Un nuovo arresto eccellente apre l’ennesimo capitolo dell’affaire Finmeccanica. Su richiesta dei pm napoletani Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock è stato eseguito un provvedimento di custodia in carcere per Pasquale Pozzessere, ex direttore commerciale della holding di Stato e ora impegnato per la stessa holding nel ruolo di senior advisor per i rapporti con la Russia. L’ex ministro Claudio Scajola risulta indagato nel filone dell’inchiesta della procura di Napoli sulle forniture Finmeccanica in Brasile. A quanto si è appreso, i pm ipotizzano il reato di corruzione internazionale in riferimento ad un suo presunto tentativo di mediazione nell’affare. E’ indagato anche il suo portavoce Nicolucci. "Ho appreso adesso di questo avviso di garanzia, ribadisco che nell’ambito delle competenze di ministro dello sviluppo economico ho girato il mondo sempre nel rispetto delle leggi e delle regole e ho sempre svolto questi compiti alla lucedel sole e in incontri ufficiali. Non ho mai avuto incontri privati. Sono sereno e non capisco cosa ci sia dietro ma da adesso sono a disposizione dei magistrati, se volessero sentirmi sull’argomento". Lo afferma a Tgcom 24 l’ex ministro Claudio Scajola indagato nel filone dell’inchiesta della procura di Napoli sulle forniture Finmeccanica in Brasile. "Mi pare strambo che in questo momento un’attività di ministro di cui sono orgoglioso possa essere vista come qualcosa di losco. Non ammetto alcuna speculazione vergognosa. Non ho alcun portavoce che si chiama Nicolucci, conosco un deputato, ma non ho mai avuto un portavoce con questo nome", conclude. Contemporaneamente è scattata una perquisizione anche a carico di Paolo Graziano, l’attuale presidente di Confindustria Napoli, ai piani alti di Palazzo Partanna, nella qualità di amministratore delegato della società Magnaghi. L’accusa per Pozzessere: corruzione internazionale in concorso con Valter Lavitola, l’ex editore de L’Avantinonché super-consulente di Finmeccanica. Le indagini condotte dalla Digos di Napoli e dai carabinieri del Noe di Roma - è sottolineato in una nota a firma del procuratore aggiunto di Napoli, Francesco Greco - "hanno riguardato le forniture effettuate da tre società del gruppo Finmeccanica Agusta Westland, Telespazio e Selex, al governodi Panama nell’ambito degli accordi stipulati con lo Stato italiano". Il coinvolgimento di Pozzessere risale già all’estate del 2011. Poco dopo, scattano le sue dimissini come direttore commerciale. Sono i giorni in cui esplode il "bubbone" Lavitola-Tarantini, e la Procura di Napoli ipotizza il ricatto portato avanti dall’editore de L’Avanti! e dall’imprenditore barese ai danni dell’ex premier Silvio Berlusconi. Affiora dall’inchiesta il sospetto di "affari opachi", uno scenario di corruzione internazionale dietro le commesse di Finmeccanica, in particolare sull’asse Roma-Milano-Panama, dove Lavitola, grazie soprattutto ai rapportipersonali con il presidente panamense Martinelli e in qualità di consulente di Finmeccanica, diventa l’interfaccia di ogni fornitura che interessi l’Italia. Emergono intercettazioni in cui il manager Pozzessere, al telefono con una delle consulenti di Finmeccanica, Debbie Castaneda, parla con disinvoltura di accordi, di quote. In una telefonata del 17 maggio, tra Pozzessere e Castaneda, si parla tra l’altro della conclusione "di un contratto del valore di 600 milioni per il quale sarebbe prevista una commissione pari al 5%, di cui l’1,5 destinato a Debbie Castaneda". E dal contenuto delle intercettazioni, rilevano gli inquirenti, si intuirebbe che l’uomo che sta concludendo l’affare avrebbe tagliato fuori la donna "la quale avrebbe così perso 6 milioni di euro". Sono conversazioni durante le quali gli interlocutori si lasciano andare anche a commenti poco teneri con l’allora governo Berlusconi. Pozzessere decide di fare un passo indietro, "pur confermando la propriatotale estraneità ai presunti fatti illeciti". La decisione del manager venne resa nota con una nota ufficiale di Finmeccanica, al fine di "tutelare la reputazione della società in relazione all’esposizione mediatica alla quale il Gruppo e la sua persona sono stati esposti". Era 13 mesi fa. Prima che il groviglio di presunte tangenti e corruzione internazionale spingesse Lavitola a costituirsi dopo la lunga latitanza all’estero; e prima che l’inchiesta colpisse addirittura il vertice di Finmeccanica, Giuseppe Orsi, indagato nell’ambito di un altro filone, poi trasferito da Napoli a Busto Arstizio. Per quanto riguarda Graziano, leader degli industriali partenopei, sarebbero emersi rapporti tra lui e i manager accusati di corruzione internazionale, relativamente, si legge nella nota della Procura, "ai rapporti posti in essere dalle società Finmeccanica e Fincantieri con il governo del Brasile per la fornitura di alcune navi militari", un pacchetto di fregate già all’attenzionedella Procura di Napoli.
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