Parkinson, C-Rel la proteina che può curare il morbo
 











Nessuno pensava che un giorno il Parkinson sarebbe potuto diventare una malattia curabile. Al massimo si poteva sperare di alleviarne i sintomi. E invece una grande scoperta della medicina ha portato alla luce una terapia capace di "aggredire" il morbo. Il Parkinson è una malattia neurodegenerativa caratterizzata da un progressivo tremore e difficoltà nei movimenti. Ora c’è davvero una speranza in più.
La ricerca che potrebbe cambiare il destino dei malati di Parkinson è stata condotta dall’Istituto nazionale di Neuroscienze, pubblicata sulla rivista specializzata "Brain". Allo studio, come riporta il Corriere del Veneto, ha collaborato un team veronese guidato da Paolo Francesco Fabene, del dipartimento di Neuroscienze dell’ateneo di Verona.
La scoperta principale riguarda le caratteristiche di una proteina, battezzata C-Rel, capace di proteggere i mitocondri (una sorta di "polmone" che si trova in ogni cellula, che ha il compito di produrreenergia) dall’azione dei radicali liberi, i principali responsabili dell’invecchiamento. L’assenza di questa proteina porta all’insorgere dei sintomi tipici del Parkinson, come difficoltà nel mantenere la postura eretta e tremori generalizzati. E il team veronese ha portato un contributo fondamentale studiando l’effetto di questa sostanza.
Uno studio accompagnato a quello del trattamento ritenuto ad oggi più efficace, quello a base di L-Dopa, un composto chimico capace di combattere la carenza di dopamina nel cervello, altra causa dell’insorgere della malattia. A fare da cavia, una serie di topi di 18 mesi d’età. "Tradotti in età "umana" sarebbero sessant’anni - spiega Fabene al Corriere del Veneto -. Siamo riusciti a dimostrare come, nell’animale in cui le funzioni della C- Rel vengono bloccate, si sviluppano i sintomi della malattia e che i sintomi di questi topolini migliorano con il trattamento farmacologico a base di L-Dopa così come accade nei nostri anziani".
Ora si aprela prospettiva di una cura farmacologica efficace. Del resto, Verona ha una tradizione ormai consolidata nel combattere la malattia di Parkinson, anche attraverso tecniche come la stimolazione del cervello. Ora il nuovo passo, forse quello decisivo.









   
 



 
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