Veleni in Procura, perquisizione nella sede di Repubblica Bari
 











Perquisizioni sono state compiute dalla polizia, nella tarda serata di venerdì, nella redazione barese di Repubblica e nell’abitazione del cronista giudiziario Giuliano Foschini, indagato per ricettazione dalla Procura di Lecce in relazione ad articoli sui ’veleni’ al palazzo di giustizia di Bari. Ne dà notizia il presidente dell’Assostampa di Puglia, Raffaele Lorusso.
L’inchiesta è stata aperta dopo una denuncia presentata dal pm Francesco Bretone che assieme alla collega Desirèe Digeronimo, aveva scritto la lettera contenente le accuse mosse dai due pm al gup di Bari che ha assolto il governatore pugliese, Nichi Vendola, dall’accusa di abuso d’ufficio, sostenendo che il giudice è amico della sorella del leader di Sel. La perquisizione è avvenuta nell’ambito della massima correttezza da parte degli agenti e con la totale collaborazione del cronista.
L’Associazione della Stampa di Puglia esprime "sconcerto e preoccupazione per la decisionedella Procura della Repubblica di Lecce di sottoporre a perquisizione il collega Giuliano Foschini, giornalista di Repubblica". Lo afferma in una nota il presidente, Raffaele Lorusso.
"Con un tempismo raramente riscontrabile in analoghe vicende in cui sono cittadini comuni a rivolgersi alla magistratura - prosegue - la Procura di Lecce, poche ore dopo la denuncia di uno dei sostituti procuratori della Repubblica di Bari protagonisti dello scontro, ha disposto la perquisizione da parte della polizia nell’abitazione del collega Foschini e nella redazione
barese di Repubblica, dove lavora. Il collega Foschini, cui va la piena solidarietà del sindacato dei giornalisti pugliesi, ha fatto soltanto il proprio dovere, informando i cittadini su una vicenda che, indipendentemente da come andrà a finire, non contribuisce a rafforzare nell’opinione pubblica la fiducia nella giustizia e in coloro che l’amministrano. L’approccio nei confronti dei giornalisti da parte una certa magistraturainquirente non può non destare preoccupazione perché le passerelle delle forze di polizia nelle redazioni nascondono sempre il tentativo di mettere il bavaglio alla stampa. Ancor più grave, in questo caso, appare la contestazione al collega Foschini del reato di ricettazione".
"Essendone poco chiari, se non fantasiosi i contorni - prosegue Lorusso - sarebbe grave se l’ipotesi di reato fosse stata formulata soltanto per risalire alle fonti del giornalista, attraverso perquisizioni e intercettazioni, e quindi per impedire a quest’ultimo di lavorare e di dare notizie scomode". "Quello di indagare per ricettazione i giornalisti in presenza di fughe di notizie chiaramente ascrivibili ad altri e non a chi ha il dovere di divulgarle nell’interesse esclusivo dei cittadini ad essere informati - conclude - è ormai uno schema cui la magistratura inquirente ricorre con sempre maggiore frequenza e verso il quale non si può restare inermi e silenti. Si tratta di una situazione inquietante eintollerabile, che riporta ai tempi della censura di cui, evidentemente, in tanti, non soltanto in Parlamento, sentono la nostalgia".repubblica.it









   
 



 
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