oncologici e assistenza domiciliare oncologica.
A LECCE
A Gallipoli non si nascerà più sparisce il nosocomio di Nardò
Nella Asl di Lecce sono 61 i posti letto da tagliare. Sono 1890 quelli pubblici, cui vanno aggiunti i 400 del "Panico" di Casarano che è ente ecclesiastico. La scure qui riguarda punti nascita e cardiologia. Ci sarà un punto nascita in più tra Fazzi di Lecce, Panico, Galatina, Casarano e Copertino. Da disattivare, quindi, saranno i punti nascita di Gallipoli e Scorrano. La scelta di Galatina - si spiega nella relazione - èmotivata dalla prossima chiusura dell’ostetricia della casa di cura che quindi si presume trasferirà i 300 parti all’anno nella struttura pubblica. Nel Salento da dismettere è l’ospedale di Nardò che avrà il 118, i poliambulatori, il day service chirurgico, ortopedico e oculistico e l’ospedale di comunità, dove ci va chi non ha necessità di un ricovero per acuti ma non può nemmeno essere curato a casa, con 8 posti letto. A Scorrano che perde oltre il punto nascita anche la nefrologia, lasciano la pediatria.Piero Ricci(...)
Un sacrificio da fare. Sui nuovi tagli di posti letto negli ospedali Vendola rivolge un appello ai pugliesi: "Il sacrificio che chiediamo alla comunità di consentirci di tagliare ulteriori 800 posti letto va fatto a fin di bene perché appena usciti dal piano di rientro possiamo tornare a respirare". Una boccata di ossigeno in arrivo anche per le aziende creditrici, con 700 milioni per i fornitori della Sanità. E la prospettiva dei concorsi che si riapre. Ilpresidente della Regione intervene alla Fiera del Levante alla Conferenza dei servizi della Asl Bari. "La nostra sanità potrà così esercitarsi nei concorsi pubblici per assumere altre centinaia e centinaia di medici ed infermieri. Abbiamo una drammatica carenza di personale medico e para-medico e questa è frutto di leggi che hanno bloccato le assunzioni, il turnover e la spesa per il personale. L’appello a tutti quanti - ha aggiunto Vendola - è a stringere i denti perché siamo vicini alla meta. Una volta raggiunta potremo riprendere la sfida sulla cose positive che già stiamo realizzando: la diffusione dei servizi territoriali, del distretto, la costruzione delle case della salute e dei poliambulatori più evoluti. Possiamo insomma entrare in una fase in cui c’è la sanità del futuro, che comincia già a fare i suoi passi".
"Chiudere il piano di rientro e farlo in questi giorni con la vicenda degli ulteriori 800 posti letto che vanno tagliati è - secondo il governatore - una prioritàassoluta: vuol dire poter completare le piante organiche e bandire i concorsi. Credo che con i nostri risparmi siamo nella condizione di bandiere concorsi che possano assicurare almeno altre 1000 unità tra medici e infermieri. Il rischio - ha aggiunto Vendola - non è dato dal reparto che chiude ma dal sistema che salta per la carenza di personale. E’ difficile spiegare al cittadino che se reparti modernissimamente attrezzati non partono è perché c’è una drammatica carenza del personale: un infermiere lo si può sostituire solo quando se ne vanno in pensione 5. Al governo nazionale dico che non si può tagliare sul personale senza mettere mai una luce sulla storia delle piante organiche. I criteri che ignorano i percorsi storici sono ciechi e - secondo Vendola - tagliare la spesa in modo indistinto, secondo la logica dei tagli lineari, è demenziale perché per avere i risparmi bisogna modernizzare l’offerta sanitaria". Sulla chiusura di ospedali e reparti il Presidente della Regione Pugliaha poi spiegato che "la politica per la salute non è solo rete ospedaliera. Ci vuole appropriatezza nel rispondere alla domanda di salute. Gli ospedali devono servire a scopi precisi e l’inappropiatezza (quella dei ricoveri e della diagnostica, dell’affarismo sanitario) è il nemico. Penso alle proteste che ci sono state a Bitonto o Massafra per la chiusura-trasformazione degli ospedali: oggi i cittadini sono più contenti di prima perché godono di una rete di servizi reali".
Buone notizie anche sul fronte delle aziende: "Oltre 700 milioni di euro saranno dati nel giro di tre mesi ai creditori di forniture sanitarie del sistema sanitario pugliese", ha annunciato Vendola . "Per le imprese significa un’importante boccata d’ossigeno e per il sistema economico pugliese significa portare al suo interno un paio di punti di Pil. Cercheremo anche di riflettere sui poblemi di erogazione che ci sono stati in passato per velocizzare il procedimento. Questi fondi sono una primarisposta".
L’assessore alla sanità Attolini ha rassicurato sulle assunzioni: "Stiamo aspettando l’ok del ministero per poter procedere, entro fine anno, con l’avvio dei concorsi per assumere mille unità, tra medici e infermieri, in tutta la Puglia". Attolini ha spiegato che per quanto riguarda gli infermieri esiste già una graduatoria dalla quale attingere: "Attraverso la mobilità interregionale abbiamo già un potenziale bottino di un migliaio di infermieri pronti per essere assunti". Dovranno invece partecipare al concorso anche i medici ’ex stabilizzati’, e cioè quelli assunti grazie a una legge regionale, poi bocciata dalla Corte costituzionale, che intendeva far fronte alla carenza di organico dovuta al blocco del turn over imposto dal Piano di rientro. "Ora il ministero sta esaminando il nostro bilancio e in particolare l’extra risparmio della spesa per il personale che, al 31 dicembre 2011, si attestava intorno ai dieci milioni di euro", ha ricordato Attolini. Un risparmioche, secondo l’assessore, è ulteriormente incrementato nel corso di questi mesi, e che quindi potrà consentire le assunzioni necessarie "a garantire la tenuta del sistema sanitario pugliese". Per questo - ha detto infine Attolini - "ho già chiesto ai direttori generali delle Asl di darmi una relazione sullo stato di avanzamento e la chiusura della prima fase del Piano di rientro", compresa la chiusura degli ospedali e i tagli dei posti letto, "al fine di conoscere la reale entità delle carenze in pianta organica sui cui lavorare per la fase due del Piano di rientro".









   
 



 
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