E’ una tragedia. Ma il comando non scritto è quello di non parlarne. Entro pochi anni non solo l’Italia, ma tutta l’Europa, Russia, ovviamente compresa, sarà terra di nessuno, in irreversibile declino, demografico, ergo politico, ergo economico, ergo sociale. Le analisi, pur provenienti da “istituzioni” che tutto sono meno che “neutrali”?(una per tutte: la Divisione demografica insediata presso le Nazioni Unite, e cioè quella che più si è adoprata nel forzare politiche di controllo delle nascite e in favore dell’immigrazione “da integrare”), sono concordi. Entro i prossimi cinquant’anni gli “europei” saranno almeno 100 milioni in meno e, per di più in larga parte vecchi. Ormai la fertilità è una chimera e la senescenza una realtà. Le nascite crollano, la vecchiaia avanza. E, toh: anche l’immigrazione dal Terzo mondo è in calo. L’Italia, l’Europa, non sono più quei paradisi verso cui fare rotta per partecipare quota parte alla società delconsumo senza fine. Né, le economie destrutturate dall’usura della grande finanza, sono luoghi ideali per lavorare e far denaro. I negrieri, i venditori di uomini, stanno perdendo il loro business. Gli stessi imprenditori europei si astengono dal chiedere nuovi flussi di manodopera a basso prezzo: è pià profittevole sfruttarla direttamente, a casa loro... Ma non temete. I Signori del denaro hanno già previsto tutto. C’è un’Europa dell’ovest e del nord che manterrà, nel bene o nel male, le proprie capacità di benessere sociale. Quella del sud e dell’est, invece, è destinata, al massimo, a fungere da puntello. Ecco qui - anche - spiegata l’imposizione, che ormai dura da vent’anni, delle svendite di Stato, delle rapine privatizzatrici (altrui), del “mercato unico”. I pigs, i paesi-maiali, devono privarsi di ogni produzione, di ogni benessere. Altrimenti non accetteranno volentieri il ruolo di schiavi. Ugo Gaudenzi
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