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Definita dalla Giunta regionale, la seconda fase del Piano di rientro, con la prevista contrazione dei posti letto ospedalieri. Non vi sono grandi sorprese, rispetto alle indicazioni ministeriali ed alle linee guida determinate dai tecnici regionali. Nel complesso, solo la provincia di Taranto, vede aumentati, anche se in modo contenuto, i posti letto, soprattutto per quel che riguarda oncologia e pneumologia. Chiuderanno gli ospedali di Conversano e Nardò. Si aggiungono ai diciannove nosocomi su cui l’amministrazione regionale già aveva fatto calare il sipario. Totale: ventuno. "E’ il prezzo da pagare per fare nuove assunzioni" dice il presidente Nichi Vendola. Si salvano invece Fasano, Trani e Mesagne. Mancano sette minuti alle dieci di sera quando si conclude la giunta che approva l’ennesimo regolamento indispensabile per definire le cosiddette linee di attuazione della riorganizzazione della rete ospedaliera. "Era necessario tagliareancora" aveva raccontato lo stesso Vendola non più tardi di quarantotto ore fa senza avere paura di essere preso a sassate: 800 posti letto, di cui 130 all’interno degli enti ecclesiastici e degli istituti di ricerca, 300 per le cliniche private e 370 gestiti dal pubblico. La mannaia oltre a calare su Nardò e Conversano, prevede pure il ridimensionamento dei "punti nascita": spariscono le ostetricia di dieci comuni, là dove si contavano meno di cinquecento parti all’anno. Come a Lucera, Ostuni, Manfredonia, Canosa... In zona Cesarini si salvano Grottaglie, Martina Franca, Scorrano. "E’ un equilibrio sulla carestia" sottolinea Vendola. Sì, insomma, non è mai piacevole usare l’accetta. Però l’operazione suona come inevitabile se, in cambio, il programma è quello di rimpolpare gli organici delle Asl. "Prima di subito faremo partire i concorsi". Quelli per ingaggiare qualcosa come mille fra medici e infermieri. Diversamente non sarebbe possibile ottenere la deroga al blocco del turnover. Lo facevano notare non più tardi dell’altro giorno i magistrati contabili. Le sezioni riunite della Corte dei conti sottolineavano anche "il netto miglioramento" dell’aria che tira da queste parti a proposito dell’assistenza sanitaria. Le perdite, tra il 2010 e il 2011, scendono da 331 a 114 milioni di euro; i cosiddetti "costi in convenzione" si riducono di oltre 234 milioni; la farmaceutica ospedaliera registra riduzioni della spesa superiori all’8 per cento (la media italiana sfiora, invece, il 5 per cento), come accade in tre regioni dell’Italia settentrionale: Lombardia, Liguria, Emilia Romagna. Vendola, orgoglioso, fa sapere: "La verità è che abbiamo fatto in un anno quello che la Regione Toscana ha fatto in dieci anni". Se non è tutto oro quello che luccica, è altrettanto vero che il bicchiere può essere visto mezzo pieno. "Salvaguarderemo sempre e comunque, la salute dei cittadini. Potenzieremo cioè, i servizi sul territorio. E’ accaduto, per esempio, a Massafra.Accadrà a Conversano e Nardo, dove in ogni caso lavoreremo per presentare un’offerta ricca e di alto livello" spiega l’assessore alla Salute, Ettore Attolini. "Ci impegniamo perché dappertutto prendano forma poliambulatori che funzionino" incalza Vendola. Il rivoluzionario gentile non teme eventuali rivolte di piazza e assicura che nessuno lancia bastoni fra le ruote dell’esecutivo: "Tutte le forze politiche hanno condiviso le nostre scelte. Abbiamo ascoltato le comunità, soprattutto, e non i partiti. Tenendo conto delle esigenze di tutti, nella maggior parte dei casi. Ecco perché, volendo tirare le somme di questa esperienza, io non parlerei di chiusure, ma di riconversioni". Vendola sul piano di rientro approvato: "Ora piante organiche e concorsi" “Abbiamo cercato di mettere in equilibrio il sistema sperando di non addolorare i cittadini ma soprattutto sperando di non ferire il diritto alla salute che è la cosa più importante da salvaguardare. Tutto questo, lo voglio ripetereperchè i pugliesi lo sappiano, avendo approvato stasera il regolamento, nelle prossime ore possiamo stabilire le piante organiche e far partire i concorsi per assumere medici e infermieri. Il nostro obiettivo fondamentale è guadagnare le risorse che consentano al sistema Puglia di traguardare una fase difficile e finalmente camminare verso obiettivi di miglioramento del sistema sanitario”. Lo ha detto il Presidente della regione Puglia Nichi Vendola al termine della giunta regionale di questo pomeriggio che ha approvato il regolamento riguardante la seconda fase del piano di rientro. “L’obiettivo che ci era imposto era quello di tagliare 2400 posti letto, di fare cioè una cura dimagrante impressionante – ha aggiujnto Vendola - noi abbiamo fatto in un anno quello che la regione Toscana ha fatto in dieci anni dal punto di vista della chiusura di piccoli ospedali. Le chiusure diventano drammatiche se non vengono accompagnate da aperture. Si può chiudere un ospedale se è un bidone vuoto,ma bisogna sostituirlo con una rete di servizi assistenziali ed è quello che noi faremo”. Entrando poi nello specifico, Vendola ha sottolineato che “l’asticella per la determinazione della chiusura degli ospedali è stata spostata in giù, dai 100 posti letto ai 70 posti letto” anche se il Presidente comunque ha aggiunto che “non è giusto e appropriato parlare di chiusura, bensì occorre parlare di riconversione”. Vendola ha poi detto che “i due ospedali sulla via della riconversione, sono Nardò e Conversano” mentre “per quanto riguarda la distribuzione dei tagli degli 800 posti letto, è stata una distribuzione equa, fatta Asl per Asl, territorio per territorio, tenendo conto di tutti i problemi e di tutte le sensibilità. Sul tema infine più dolente dei punti nascita, Vendola ha aggiunto che “secondo quanto scritto nelle linee guida del Ministero, sono stati chiusi tutti quelli con meno di 500 parti all’anno. Uniche due ccezioni, Scorrano che aveva pochi parti al di sotto di questacifra ma che invece serviva un territorio che aveva necessità, e Canosa che, al contrario, insisteva in una Asl con molti punti nascita aldi sopra della cifra indicata dal Ministero”. Benvenuto Michelangelo
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