Le vertenze industriali affollano le pagine dei giornali. La crisi economica mette in pericolo il futuro di oltre centocinquantamila operai, lavoratori che avranno notevoli difficoltà a ricollocarsi nel cosiddetto mercato del lavoro. I licenziamenti e le ore di cassa integrazione non risparmiano nessun comparto. Anche la Fiat sembra decisa a puntare sulla concessione di un nuovo anno di deroga sugli ammortizzatori sociali. Lontano dai riflettori si consuma il dramma dei dipendenti delle piccole e medie imprese, impiegati che spesso non possono usufruire di nessuna forma di intervento previdenziale. Ieri la Confesercenti ha lanciato l’allarme. Nel commercio la situazione rischia di raggiungere un punto di non ritorno. Nei primi sei mesi del 2012 sono stati già persi trentatremila posti di lavoro, un bollettino di guerra senza precedenti per negozi e attività del terziario. “La flessione registrata sia nel no food sia nel comparto alimentarirappresenta un indicatore dell’aggravarsi della crisi, che spinge gli italiani a stringere la cinghia anche in occasione dei saldi di luglio. E a soffrire non sono solo le piccole superfici. Le prospettive per il futuro, poi, non lasciano ben sperare: secondo le nostre previsioni, anche il 2013 sarà un anno di difficoltà, con una flessione dei consumi dello 0,4 per cento”, ha spiegato l’organizzazione di categoria. L’associazione ha ricordato che il deficit non ha riguardato solo i lavoratori. Negli ultimi mesi sono state chiuse tredicimila imprese, un rosso in grado di evidenziare la gravità del contesto. “A questi numeri – prosegue la nota diffusa ieri – Vanno aggiunti gli oltre centomila autonomi che hanno precedentemente perso il lavoro nel corso della crisi, diventa evidente come non sia più possibile aspettare”. L’associazione conclude sottolineando che “l’esecutivo non può concentrarsi solo su singole grandi aziende, aprendo tavoli ad hoc: in pericolo c’è anche un settore diprimaria importanza come quello legato ai consumi interni, le cui difficoltà stanno producendo pesantissimi danni sul piano sociale ed economico. Il governo apra urgentemente il confronto con le parti sociali, per definire interventi che ridiano fiato a imprese e famiglie. A partire dal taglio del cuneo fiscale e dalla riduzione delle aliquote, utilizzando la locomotiva della delega fiscale. Serve urgentemente una terapia shock, o dal tunnel non usciremo”. Le aziende hanno riassunto puntualmente gli ultime mesi. Il crollo delle vendite di latte, olio e pane farebbe preoccupare chiunque. A Palazzo Chigi preferiscono invece puntare sulla propaganda. Non può essere definita altrimenti la comunicazione di chi parla di “ripresa economica”, “luce in fondo al tunnel” o “danni nel breve periodo”. Il Paese reale è lontanissimo da queste definizioni. Non possiamo permetterci di calpestare tantissime realtà produttivo in nome degli appetiti della grande finanza internazionale. Il Parlamentodovrebbe poi immediatamente correggere le storture legislative in grado di azzerare una timida ripresa. La Cgil ha infatti denunciato come la “riforma” Fornero rischi di lasciare senza tutele decine di migliaia di lavoratori a tempo determinato impiegati nel turismo. “Fra le profonde contraddizioni della legge 92/12 – si legge in un comunicato del sindacato di corso d’Italia – particolarmente significativa e grave è quella riconducibile alla fase di passaggio dall’indennità di disoccupazione a requisiti ridotti alla Mini Aspi. Mentre la disoccupazione per requisiti ridotti copriva i periodi di disoccupazione relativi all’anno precedente, e si poteva cioè presentare la domanda anche se il lavoratore al momento della richiesta aveva in corso un rapporto di lavoro, dal 1 gennaio 2013, la Mini Aspi verrà erogata alla domanda, che deve essere presentata entro due mesi dalla fine del rapporto di lavoro a condizione che permanga lo stato di disoccupazione”. Gli operatori stagionali delturismo che cessano tendenzialmente il lavoro fra settembre e ottobre di questo anno, permanendo il quadro di riferimento attuale, risulterebbero sprovvisti di qualunque forma di sostegno al reddito. Un fatto gravissimo causato dalla distrazione di una giuslavorista desiderosa di scrivere una pagina sui manuali di diritto del lavoro. Fino a questo momento fioccano i commenti negativi. L’operatività della sua legge è pericolosa per l’intero Paese.Matteo Mascia
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