Crediti pubblici scomparsi
 











Il governo ha deciso di ingaggiare una guerra della propaganda.
Dai comunicati ufficiali e dalle note stampa sono scomparse le parole della crisi e della recessione per lasciare spazio alla speranza e alla ripresa.
Una bassa manovra comunicativa figlia della totale assenza di idee concrete.
La “luce in fondo al tunnel” la vedono solo Monti e la Fornero. Cattedratici nel pieno di un evidente pentimento. Sentimento causato dalla lettura dei numeri delle ultime indagini statistiche. I numeri della disoccupazione giovanile hanno ormai oltrepassato ogni record, il contatore delle ore di cassa integrazione gira senza sosta ed aumenta il numero delle imprese in liquidazione. Un’ecatombe per il tessuto produttivo nazionale.
Per mesi ha tenuto banco un argomento di importanza fondamentale: i debiti della pubblica amministrazione nei confronti delle aziende.
Una montagna di denaro che permetterebbe di salvare tantissimi posti dilavoro.
Negli ultimi anni sono aumentati i fallimenti causati dal ritardo nel pagamento delle forniture. Alcuni enti pubblici arrivano a ritardare di oltre ventiquattro mesi il pagamento delle fatture in arretrato.
Questo quotidiano attende l’ultima tranche dei contributi dovuti per il 2010.
Una situazione incivile e figlia di una concezione malata di apparato burocratico. Tanto che la Commissione europea avrebbe deciso di avviare una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia. Un atto dovuto se si considera che in certi Paesi il pagamento a novanta giorni viene reso obbligatorio dalla legge.
Passera aveva assicurato di trovare una soluzione.
Parole al vento consunte dalla retorica sul “piano per la crescita”. Un progetto inconsistente e per niente chiaro. Nulla legislativo che mette gli imprenditori di fronte ad un bivio: provare ad andare avanti ad ogni costo o portare i libri in tribunale.
A Palazzo Chigi però hanno fatto bene i propri conti.
Se lepiccole società di capitali piangono, le grandi banche brindano con il migliore champagne. Monti – noto amico dei banchieri – consentirà alle banche di risparmiare svariati miliardi di euro. Vittorio Grilli, ministro dell’Economia, ha messo in piedi un codicillo utile a confezionare un “regalino tributario” sulle svalutazioni dei crediti. La norma serve a creare un credito d’imposta solamente per le banche in perdita. Tradotto: sarà ad uso e consumo dei principali gruppi finanziari del Paese. Il pensiero corre subito al Monte dei Paschi di Siena, storica banca “salvata” dal Governo.
Chi crea lavoro e occupazione viene penalizzato, chi strizza l’occhio alla speculazione viene accolto con il tappeto rosso.
Un’odiosa contraddizione.Matteo Mascia









   
 



 
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