Sanità: Liste d’attesa lunghissime
 











tutto occupato, venga nel 2013". È questa la frase più comune che i cittadini baresi si sentono dire nel momento in cui vogliono prenotare visite o esami nei cup (centri unici di prenotazione) degli ospedali. Si entra così nel girone infernale delle lunghissime liste d’attesa. Giorni che diventano mesi, che si trasformano in anni. A Bari il vero e proprio girone infernale è all’Oncologico Giovanni Paolo II. Una donna che voglia fare una prima mammografia dovrà attendere dicembre 2013. Il secondo screening (per legge se ne dovrebbe fare uno ogni anno) richiede tempi insostenibili, ai limiti dell’assurdo: dicembre 2015, tre anni e quattro mesi.
Per un’ecografia all’ex Cotugno bisogna aspettare la primavera, precisamente ad aprile del prossimo anno. Una tac o una risonanza hanno liste lunghe fino al prossimo febbraio. Una visita cardiologica per pazienti oncologici richiede sette mesi di tempo e quindici per pazienti non oncologici. Novembre 2012non è molto lontano per un paziente comune, ma per un malato di tumore che deve effettuare in tempi rapidi la radioterapia è un’attesa improponibile. Invece è proprio novembre il primo mese disponibile per fare una seduta di radioterapia con l’acceleratore lineare. Tempi che spingono i pazienti che se lo possono permettere a ricorrere alle strutture private o ad andare in ospedali fuori regione.
Tempi "assolutamente inaccettabili " secondo Vito Galiano, responsabile aziendale della Cgil. Proprio l’abbattimento delle liste d’attesa
è una delle priorità per il rilancio dell’Istituto presenti nella lettera aperta che la FpCgil dell’Oncologico ha inviato alla direzione generale del Giovanni Paolo II. È Maria Pia Trisorio Liuzzi, nominata direttore sanitario, a rispondere: "La direzione generale, insediata da pochi giorni, sta approfondendo tutte la problematiche relative alle liste d’attesa. Abbiamo il mandato di rilanciare l’istituto oncologico. Non è esclusa la possibilità dimodificare tutta l’organizzazione ospedaliera per renderla più efficiente ". Ma sempre a Bari, dal girone infernale alla giungla ci sono poche centinaia di metri di distanza. Perché giungla è la definizione più calzante per il cup del Policlinico, inondato di richieste. In certe giornate si può attendere anche mezz’ora al telefono in attesa che si liberi qualche operatore. La prima data utile per una mammografia è fra quattro mesi, a gennaio del 2013. Servono 180 giorni per un holter cardiaco, 220 giorni per una tac all’addome. Per un elettrocardiogramma e un ecocardiogramma se ne parla alla prossima estate. A febbraio del prossimo anno c’è spazio per una risonanza al cervello. Per una mappatura dei nei (il macchinario che effettua questo esame è disponibile solo al Policlinico) bisogna aspettare maggio del 2013. Stessi tempi per una visita oculistica.
Numeri da capogiro anche per quanto riguarda le visite: servono 530 giorni per una visita neuropsichiatrica infantile, 370 giorniper una visita cardiologica e 240 per una reumatologica. Per questo motivo si capisce perché qualcuno cerca di aggirare l’ostacolo facendosi ricoverare, in modo da accelerare le procedure per visite ed esami. Per il direttore generale del Policlinico, Vitangelo Dattoli "le 17 prestazioni monitorate anche dal ministero sono sotto controllo ". Secondo Dattoli "il problema è nell’appeal che il Policlinico riscuote tra i pazienti baresi. Del resto abbiamo 1100 prestazioni ambulatoriali al giorno e grazie al cup-net riusciamo a dirottare una parte delle richieste per visite ed esami verso ambulatori dell’Asl Bari ". Ed effettivamente, escludendo i due presidi più grandi del Di Venere e del San Paolo, qualche buona notizia si ha solo all’Asl di Bari, che dispone di un cup unificato per tutti gli ospedali e gli ambulatori dei 14 distretti. Uno screening mammografico è disponibile nel giro di un mese, un elettrocardiogramma e una tac in poche settimane. Due mesi di tempo per una risonanzamagnetica all’encefalo. Ma non per tutti gli esami ci sono tempi rapidi: una gastroscopia richiede 300 giorni, 240 giorni per un elettrocardiogramma da sforzo e 365 per una risonanza al cervello.
Il direttore generale Domenico Colasanto rovescia la prospettiva: "C’è un problema di appropriatezza delle prescrizioni degli esami e delle visite da parte dei medici. Bisogna mettere un freno a questo esamificio, perché il più delle volte si tratta di esami inutili. Tra l’altro,secondo i dati dell’Ares, in Puglia si effettua un numero di risonanze magnetiche superiore che in tutta la Germania". Nonostante gli esamifici, manca il personale e le strutture sono utilizzate solo per la metà del tempo. Nell’Asl Bari i veri problemi sorgono per chi ha bisogno di un ecocardiogramma: tutto prenotato, se ne parla nel 2013. Qui si entra in un vicolo cieco perché i tempi di un eco sono lunghissimi anche al Policlinico e all’Oncologico. Le uniche vie d’uscita sono le strutture private o le fughe nelleregioni vicine.Antonello Cassano-repubblica









   
 



 
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