Cancro. Scovato l’enzima che può fermare la crescita tumorale
 











A differenza delle cellule normali, quelle tumorali usano la maggior parte della loro energia nel riprodursi: per farlo hanno bisogno di innescare dei pathway metabolici alternativi, in modo da produrre nuovi elementi base per il funzionamento della cellula, come Dna, carboidrati, lipidi. E potrebbe essere proprio questo il punto debole scoperto da alcuni ricercatori del Mit: alcuni composti chimici capaci di distruggere un enzima cruciale per questa ‘deviazione’ nel metabolismo cellulare, preverrebbe la formazione delle neoplasie, quantomeno nei topi. La ricerca che tratta l’argomento è stata pubblicata su Nature Chemical Biology.
Già in precedenza era stato dimostrato che le cellule malate usano una forma particolare di questo enzima, chiamato piruvato chinasi, per incanalare la loro energia nella formazione di nuove cellule. In particolare, questa proteina controlla uno degli step finali della glicolisi, che spezza una singola molecola diglucosio in due per produrre adenosina trifosfato (Atp), la “moneta corrente” energetica della cellula. In una cellula sana il prodotto finale del meccanismo è un carboidrato, chiamato appunto piruvato, che poi viene riutilizzato per generare altre Atp.
Ma quando una cellula diventa tumorale, presenta una versione alternativa dell’enzima, che è meno attiva della sua controparte: questa attività ridotta permette ai prodotti della glicolisi di non venire utilizzati per produrre nuova energia, ma di venire dirottati alla produzione di nuovi elementi costituenti come carboidrati, lipidi o acidi grassi. “Le cellule normali non hanno bisogno di costruire indefinitamente altre stanze o edifici, ma solo di tenere la luce accesa in quelli che già esistono”, ha spiegato con una metafora Vander Heiden, a capo del laboratorio che ha condotto lo studio. “Dunque bruciano soltanto l’energia necessaria a mantenere il sistema funzionante. Invece le cellule tumorali devono fare sia questo, cheriprodurre loro stesse”.
Il lavoro appena pubblicato però, dimostra anche che cambiare le proprietà della proteinain modo che sia più simile a quella che si trova nelle cellule sane può essere un’opzione per fermare il cancro. “Dai nostri risultati si evince che attivare la piruvato chinasi potrebbe aiutare a scardinare il meccanismo che permette alle cellule tumorali di crescere in maniera efficace”, ha aggiunto Heiden. Specificando però poi: “Se a partire da questa ricerca si possa arrivare a sintetizzare un farmaco che funzioni sull’uomo, però, è ancora da scoprire”. In altre parole, la scoperta dimostra che la crescita cellulare può essere ‘spenta’ aumentando l’attività della piruvato chinasi, ma ancora non è chiaro se e come questo potrà essere usato nella pratica clinica.









   
 



 
01-04-2015 - Chi ha paura della scienza in Italia?
25-02-2015 - Tumore pancreas, rimborsabile nuova terapia in nanoparticelle
22-02-2015 - Staminali per riparare la cornea: italiano il primo farmaco al mondo
19-02-2015 - Giovani ricercatori, 5250 progetti al palo per il bando Sir che non parte. Tweet collettivo per Matteo Renzi
18-02-2015 - Progetto genoma umano, online su Nature mappa genetica delle malattie
04-01-2015 - Vista senza occhi
28-12-2014 - Ecco l’invasione degli ultracibi
22-12-2014 - Arriva la cornea ‘costruita’ dalle staminali
19-12-2014 - Cervello. Un farmaco potrebbe aumentarne la plasticità
18-12-2014 - Corte Ue: "Brevettabile ovulo umano non fecondato"
17-12-2014 - Ogm, gli scienziati: "Non fermate la ricerca aiutiamo le piante a sopravvivere"
16-12-2014 - Da Rosetta ai dinosauri. La top ten delle scoperte scientifiche del 2014
07-12-2014 - Ecco i primi enzimi sintetici, Nature: “Utili a capire origine della vita”
03-12-2014 - "Il governo cambi quella legge, così torneranno i cervelli in fuga"
01-12-2014 - Uomini e donne, cervelli diversi ma tanto uguali. Lo dice la scienza

Privacy e Cookies