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L’Italia è stata, dal secondo dopoguerra fino al 1992, uno dei maggiori produttori e utilizzatori di amianto in Europa con più di 3,5 milioni di tonnellate di amianto grezzo consumato durante questo periodo. Ad oggi n Italia sono stati già individuati 34.148 siti contaminati di cui 50 derivanti da una contaminazione di origine naturale e 373 siti con classe di priorità 1. La mappatura dei siti va tuttavia completata con i dati relativi alle Regioni mancanti; il numero dei siti a rischio potrà aumentare da 373 a 500. Rimangono nel nostro paese 32 milioni di tonnellate di cemento-amianto ancora da bonificare,quasi 5 quintali per ogni cittadino. Appena sette mesi fa a ricordarci dell’amianto era stata la condanna ai vertici dell’industria Eternit AG, colpevoli di aver continuato per profitto personale a produrre il materiale e a disperdere fumi tossici nel territorio per decenni. Oggi – quando l’attenzione sul tema ambientale correlato allasalute è più alta anche per via dei fatti relativi all’Ilva di Taranto – a riprendere il discorso è lo stesso Ministro della Salute Renato Balduzzi, in occasione della diffusione di un estratto dell’ultimo Quaderno del Ministero, pubblicazione bimestrale che aggiorna i cittadini in tema di sanità, e che questa volta tratta proprio del problema amianto. La parte forse più interessante del documento è quella che presenta i dati relativi alla distribuzione nel tempo e nello spazio dei consumi di amianto, che risultano legati indissolubilmente a quelli dell’incidenza e della mortalità per patologie asbesto-correlate (dati che sono disponibili fino all’anno 2009). La respirazione di fibre di amianto può determinare patologie diverse, tutte caratterizzate da un lungo intervallo di tempo tra l’inizio dell’esposizione e la comparsa della malattia, che è in genere di decenni, ma che presentano tutte una simile correlazione fra occorrenza e contatto con il materiale, una correlazionesolidissima e statisticamente significativa. I dati che emergono dal documento, da questo punto di vista, sono impressionanti. Nei casi registrati di morte per mesotelioma pleurico le modalità di esposizione all’amianto sono state approfondite per 12.065 casi (76%), mentre sono in corso di definizione (oppure le modalità di esposizione non possono più essere indagate per condizioni oggettive) per 3780 casi (24%): nell’insieme dei casi con esposizione definita, il 69,3% presenta un’esposizione professionale (certa, probabile, possibile), il 4,4% familiare, il 4,7% ambientale, l’1,6% per un’attività extralavorativa di svago o hobby. E solo per il 20% dei casi l’esposizione è improbabile o ignota. Tra i dodici di siti che da dieci anni sono considerati “di interesse nazionale per la bonifica”, nove hanno visto nel tempo incrementi significativi della mortalità per mesotelioma pleurico nella popolazione maschile e quattro (Bari, Biancavilla, Broni e Casale Monferrato) nellapopolazione totale.Tra questi, i più colpiti sono i lavoratori dell’azienda Eternit di produzione di manufatti in cemento-amianto, ma è presente un numero molto rilevante di casi di origine ambientale (soggetti residenti nei pressi dell’azienda o comunque entrati in contatto con le fibre in occasioni di vita non strettamente professionali). Per avere un’idea della portata della tragedia, si ha bisogno di numeri. Per questo, si può prendere a esempio Casale Monferrato in provincia di Alessandria, emblema del disastro ambientale e civile dovuto all’asbesto: per il numero di abitanti del Comune e dell’area circostante e per i dati medi di incidenza, ci si aspetterebbe di non trovare più di 7 o 8 casi di mesotelioma pleurico nei cittadini maschi e 3 o 4 tra le donne, eppure il numero di casi si aggira intorno ai 98 per gli uomini e 82 nella popolazione femminile. Allo stesso modo dal 2003 al 2008 sono morti per la patologia in questo Comune che conta poco più di 35 mila abitanti, 110cittadini e 85 cittadine. Per dirla in altre parole, se il tasso di incidenza italiano per mesotelioma pleurico per 100 mila abitanti è pari a 3,6 casi negli uomini e 1,6 nelle donne, a Casale Monferrato il tasso grezzo di incidenza nella popolazione è di 81,40 (un dato non è aggiustato per sesso o per età, ma che può comunque dare un’idea di quante persone ogni 100 mila in questo Comune sviluppano il tumore). “Della gravità della situazione relativa all’amianto si è stati finora poco consapevoli, ma ne sono ben consce le popolazioni dei luoghi più colpiti e le famiglie investite più direttamente dal problema”, scrive Balduzzi nella prefazione del documento. “Le malattie correlate all’asbesto rappresentano, invece, a mio giudizio, un’emergenza nazionale, che impone un insieme coordinato di interventi, a partire dalla bonifica dei siti maggiormente contaminati, dal monitoraggio degli ex-esposti e degli esposti, nonché dallapredisposizione di percorsi diagnostico-terapeutici per i pazienti e di sostegno per le famiglie”. Una posizione che ricalca quella già presa in occasione proprio del processo Eternit, quando il Ministro aveva promesso al Giorgio Demezzi - sindaco del Comune di Casale Monferrato - un impegno attivo del Governo per aiutare i cittadini di tutti i comuni colpiti pesantemente dal mesotelioma pleurico a causa dell’Eternit, proprio in nome di una dichiarata emergenza nazionale. Ma “la questione deve essere adeguatamente affrontata anche a livello europeo e internazionale”, aggiunge poi Balduzzi, tanto che il Ministro ha già proposto all’Unione Europea di affrontare come priorità sanitaria quella legata alle malattie asbesto-correlate. Per questo l’Italia è stata anche invitata a presentare al prossimo Consiglio dei Ministri della Salute previsto a Cipro una proposta specifica per istituire una rete di Centri di eccellenza per la ricerca sull’amianto e delle azioni di sanità pubblicanecessarie a risolvere il problema. Lo scopo della pubblicazione di un Quaderno sulla questione dell’amianto è quello di aggiornare la cittadinanza sulle azioni intraprese dal Ministero della Salute a tutela della popolazione: analizza le tematiche dal punto di vista sanitario, giuridico e ambientale, ed è stato redatto dai maggiori esperti nazionali sul tema. Tutto ciò verrà poi discusso in maniera condivisa in occasione della seconda Conferenza nazionale governativa sull’amianto che si svolgerà a Venezia tra il 22 e il 24 novembre 2012, nella quale verrà anche presentata la versione completa del Quaderno (il numero 15 della collana): l’evento vedrà la partecipazione di Centri di ricerca, Regioni ed Enti locali, parti sociali e Associazioni dei familiari delle vittime ed è attesa sia come presa di coscienza del problema reale, sia di programmazione di linee di condotta condivise. Temi complessi quelli che attendono gli esperti e la popolazione tutta, che vanno dallosviluppo di modelli di intervento per la prevenzione, la diagnosi precoce e la presa in carico dei pazienti, al tentativo di coordinamento sul fronte della ricerca, fino al rafforzamento della sorveglianza epidemiologica e alla creazione di una rete di presa in carico di esposti, ex-esposti e cittadinanza in generale. E infine, alla mappatura dei luoghi contaminati in tutta Italia, che sono molti di più dei dodici siti di interesse nazionale precedentemente riconosciuti come oggetto di monitoraggio e intervento. Tutti argomenti di cui – dice Balduzzi – bisogna occuparsi tutti insieme. “Sono certo che questo Quaderno costituirà un valido punto di riferimento per operatori, cittadini e istituzioni – ha concluso il Ministro nella prefazione al documento – della cui collaborazione abbiamo più che mai bisogno per affrontare con efficacia i difficili problemi che ci si pongono”. Questi alcuni dei dati riportati nel Quaderno che affronta principalmente le tematiche sanitarie,giuridiche ed ambientali relative a: 1. Individuazione dei siti con significativo rischio di patologie asbesto-correlate: metodologie, criticità, indicazioni di sanità pubblica. 2. Definizione di esposti e utilità di un registro degli esposti prima della legge 257/1992 3. Incidenza delle patologie asbesto-correlate e previsioni nei prossimi anni 4. Il problema dello smaltimento 5. Quadro normativo, modalità applicative e criticità 6. Prevenzione primaria e secondaria del mesotelioma e patologie tumorali asbesto-correlate 7. Diagnosi e terapia del mesotelioma 8.Diagnosi e terapia delle malattie asbesto-correlate non neoplastiche 9. Il ruolo del Medico di Medicina Generale nella diagnosi, nella gestione e nella sorveglianza sanitaria delle malattie asbesto-correlate 10. Ricerca clinica 11. Prosdpettive nella lotta alle patologie asbesto-correlate.
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