Palestina. Hamas-Qatar: un’alleanza da 400 milioni di dollari
 











L’emiro del Qatar, Hamad bin Khalifa al Thani (in foto con Ismail Haniyeh), si è recato ieri nella Striscia di Gaza per una prima storica visita che segna definitivamente la virata politica di Hamas: dall’alleanza con la Siria e l’Iran, a quella con le ricche monarchie sunnite del Golfo. Un cambio di rotta iniziato già alcuni mesi fa con l’inaspettato trasferimento dell’ufficio politico del movimento islamico, guidato dal leader in esilio Khaled Meshaal, da Damasco a Doha.                                             Una rottura che, secondo quanto affermato dal governo di Gaza, sarebbe dovuta allo scoppio della crisi siriana e alla presunta repressione dell’esecutivo di Bashar al Assad nei confronti della propriapopolazione, ma che sembra essere in realtà motivata da ragioni economiche. La Siria,alle prese con il conflitto interno, non sarebbe stata in grado di garantire il solito sostegno ad Hamas, che ha quindi accettato senza pensarci troppo l’offerta del Qatar, nonostante fosse fra i principali fomentatori della rivolta siriana. Alla prima occasione dunque Meshaal e i suoi hanno voltato le spalle hai principali alleati nella regione e al Paese che più di tutti ha sostenuto la causa palestinese negli ultimi anni, facendosi anche carico di molti dei profughi provenienti da Gaza e dallaCisgiordania.                                                                             L’emiro al Thani è quindi stato accolto con tutti gli onori del caso nella Striscia, forte dei 400 milioni di dollari in investimenti per la ricostruzione promessi nei giorni precedenti la visita e dei 30 milioni in carburante già donati per il sostentamento dell’unica centrale elettrica dell’enclavecostiera.                                                  "Annunciamo oggi che abbiamo vinto contro l’embargo mentre gli elicotteri israeliani ci attaccavano e tutti aspettavano la caduta del mio governo, l’emiro del Qatar interveniva a favore del nostro popolo", ha affermato il premier del governo di Gaza, Ismayl Haniyeh, nel suo discorso di benvenuto al sovrano del regno del Golfo, durante il quale ha anche ringraziato il presidente egiziano, Mohammed Morsi, "per aver sostenuto questa visita". Nessuna parola di riguardo, dunque, da parte dell’alto esponente Hamas per gli alleati di ieri. Un’omissione dovuta forse al fatto che proprio questi ultimi sono i nemici degli alleati dioggi.                                                      "Gaza è oggi quella che soffre di più dopo l’attacco israeliano del 2008 e per l’embargo imposto – ha dichiarato invece al Thani parlando all’università islamica della Striscia - il nemico ha distrutto case, scuole e ospedali oltre alle infrastrutture. Abbiamo visto che non avevate paura dei caccia, delle bombe vietate a livello internazionale e dei bombardamenti. Noi avevamo un’ambasciata a Gaza prima della nascita dell’Autorità palestinese e ora l’abbiamoriaperta".                                                                  Ma dove era il Qatar quando tutto questo accadeva? Dove era fino pochi mesi fa?      Domande alle quali né il governo di Doha, né quello dell’enclave palestinese sembrano disposti a rispondere ora che l’alleanza economica è stata sancita e che il regno del Golfo ha acquistato il titolo di nuovo paladino della resistenza palestinese.                 La visita dell’emiro ha inoltre provocato le ovvie reazioni dell’Anp, che ha chiesto al sovrano di recarsi anche a Ramallah, e dell’esecutivo







   
 



 
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