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Ne mancano almeno 2500, senza l’assunzione di nuovo personale saremo costretti a chiudere i pronto soccorso: relazione shock dell’assessore regionale alle politiche della salute Ettore Attolini sulla sanità pugliese, ieri in Consiglio regionale. Numeri da brivido dal più tecnico degli assessori della giunta Vendola. Parole pesanti su un sistema sanitario che appare al capolinea se non fosse che il tavolo interministeriale non sblocca il turnover che la Puglia sta elemosinando da qualche mese. Proprio Attolini, all’inizio di agosto aveva consegnato al ministero le piante organiche delle Asl. La risposta - si disse - era attesa all’inizio di settembre. Siamo quasi a ottobre e non si sa ancora se gli ottocento camici bianchi in più richiesti potranno effettivamente essere assunti in attesa dei concorsi. È possibile che la buona notizia arrivi nelle prossime ore, magari prima del dibattito sulla relazione di Attolini, anticipata dal 25 a lunedì 24settembre. Nel frattempo, l’assessore, ieri, ha chiesto l’impegno di tutti: "Sono a rischio i livelli essenziali di assistenza, la sopravvivenza del nostro sistema sanitario, serve una reazione bipartisan per tutelare la salute dei cittadini". Perché se ci sono i 2500 che non si possono assumere è vero anche che ce ne sono cinquemila che se ne sono andati in pensione. E da medico, Attolini non riesce a vestire i panni di ragioniere: "Prevalgono le ragioni economico finanziarie e non è più possibile accettare questo tipo di approccio ai piani di rientro. In Puglia questa situazione si evidenzia sulla questione del personale. E anche la buona parte dei casi di malasanità è riconducibile alla cronica e gravissima carenza di personale". Attolini ammette qualche problema: "Rispetto alla chiusura di 21 strutture non è stato altrettanto celere il processo di riconversione ". Ma in quelle 21 strutture c’era un alto indice di inappropriatezza: le metà dei Drg (raggruppamenti di diagnosi).In pratica 195mila ricoveri nel 2010 potevano essere evitati e di questi 139mila curati fuori dall’ospedale. L’inversione di tendenza c’è: in dieci anni, il tasso di inappropriatezza è stato comunque abbattuto del 50%, come è calata del 14% la mobilità passiva. In compenso sono cresciute del 20%, negli ultimi cinque anni, le prestazioni in ambulatorio. Lunedì ci sarà il dibattito. Qualcosa, le opposizioni di centrodestra hanno preferito anticiparla a mezzo stampa: "Va tracciato un bilancio degli ultimi 8 anni e può farlo solo il presidente Vendola", attacca il capogruppo pdl, Rocco Palese. Pollice verso dell’Udc: "Attolini non ci ha convinti - dice il capogruppo Toto Negro - non ha fatto riferimento alla situazione dei nuovi ospedali". Segnali di pace, invece, arrivano dai medici di famiglia: "Siamo pronti - ha detto il segretario regionale della Fimmg Puglia, Filippo Anelli - a introdurre le nuove forme di assistenza utilizzando l’associazionismo largamente diffuso in Puglia e lapresenza di personale di studio e di infermieri che grazie al lavoro in team ha dato prova di poter offrire ai cittadini pugliesi nuovi servizi come la telecardiologia, evitando che i cittadini vadano in ospedale". Piero Ricci-repubblica
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