Diffamazione, Fieg e Fnsi unite
 











Con 123 no e 29 si’ e 9 astenuti il Senato non approva l’Articolo 1 del ddl Sallusti. L’articolo conteneva tra l’altro le norme che prevedono il carcere per i giornalisti. Il presidente del Senato, Renato Schifani, alla luce del voto ha quindi sospeso la prosecuzione dell’esame del testo. La bocciatura dell’articolo 1 del ddl Sallusti di fatto comporta lo stop dell’intero provvedimento.Il ddl sulla diffamazione è "una pessima legge che introduce norme assurde: le ragioni della protesta e la richiesta di ritiro sono condivise da Fieg e da Fnsi". Lo si legge nell’appello congiunto al Parlamento, della Federazione degli editori e del sindacato dei giornalisti, alla vigilia del voto in Senato sul provvedimento.
"In occasione della discussione al Senato della Repubblica del disegno di legge sulla diffamazione a mezzo stampa - si legge nell’appello congiunto - la Fieg e la Fnsi si uniscono nel rinnovare al Parlamento e a tutte le forze politichel’appello a non introdurre nel nostro ordinamento limitazioni ingiustificate al diritto di cronaca e sanzioni sproporzionate e inique a carico dei giornalisti con condizionamenti sull’attività delle libere imprese editoriali, senza peraltro che siano introdotte regole efficaci di riparazione della dignità delle persone per eventuali errori o scorrettezze dell’informazione".
"Il testo che va al voto dell’aula del Senato - affermano la Federazione degli editori e il sindacato dei giornalisti - non riesce a bilanciare il diritto dei cittadini all’onorabilità e il diritto-dovere dell’informazione a cercare e proporre, con lealtà, verità di interesse pubblico, come viene chiesto al giornalista professionale. Le norme proposte, inoltre, come ha rilevato il Governo - che ha espresso parere tecnico contrario - sollevano dubbi di incostituzionalità e di incoerenza con l’articolo 110 del Codice Penale, nonchè con l’articolo 57 relativo
ai reati a mezzo stampa".
A giudizio di Fieg eFnsi, "si tratta di una pessima legge che introduce norme assurde: le ragioni della protesta e la richiesta di ritiro sono condivise da Fieg e da Fnsi. Gli editori e i giornalisti concordano sulla necessità di tutelare la dignità delle persone, tutela che si deve realizzare con azioni tese a sostenere un giornalismo etico e responsabile.
Nessuna legge che abbia come sanzione il carcere lo può alimentare. In questo modo, invece, si introducono solo elementi di condizionamento, di paura per la possibile esplosione di querele temerarie e di controllo improprio che non possono essere condivisi".
Fieg e Fnsi "riconoscono che equilibrate sanzioni economiche e rettifiche documentate e riparatrici siano la strada principale di un ordinamento moderno del diritto dell’informazione che abbia come obiettivo la tutela della dignità delle persone. E’ necessario salvaguardare il bene informazione, la sua natura, il suo valore per una stampa libera, autonoma e pluralista. Occorrono leggi giustee eque che tutelino efficacemente le persone ed esaltino le responsabilità e la funzione civica della stampa e del giornalista".
"Fieg e Fnsi rivolgono un appello estremo al Parlamento e alle forze politiche perchè si evitino soluzioni non appropriate. L’Italia - concludono - deve restare in linea con i principi del diritto europei delle nazioni più evolute".
Per il sindacato dei giornalisti, "La giornata dello sciopero differito, lunedì 26 novembre, contro le inaccettabili proposte di legge che reintroducono il carcere per gli errori di stampa fatti dai cronisti, sarà l’occasione per una forma forte di protesta e mobilitazione". "Al punto in cui è arrivata - sottolinea la Fnsi - la proposta di legge è inemendabile. Tutta l’informazione italiana conferma e ribadirà ancora con più forza l’appello a tutti i senatori a recuperare la massima coerenza con l’ordinamento democratico della Repubblica, evitando di votare una legge ingiusta, iniqua, carica di elementi di rancore, inutileper la riparazione di danni da errori di stampa alla dignità dei cittadini; inefficace, infine, per evitare il carcere a un direttore condannato a 14 mesi.
La Fnsi "non ferma la sua protesta. Proseguirà con molteplici azioni e iniziative, finchè non sarà posto fine a un disegno che punisce il giornalismo investigativo, tutti i cronisti, tende a provocare l’oscuramento delle notizie scomode, propone solo propaganda e nessuna riparazione concreta ai cittadini eventualmente danneggiati nell’onore da errori di stampa. La giornata di lunedì renderà ancora più chiaro che tutto il mondo dell’informazione non si piega all’oscuramento delle verità, delle notizie di interesse pubblico, esaltando invece la funzione di controllo democratico dei poteri. Nella stessa giornata, accanto a questo rinnovato e robusto impegno, si svolgerà a Roma un presidio, in piazza del Pantheon dalle ore 19 alle 21, con fiaccole accese per indicare la luce contro ogni oscurantismo, per la dignità delle persone menotutelate che non godono della ribalta dei riflettori, per indicare un impegno permanente per assicurare, con autonomia e responsabilità, il diritto a sapere, conoscere e affermare il pluralismo dell’informazione. La manifestazione è aperta a associazioni e cittadini. Analoghe iniziative si svolgeranno in diverse città d’Italia, dove le Associazioni regionali di stampa e i comitati di redazione avvieranno specifiche forme di partecipazione e coinvolgimento dei cittadini".









   
 



 
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