La commissione Giustizia del Senato ha approvato il disegno di legge sulla diffamazione, dando all’unanimità mandato al relatore per la presentazione in Aula. Le multe restano da 5 mila a 100 mila euro, ma e’ stato approvato un emendamento secondo cui sono commisurate alla gravita’ dell’offesa e alla diffusione della testata. La legge approda domani mattina nell’aula del Senato e il voto finale ci sarà entro giovedì, secondo quanto ha stabilito la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama. Il ddl, nato dopo la condanna a 14 mesi di reclusione per Alessandro Sallusti, abolisce la pena del carcere per i giornalisti, prevedendo invece pene pecuniarie. Il relatore Filippo Berselli del Pdl ha riferito, al termine della riunione, di aver proposto una rimodulazione dell’entita’ delle pene portando il massimo della multa da 100 mila a 50 mila euro, ma la maggioranza della Commissione ha bocciato la modifica lasciando il tetto massimo a 100 milaeuro. Prevista in caso di recidiva la sospensione dalla professione e dall’attivita’ fino a sei mesi e poi come ulteriore aggravante, fino a tre anni. E’ stata approvata inoltre un’ulteriore ipotesi di aggravante in caso di coinvolgimento dell’editore nella diffamazione dolosa. La disciplina viene estesa non ai blog, ma solo alle testate giornalistiche diffuse anche per via telematica. Non e’ infatti passato l’emendamento presentato da Vita e D’Ambrosio (Pd) che chiedeva la non applicazione della normativa ad internet. Cancellata inoltre la riparazione come pena accessoria. Ritirato infine l’emendamento Caliendo, battezzato ’anti Gabanelli’, che prevedeva la nullita’ delle clausole contrattuali che lasciavano solo in capo all’editore gli oneri derivanti da una condanna per diffamazione. CASSAZIONE, GRAVITA’ FATTI GIUSTIFICA CARCERE PER SALLUSTI - Nei confronti di Alessandro Sallusti la Cassazione motiva la condanna al carcere per la sua "spiccata capacità a delinquere",dimostrata da tanti precedenti e dalla "gravita" della "campagna intimidatoria" e "diffamatoria" condotta nei confronti del giudice Giuseppe Cocilovo quando nel 2007 dirigeva ’Libero’. La "mancata concessione delle attenuanti generiche" a favore di Sallusti, per la "dimostrata gravità" dei fatti da lui commessi, è "già sufficiente a configurare un’ipotesi eccezionale, legittimante l’inflizione della pena detentiva". Nella sentenza 41249, la Suprema Corte spiega perché, lo scorso 26 settembre, ha confermato la condanna a 14 mesi per diffamazione e omesso controllo a carico di Sallusti per due articoli - uno firmato ’Dreyfus’ - pubblicati il 17 febbraio 2007. "Gli atti processuali - scrive la Cassazione - danno un quadro di forti tinte negative sulle modalità della plurima condotta trasgressiva" di Sallusti ai danni non solo di Cocilovo ma anche dei genitori adottivi e di una minorenne "sbattuti in prima pagina". "Forma, sostanza, modalità, tecnica di informazione impiegati edesibiti dal quotidiano, in persona del direttore Sallusti, dimostrano -. scrive la Cassazione - l’assenza di un leale confronto di idee e di una lecita critica" alla legge sull’interruzione di gravidanza. I due articoli incriminati, sottolinea, "dimostrano invece la presenza (nell’ambito di un lecito quadro di dissenso per la disciplina legislativa dell’aborto) di una illecita strategia di intimidatrice intolleranza, di discredito sociale, di sanzione morale diretta contro un magistrato". CASSAZIONE, NON ESISTE IL DIRITTO DI MENTIRE - "In un ordinamento e in una società, che vivono e si sviluppano grazie al confronto delle idee, non può avere alcun riconoscimento l’invocato diritto di mentire, al fine di esercitare la libertà di opinione". Lo sottolinea la Cassazione nel verdetto su Alessandro Sallusti, replicando alla sua tesi difensiva. SALLUSTI: IO DELINQUENTE? CASSAZIONE NE RISPONDERA’ - "Non si può giocare con la vita delle persone, il presidente della Cassazione dovràrisponderne anche a mio figlio". Lo dice all’ANSA Alessandro Sallusti, reagendo con parole durissime alle motivazioni della sentenza di condanna. "Non si può dare del delinquente - conclude - a un giornalista che non ha mai subito altre condanne". GIORNALISTA DEPOSITA RINUNCIA A SERVIZI SOCIALI - "Oggi ho depositato la rinuncia all’affidamento ai servizi sociali, quindi la procura se non è vigliacca deve avere il coraggio di venirmi ad arrestare e può farlo anche subito". Lo rivela all’ANSA Sallusti che, dalla notifica venerdì scorso dell’ordine di carcerazione, aveva 30 giorni di tempo per chiedere l’applicazione di una misura alternativa al carcere.
|