Martedì 11 settembre a Roma viene presentato il Manifesto per una Democrazia Globale. I recenti sviluppi politici mondiali, come le rivolte nel mondo arabo e le manifestazioni di Madrid, Atene e Wall Street, hanno inserito nell’agenda mondiale la necessità di un ordine globale più giusto e più democratico. Sulla base di questi sviluppi, Democracia Global, una piccola ONG di Buenos Aires, ha dato avvio ad una nuova iniziativa: il "Manifesto per una democrazia globale". ■La politica è in ritardo. Attraversiamo un periodo di grandi cambiamenti tecnologici ed economici cui non ha corrisposto un’analoga evoluzione delle istituzioni pubbliche responsabili della loro regolazione e controllo. L’economia è stata globalizzata ma non é andata cosí per le istituzioni politiche e la democrazia. Pur con le loro differenze, peculiarità e limiti, le proteste che oggi dilagano nel mondo mostrano un crescente disagio per ilmodo in cui sono prese le decisioni, con le forme di rappresentanza esistenti e la loro scarsa capacità di difendere i beni comuni, ed esprimono l’esigenza di piú democrazia e di una democrazia migliore. ■Il benessere e la sicurezza del mondo sono minacciati. L’ordine nazionale/inter-nazionale creato dopo la Seconda Guerra Mondiale e la caduta del muro di Berlino non è stato capace di gestire i grandi progressi dei sistemi produttivi a vantaggio di tutta l’umanità. Al contrario, sono in corso processi regressivi e distruttivi derivati dalla crisi economica e finanziaria, dall’allargamento delle diseguaglianze sociali, dal riscaldamento globale e dalla proliferazione nucleare. Questi fenomeni hanno già influenzato negativamente la vita di miliardi di esseri umani, e la loro persistenza e rafforzamento minacciano la pace mondiale e la sopravvivenza della civiltà umana. ■Le crisi globali richiedono soluzioni globali. In un universo sociale caratterizzato dallaglobalizzazione, le capacità democratiche degli stati nazionali e delle istituzioni inter-nazionali si vedono sempre più limitate dallo sviluppo di forti processi, organizzazioni e sistemi globali di carattere non democratico. Negli ultimi anni, i principali leader nazionali ed internazionali del mondo hanno dovuto inseguire i successi globali. Il loro ripetuto fallimento dimostra che non bastano gli occasionali vertici, né gli accordi inter-governativi, né la cooperazione internazionale, né il preteso multilateralismo né le attuali forme di governanza globale. La globalizzazione della finanza, delle catene produttive e dei sistemi di comunicazione, ed il potere di scala planetaria acquisito dalle tecnologie distruttive esigono la globalizzazione delle istituzioni politiche di regolazione e controllo, e le crisi globali richiedono soluzioni globali coerenti ed efficaci. Per questo chiediamo l’urgente creazione di nuove agenzie globali specializzate nel disarmo, lo sviluppo stabile,equo e sostenibile, e la protezione dell’ambiente, e la rapida implementazione di forme di governanza democratica globale su tutti i problemi che gli attuali vertici inter-governativi si sono dimostrati inacapaci di risolvere. ■Dobbiamo progredire verso nuove, profonde e più ampie forme di democrazia. L’attuale modello di globalizzazione tecnologico-economica deve essere superato da un nuovo modello che metta gli strumenti tecno-economici al servizio di un mondo più giusto, pacifico e umano. Abbiamo bisogno di un nuovo paradigma di sviluppo mondialmente sostenibile ed orientato alla soddisfazione dei bisogni dei più poveri ed indifesi membri dell’umanità. Per evitare il peggioramento delle crisi globali e cercare soluzioni alle sfide poste dalla globalizzazione dobbiamo progredire verso profonde e più ampie forme di democrazia. Le organizzazioni nazionali-statali devono far parte di una struttura più ampia e meglio coordinata, che dovrebbe articolare istituzioni democraticheregionali in tutti i continenti, la riforma della Corte di Giustizia Internazionale, una Corte Penale Internazionale piú giusta ed equa, e una Assemblea Parlamentare delle Nazioni Unite, embrione di un futuro Parlamento Mondiale. Ma questo cambiamento istituzionale non potrà avere successo se é la risultante delle azioni di una elite autoeletta. Invece, la democratizzazione dell’ordine mondiale dovrà scaturire da un processo socio-politico aperto a tutti gli esseri umani, finalizzato alla istituzionalizzazione partecipativa di una democrazia globale. ■Globalizzare la democrazia è l’unico modo per democratizzare la globalizzazione. Al di là delle divergenze sui contenuti e sui metodi idonei per avanzare verso un ordine mondiale più giusto e stabile, i noi sottoscritti firmatari condividiamo un risoluto impegno con lo sviluppo di una democrazia globale. In nome della Pace, della Giustizia e dei Diritti Umani non vogliamo essere governati a livello mondale da chi è stato sceltoper farlo solo a livello nazionale, né da organismi internazionali che non ci rappresentano adeguatamente. Per questo lavoriamo per la costituzione di spazi politici sovranazionali e chiediamo istituzioni politiche regionali, internazionali e mondiali all’altezza delle sfide del Secolo XXI, che esprimano le diverse visioni e difendano gli interessi comuni dei sette miliardi di donne e uomini che componiamo oggi il genere umano. ■Invitiamo tutti gli esseri umani a partecipare della costituzione di una democrazia globale. Noi sottoscritti firmatari condividiamo con i movimenti sociali mondiali la richiesta di “unirci per un cambio globale” e per una “democrazia reale”. Entrambi gli obiettivi esprimono il crescente rifiuto a continuare ad essere governati da poteri politici ed economici su cui non abbiamo alcuna influenza. L’autonomia e l’autodeterminazione non valgono solo a livello locale e nazionale. Ecco perché rivendichiamo il nostro diritto a partecipare delledecisioni globali fondamentali per la nostra vita. Vogliamo essere cittadini del mondo e non solo i suoi abitanti. Perciò esigiamo democrazia non solo a livello locale e nazionale, ma anche una democrazia globale, ci impegniamo a lavorare per il suo sviluppo e chiamiamo tutti i leaders politici, intellettuali e civili del mondo, tutte le organizzazioni, partiti e movimenti, e tutte le persone di convinzioni democratiche del pianetta a partecipare attivamente della sua costituzione. Il Manifesto sottolinea la necessità di approfondire le democrazie nazionali e, contemporaneamente, di costruire nuove istituzioni democratiche regionali, internazionali e globali in grado di far fronte alle sfide del XXI secolo. Il Manifesto è stato giá firmato da un gruppo di accademici ed intellettuali di origini ed idee molto diverse, composto - tra i tanti - da Abdullahi Ahmed An-Na’im, Daniele Archibugi, Jacques Attali, Bertrand Badie, Zygmunt Bauman, Ulrich Beck, Mary Burton, Noam Chomsky,Roberto Esposito, Richard Falk, Susan George, David Held, Fernando Iglesias, Daniel Innerarity, Mary Kaldor, Mathias Koenig Archibugi, Lucio Levi, Raffaele Marchetti, Giacomo Marramao, George Monbiot, Toni Negri, Erna Paris, Heikki Patomäki, Beatriz Sarlo, Saskia Sassen, Fernando Savater, Roberto Saviano, Juan José Sebreli, Richard Sennett, Vandana Shiva, Andrew Strauss e Teivo Teivainen. Sono state programmate conferenze stampa di presentazione in diverse città del mondo. La prima ha già avuto luogo a Londra il 23 giugno scorso presso la London School of Economics, con la presenza di Richard Sennett, Saskia Sassen, Daniele Archibugi e Mathias Koenig-Archibugi. Roma è la seconda tappa di un tour che prevede nel 2012 Buenos Aires, Nueva Delhi, Bruxelles e New York. La presentazione italiana del Manifesto si terrà martedì 11 settembre a Palazzo Bologna alle ore 15 e viene anticipata da una conferenza stampa a Palazzo Madama alle ore 12 durante la quale viene illustrata laproposta di un’assemblea parlamentare delle Nazioni unite con l’obiettivo di una risoluzione di sostegno del Parlamento italiano. Le due iniziative, di cui segue il programma, sono promosse e organizzate dal Movimento Federalista Europeo, da Democracia Global, dal World Federalist Movement, dalla Campagna per l’istituzione di un’Assemblea Parlamentare dell’ONU e dall’intergruppo federalista al Senato. Il programma delle due iniziative dell’11 settembre a Roma Verso un’assemblea parlamentare delle Nazioni Unite. Roma 11 settembre 2012. Ore 12. Sala Stampa Senato della Repubblica (Palazzo Madama) Piazza Madama 11. Conferenza stampa/dibattito: - Virgilio DASTOLI, presidente Movimento Europeo, Gruppo Spinelli - Roberto DI GIOVAN PAOLO, senatore PD, Presidente inter-gruppo federalista al Senato - Fernando IGLESIAS, World Federalist Movement- ex parlamentare argentino e del Mercosur - Lucio LEVI, Università di Torino - Presidente Movimento Federalista Europeo - Heikki PATOMAKI,Università degli Studi di Helsinki Manifesto per la democrazia globale. Gli intellettuali chiamano i leader mondiali e i cittadini del mondo alla costruzione di una democrazia globale". Roma 11 settembre 2012. Ore 15. Palazzo Bologna, via Santa Chiara 4. Intervengono i professori: - Roberto ESPOSITO, Istituto Orientale di Napoli - Fernando IGLESIAS, Cattedra Spinelli (CUIA) - Democracia Global - Lucio LEVI, Università di Torino - Movimento Federalista Europeo - Raffaele MARCHETTI, LUISS - Giacomo MARRAMAO, Università degli Studi di Roma Tre - Heikki PATOMAKI, Università degli Studi di Helsinki Introduce e presiede: Concita DE GREGORIO, editorialista de "La Repubblica".
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