UN TESORO DI CASSA
 











Milena Gabanelli

Dove vanno a finire i soldi versati alle Poste sui libretti e sui buoni fruttiferi da 24 milioni di pensionati, giovani e famiglie? Se li prende la Cdp, la Cassa Depositi e prestiti. Che animale è la Cdp? Loro si sentono un centauro pubblico-privato, che investe soldi dei risparmiatori ma con finalità pubbliche. Può essere il mutuo di 30mila euro al piccolo comune per sistemare la strada interpoderale piuttosto che l’assegno da 1 miliardo per rilevare quote di aziende di Finmeccanica, al fine di salvaguardarne “l’italianità”. O ancora, 18 miliardi la Cdp li ha girati alle banche per bypassare la strozzatura del credito e ne hanno beneficiato finora 53 mila piccole medie imprese. Ma c’è ancora spazio per aumentare i suoi impieghi e per forzare il passo allo sviluppo del Paese, che ne avrebbe tanto bisogno: dalla banda larga ai servizi pubblici locali, all’energia. La Cassa ha un arsenale di 224 miliardi e per i ministri del Tesoro che l’hanno volutacosì com’è oggi, da Tremonti a Grilli, la Cdp è l’arma non convenzionale adatta ai tempi. Basti pensare che le sue mosse non vanno ad aumentare il debito pubblico, per cui è l’ideale per i nostri politici sempre affamati di infrastrutture e desiderosi di salvare aziende, anche se il debito è solo spostato in un angolo sotto il tappetino. Allo stato attuale la Cassa è sana e il risparmio postale è al calduccio, anche perché il rimborso è garantito dallo Stato, ma fuori girano personaggi che ad ogni piè sospinto propongono: “facciamolo fare alla Cdp!”, mentre dentro la Cassa ci sono personaggi influenti, impegnati a disegnare “l’economia sociale di mercato”. E chi decide che cos’è per lo sviluppo? Dal presidente Franco Bassanini, all’amministratore delegato Giovanni Gorno Tempini, ai singoli consiglieri e amministratori dei Fondi, vediamo chi sono gli uomini che governano i 224 miliardi del risparmio degli Italiani, chi li ha messi al comando e a quali logiche rispondono e con qualirisultati. C’è anche il rischio che il risparmio postale venga usato per garantire affari ai soliti noti, perché la “finalità sociale” chi la controlla e come si misura? Stefania Rimini









   
 



 
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