Nella loro ultima visita a Belgrado le due alti rappresentanti di Washington e di Bruxelles, Hillary Clinton e Catherine Ashton, sembravano animali addestrati: ripetevano continuamente che le frontiere del Kosovo e Metohija sono definitive, cioè che la provincia serba è definitivamente separata dalla madrepatria. Secondo costoro tutte le frontiere europee sono definitive – salvo ritocchi… - eccetto quelle della Serbia. Per loro la provincia serba è “fuorilegge” perché non accetta di rinunciare ai diritti dei codici internazionali. D’altra parte era stato proprio l’Occidente a violare tali principi per spezzare l’ex Jugoslavia e la Serbia. Secondo loro le regole internazionali sono una sorta di materia elastica: valgono soltanto se e quando lo decidono Washington e a Bruxelles e comunque nei casi che determinano loro. Ma le cose non stanno così e ci sono i segnali ben chiari che le frontiere europee cambieranno in modo drastico entro i prossimidue-tre decenni. Il vaso di Pandora ormai è stato rotto con la distruzione dell’ex Jugoslavia. Quando abbiamo scritto due o tre anni fa che l’Europa unita sarà dapprima divisa in tre cerchi e poi spezzata verso il 2025 molti non ci credevano. Ma abbiamo allora solamente trasmesso un’analisi della CIA – peraltro ricalcata su “rapporti” stilati negli Anni Settanta dalla Fondazione Rockefeller, dalla Fondazione Agnelli e dalla City (Economist) - secondo la quale l’Ue dovrebbe essere divisa in tre cerchi. Il primo nucleo sarebbe costituito da paesi che hanno costituito l’Unione europea: Francia, Germania, Italia, Benelux. Questi paesi avrebbero il diritto di prendere tutte le decisioni necessarie all’Unione: una specie di Consiglio di sicurezza europeo. Un secondo cerchio comprenderebbe i paesi come Grecia e Spagna e potrebbe prendere soltanto parte alle decisioni che riguardano loro stessi. Il terzo cerchio sarebbe quello dei paesi-paria che dovrebbero esclusivamente obbediresenz’alcuna possibilità di decidere, come Croazia, Romania, Bulgaria, ecc. Oggi a Bruxelles si sta già parlando delle due zone dell’Ue (due velocità) e del futuro in cui l’Ue non sarà più come oggi perché quest’attuale Europa unita è superata dai tempi. Si è rivelata un progetto fallito del quale l’ultima crisi è solo come una ciliegina sulla torta. I burocrati di Bruxelles non vogliono dire alle nazioni europee quale sarà il loro futuro per non perdere sin d’ora le loro poltrone ben pagate. “Finché la barca va…” Comunque le frontiere europee saranno certamente cambiate entro i prossimi tre decenni (Kosovo e Metohija compreso) e il futuro non attenderà certo “politici” come Hillary Clinton e Catherine Ashton. Sui futuri equilibri dell’Ue e del mondo hanno avanzato analisi le fonti del ministero della difesa americano, della CIA, del Servizio di sicurezza militare russo (le mappe presentate nel sito: vzglyadzagran.ru). Ne parlano ormai da tempo anche i più noti “strateghi” egeopolitici del mondo come Toffler, Brzezinski, Huntington e Dugin. Le loro analisi coincidono almeno su un punto-chiave. La mappa politica del mondo cambierà con la trasformazione delle economie mondiali, con le migrazioni e con la situazione ecologica. I confini politici si stanno rivelando sempre più fittizi e devono essere adeguati alla reale situazione. Le frontiere nei Balcani inoltre sono state create con la violenza e con le bombe e perciò sono un barile che perde l’acqua. Confini ed equilibri vedranno nuovi cambiamenti epocali che dovrebbero assestarsi verso il 2035. Ovviamente muterà la mappa del mondo anche in Asia e in altri continenti, ma i cambiamenti più drastici saranno quelli europei. Già nel 2013, con un referendum sull’indipendenza, la Scozia potrebbe separarsi dal Regno Unito. Premessa, questa per l’unione tra le due Irlande in un paese indipendente. Soltanto il Galles rimarrebbe con l’Inghilterra e la Gran Bretagna passerebbe alla storia. Nella penisolaiberica nasceranno due nuovi stati: Baschi e Catalonia. In Francia l’attuale maggioranza bianca nel 2035 sarà costretta ad una sorta di riserva territoriale nel proprio territorio dove la nuova maggioranza dei cittadini sarà araba e islamica. I fiamminghi e i valloni trasformeranno il Belgio in due stati, ecc. L’Italia rischia purtroppo di seguire il destino dell’ex Jugoslavia. Dovrebbe “spezzarsi” in quattro stati indipendenti politicamente, ma, forse, rimarranno economicamente collegati: Lega Nord, Italia del Sud, Sardegna e Sicilia. La frontiera che dividerebbe lo stivale in due seguirebbe, secondo gli analisti, il tracciato della punta meridionale della Toscana ed Emilia-Romagna. In questo caso, la miccia dell’atto di divorzio, l’Italia settentrionale potrebbe creare una (con)federazione con la Germania o con la Svizzera Cambiamenti significativi anche nei Balcani. Con il rafforzamento del fattore islamico (soprattutto in Francia), è probabile che in Europa, ci sarannopressioni per eliminare la sovranità della Bosnia-Erzegovina che rischia di trasformarsi in uno stato musulmano fondamentalista (ne parlano anche gli zar di Sarajevo resuscitati dopo più di un mezzo secolo da quando erano spariti). Il territorio del paese potrà essere suddiviso tra la Croazia e la Serbia soprattutto per compensare la Serbia della perdita di una parte del Kosovo e Metohija mentre per soddisfare Ankara, sarà creata la Grande Albania unificando l’Albania alle parti del Kosmet della Macedonia occidentale, della Malessia (Montenegro) e forse di una parte della Grecia nord-occidentale. L’Ungheria potrebbe impossessarsi di una parte della Transilvania e del Banato romeno Nord (l’attuale Vojvodina in Serbia). La Romania della Moldavia. Gli analisti dicono che molte di queste previsioni potrebbero non avverarsi o avverarsi parzialmente oppure con le modalità diverse. Tutto dipende dall’evolversi delle situazioni e da nuovi futuri fattori. Tutti si dicono comunque sicuri digrossi cambiamenti che ridisegneranno le frontiere statali dell’Europa contemporanea. Tuttavia, vale la pena prendere nota delle probabilità che nel 2035, la mappa politica dell’Europa possa essere vicina alle mappe delle previsioni russe (vedere mappe) che coincidono anche con molte previsioni della CIA. Soprattutto perché i servizi come la CIA non scherzano mai quando lasciano salire in aria i palloncini di prova per sondare la reazione dell’opinione pubblica ai loro piani futuri.Dragan Mraovic (Belgrado) BOX Kosovo e Metohija I serbi non molleranno mai per quanto riguarda il Kosovo e Metohija. Lo hanno liberato dai turchi nel 1912 dopo quattro secoli e mezzo d’occupazione turca e lo libereranno dall’occupazione della NATO e dei terroristi schipetari ex Uck graditi all’Ue. Nella foto (2012) una ragazza serba protesta contro la polizia albanese d’occupazione
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