"Scendiamo in piazza per dire no alle politiche di Monti che stanno affondando l’economia del Paese e per protestare contro un regime informativo vergognoso: il 99% della carta stampata e tutta l’informazione televisiva sta con Monti. C’è una cappa di piombo, unica in Europa, a favore del premier". Giorgio Cremaschi, leader dell’ala di sinistra della Fiom-Cgil, sceglie Affaritaliani.it per lanciare il No Monti day, in programma a Roma il 27 ottobre, e spiegare il motivo della manifestazione che spera "faccia risorgere il popolo di sinistra in Italia”. La soluzione ala crisi? "Intervento pubblico in economia e indire dei referendum sull’austerità e la politica europea". E tra chi sceglierebbe tra Monti e Berlusconi, l’ex leader della Fiom, se la cava con una battuta: "Direi che Berlusconi è il peggio, ma Monti non è il meglio”. Poi torna serio e afferma: “Quando il Cavaliere voleva cambiare l’articolo 18 non c’è riuscito per lamobilitazione dei sindacati e dei partiti di sinistra che riuscirono a fermarlo. Oggi questo non è stato possibile perché il sindacato è indebolito e subalterno, Cgil compresa , al quadro politico governativo di unità nazionale”. Perché avete organizzato il no Monti day? "Innanzitutto perché bisogna dire no alle politiche di Monti che stanno affondando l’economia del Paese. Inoltre l’Italia è l’unico Paese in cui non c’è una vera opposizione di massa alle politiche di austerità e rigore. Politiche, su tutte quella greca, che hanno portato tutta l’Europa alla recessione e al disastro. Di fronte a noi poi abbiamo un 2013 che sarà ancora peggiore di quest’anno. Abbiamo una serie di politiche economiche volte al risanamento dei conti che vengono pagate con una drammatica crisi economica e sociale che vede tutti i servizi sociali messi in discussione” Ad esempio? "La scuola con i precari, la Fiat che si trova di fronte alla minacciadi chiudere gli stabilimenti e ha come interlocutore un governo imbelle e ridicolo. Purtroppo in Italia, a causa dei guasti provocati dal berlusconismo e dalla crisi della classe politica, anche Monti può sembrare un gigante, ma in realtà non lo è. Monti è solo più alto di un mondo di nani disastrosi che costituiscono la politica italiana". Quale soluzione e che governo ci vorrebbero per uscire da questa situazione? "Nessuno di quelli che hanno governato in questi ultimi venti anni può seriamente proporsi di governare. Ci vuole un cambiamento di fondo. Monti è il notaio di una crisi che viene da lontano, frutto di una classe politica di entrambi gli schieramenti che ha attuato sul piano economico la stessa politica: liberista e di mercato, una politica ora in crisi". In che modo si può rilanciare la politica economica in Italia? "E’ necessario l’intervento pubblico in economia: certo con i Fiorito e la Minetti è moltodifficile farlo. Oscilliamo tra un privato alla Marchionne e un pubblico alla Fiorito. Se non si esce da questa situazione l’Italia sprofonderà. C’è bisogno dell’intervento pubblico perché la grande borghesia italiana di cui Monti è l’espressione, non ha alcuna responsabilità nazionale e pensa a far fare i sacrifici solo agli altri". E a livello europeo che cosa si dovrebbe fare? "C’è bisogno di una rottura e non di un accordo con l’Europa delle banche e della Merkel. E’ evidente che la politica economica europea è la più a destra del mondo. L’Europa sta rifacendo oggi gli stessi errori che fecero le classi dirigenti nel ‘29 davanti alla crisi: difendere la moneta anziché creare posti di lavoro". Tornando a Monti? "Non è la soluzione ma il problema. Le controriforme fatte tra cui le pensioni, il lavoro, l’introduzione dell’ Imu, non solo non hanno prodotto posti di lavoro, ma hanno aggravato la crisi. Monti dice ‘è vero abbiamo aggravato lacrisi ma alla fine ci sarà il risanamento’. Ma questa politica è quello che ha portato al disastro greco: l’idea cioè che a forza di tagliare l’organismo diventa più robusto e riparte. Non è così" In piazza si aspetta anche elettori del Pd? "Penso di sì. Noi lavoriamo perché ci sia una manifestazione in cui il popolo di sinistra risorga. L’Italia è l’unico Paese in cui non c’è un popolo di sinistra di massa che lotta contro la politica di Monti: c’è nei quartieri, c’è in Val Susa e nel Sulcis ma rimaniamo gli unici in Europa a non avere sia un grande popolo di sinistra. Spero che questo popolo confluisca a Roma il 27 ottobre. Ma vorrei ricordare un altro motivo per il quale scenderemo in piazza…” Ovvero? "In Italia c’è un regime informativo vergognoso: il 99% della carta stampata e tutta l’informazione televisiva sta con Monti. C’è una cappa di piombo, unica in Europa, a favore del premier. Ma dai sondaggi emerge che solo il 45% degliitaliani ha fiducia in Monti e questo dimostra come il regime informativo sia inefficiente nonostante non passino messaggi diversi da quelli pro Monti. Noi lavoriamo affinché Monti non possa più dire che gli italiani accettano queste politiche, vogliamo che si veda in Italia e in Europa che anche qui si inizia a criticare una politica che ci sta portando verso la situazione greca". Quanta gente si aspetta il 27 ottobre? "E’ ancora preso per dirlo, ma puntiamo ad organizzare una grande manifestazione di massa. Vorrei poi lanciare una proposta..." Faccia pure... "Penso che sui patti europei, fiscal compact su tutti, ci dovrebbe fare un referendum in modo da costringere gli italiani a conoscere cosa sta firmando Monti a loro insaputa. So che probabilmente vincerebbero i sì, ma ripeto i referendum sui patti europei e sull’austerità servirebbero a spiegare agli italiani che cosa sono gli accordi europei e perché l’Europa da quando applicaqueste politiche di austerità non ha un solo Paese uscito dalla crisi. Abbiamo cominciato con le politiche stile Monti in Grecia tre anni fa perché la crisi era solo ad Atene, ma adesso lambisce la Germania. Anzi, Berlino andrà in crisi l’anno prossimo perché le politiche di austerità sono sbagliate. Non si può dire come fa il Pd ‘aggiungiamo la crescita al rigore’. Queste sono frasi fatte che non vogliono dire nulla. La verità è che c’è il rigore e il no al rigore, la via di mezzo non c’è. E noi vogliamo si riapra questa discussione". Meglio Monti o Berlusconi? "Berlusconi si è suicidato da solo. Credo che Monti abbia fatto la politica che il Cavaliere voleva fare ma che non è riuscito a realizzare perché travolto dai suoi scandali. Però quando Berlusconi voleva cambiare l’articolo 18 nel 2002 non c’è riuscito per la mobilitazione dei sindacati e dei partiti di sinistra che riuscirono a fermarlo. Oggi questo non è stato possibile perché ilsindacato è indebolito e subalterno, Cgil compresa , al quadro politico governativo di unità nazionale. Con una battuta direi che Berlusconi è il peggio, ma Monti non è il meglio".Daniele Riosa-affaritaliani.it
|