E dire che solo pochi giorni fa Silvio Berlusconi aveva staccato un assegno da 50 mila euro, saldo delle tasse per la sua villa Certosa. «Soru ha colpito ancora» aveva poi scherzato il leader di Forza Italia, presagendo forse quanto stava per accadere. E cioè che a Roma il governo di centrosinistra si preparava a impugnare la tassa sul lusso da lui appena pagata e adottata solo un anno fa dalla Regione Sardegna. Sospetti di incostituzionalità, ha decretato ieri mattina a palazzo Chigi il ministro Linda Lanzillotta, spiegando che le norme impugnate presenterebbero problemi sia sotto il profilo dei rapporti tra Stato e Regioni, sia rispetto al principio di uguaglianza tra i cittadini. Adesso sarà la Corte costituzionale a decidere se Soru potrà tenere i soldi versati da Berlusconi e da coloro (pochi) che come lui hanno già pagato il loro contributo all' Agenzia regionale delle entrate, oppure se dovrà restituirli. Nel frattempo il governatore hagià fatto sapere che fino al pronunciamento della Consulta tutto procederà come previsto e quindi chi deve pagare farà meglio a farlo (tra l'altro il termine è scaduto il 20 luglio scorso) se non vuole incorrere nella sanzioni previste per gli evasori. La decisione adottata dal consiglio dei ministri è solo l'ultimo atto di una braccio di ferro che da più di un anno contrappone il governatore della Sardegna a Roma. E' la seconda volta, infatti, che il governo Prodi impugna la legge regionale che istituisce nuove tasse per chi possiede una seconda casa al mare pur non risiedendo sull'isola, per le plusvalenze sulle compravendite di tali case, per chi vuole attraccare in un porto con uno yacht superiore ai 14 metri, per navi e aerei privati che fanno sosta sull'isola. Insomma per tutti coloro che praticano un turismo non proprio popolare. Ma la decisone del governo riguarda anche una nuova tassa di soggiorno che i comuni sardi, autonomamente, possono applicare a partire dalprossimo anno. Un balzello che è subito stato ribattezzato «tassa sul lusso» e che invece Soru ha sempre definito come «un contributo per la tutela di questi beni e per il riequilibrio dello sviluppo», a difesa della patrimonio naturale, e non solo, dell'isola. Contributo o no, uno dei motivi che hanno portato il governo a impugnare la legge è proprio il fatto che i sardi sono esentati dal pagamento della tassa. Una esclusione che contrasterebbe nettamente con il principio di uguaglianza dei cittadini sancito dalla Costituzione. Va detto che non sono stati molti coloro che si sono affrettati a pagare la tassa sul lusso. Fino a oggi, infatti, la Regione Sardegna ha incassato appena 13 milioni di euro dalle seconde case, contro i 38 previsti. Il che significa che pagare sono stati solo 23 mila dei 58 mila proprietari. Nessun dato, invece, per quanto riguarda gli yacht e gli altri beni sottoposti al pagamento della tassa. Da parte sua Soru si mostra tranquillo e attende disapere cosa deciderà la Consulta. Per il momento non è prevista nessuna marcia indietro: «Non sarebbe la prima volta che il governo impugna una legge regionale davanti alla Corte Costituzionale - ha dichiarato ieri mattina il Governatore al settimanale francese Le point -. E' tra l'altro, di due settimane fa una sentenza della Consulta che ha giudicato non fondato un ricorso del governo contro un'altra legge regionale della Sardegna». In questi casi, ha poi spiegato Soru, «ha un grandissimo peso anche la valutazione tecnica. Noi restiamo dell'avviso di aver fatto bene e, soprattutto, di esserci attenuti alle prerogative fissate dallo Statuto che è un pezzo della Costituzione e che prevede la possibilità per la Regione di esercitare una sua autonomia impositiva».da Il manifesto
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